Integrazione precostituita di processi in Oracle Fusion: operativo il Centro Reply

Operativo il primo centro italiano dedicato ad Oracle application integration architecture grazie alla partnership con Reply.  Nel centro si sviluppano e testano le possibili integrazioni "prestabilite" tra processi e componenti delle soluzioni Oracle

Pubblicato il 07 Ott 2008

MILANO – Reply, società di consulenza, system integration e application management, ha fra i suoi vari investimenti puntato molto sulla business partnership con Oracle con un progetto di co-sviluppo globale sulla piattaforma open standard Oracle Application Integration Architecture (Aia) 2.0, con un team Reply distaccato presso lo Sviluppo Oracle Aia in California. E c’è il tappeto rosso (colore di riferimento della società di Lany Ellison) anche alla sede milanese di Reply che diventa il “primo Centro di eccellenza italiano dedicato ad Oracle Aia”. Nel Centro, le aziende clienti potranno da oggi accedere e valutare già alcuni Prebuilt Process Integration Pack (Pip), come il ciclo di vita Order to cash che integra Crm ed e-Business suite, o il processo di Opportunity-to-quote che integra Crm e Billing & Revenue Management, che sono tutti Pip di Oracle Fusion. O come dice Jose Lazares, vice president Product Strategy & Management nell’Application Integration Management di Oracle, “sono tutti Pip della Piattaforma Foundation Pack (messa a disposizione dei Business Partner). Foundation Pack a sua volta fa da base per la creazione o il riuso dei Pip (con il middleware Oracle Fusion sottostante).
“L’idea – commenta Filippo Rizzante, executive partner di Reply – è di puntare all’integrazione pre-costituita fra applicazioni Oracle Erp, Crm e verticali, utilizzando un Common Object Model (Com, lo stesso che è utilizzato dalle applicazioni Oracle Fusion) e la piattaforma Foundation Pack aperta basata sul Business Process Execution Language (Bpel). Il tutto per mettere i clienti Oracle in grado di estendere il Com e di proteggere tali estensioni durante le operazioni di upgrade e, in definitiva, di produrre a costi e time to market competitivi le best practice adatte alla propria azienda nell’ambito di uno specifico settore”.
Oracle infatti “intende offrire modelli di riferimento industriali per facilitare i clienti nell’adozione di best practice di settore”, riprende Lazares, e “metterà a disposizione di Isv come Reply metodologie unificate di governance, test e convalida”.
Alla fine questa è la versione Oracle di un approccio industriale Soa all’integrazione dei processi industry che si basa sulla riduzione dei costi di implementazione e manutenzione, e propone un’infrastruttura processuale in grado di adattarsi velocemente partendo da modelli standardizzati.
I settori che maggiormente potrebbero trarne vantaggio sono il Finance, il mondo assicurativo e quello distributivo: oltre ai due Pip già disponibili, sono infatti previsti, tra gli altri, “Front-to-back office integrati” (per il mondo bancario), “Evento avverso da notifica a reporting” (assicurativo), “Promozione commerciale” (aziende di beni di consumo). Oracle ha sottolineato l’obiettivo di “creare flussi di processo integrati e univoci tra ambienti eterogenei”; sei dei Pip previsti puntano ad integrare Siebel Crm, due JDEdwards Enterprise One e uno PeopleSoft Financial.
Nelle parole di Lazares, proprio in questo sta il valore di coinvolgere partner selezionati in base a specifiche competenze su determinati processi: serve a “sviluppare un’integrazione di prodotti, best practice e processi precostituiti, per aiutare a superare le difficoltà di standardizzazione di processi di business che incidono in maniera sensibile sui costi di applicazioni multiple”.

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