ZeroUno: Qual è la sua visione dello scenario competitivo attuale. Quali sono le principali tendenze e in che termini l’It ne viene condizionato?
Pietro Berrettoni: Sembrerà ripetitivo ma è un dato di fatto: a causa della congiuntura economica e degli andamenti dei mercati finanziari non favorevoli, negli ultimi due/tre anni le aziende hanno dovuto fare i conti con importanti riduzioni dei costi e l’Ict è uno degli ambiti su cui si è cercato il maggior risparmio. Ma il rovescio della medaglia è positivo: questa crisi ha evidenziato ancor di più come non ci possa essere evoluzione aziendale (nell’internazionalizzazione, nella conquista di nuovo vantaggio competitivo, nella proposta di nuove soluzioni e/o servizi, nell’identificazione di nuovi modelli produttivi od organizzativi, ecc.) e organizzativa che non sia in qualche modo legata all’innovazione delle tecnologie. Non in tutte le realtà è ancora chiara questa visione, tuttavia, l’It sta sempre più assumendo il ruolo di “soggetto attivo” a supporto del business, soprattutto in virtù di una nuova capacità di fornire servizi, attraverso la tecnologia abilitante, a sostegno del cambiamento, fattore chiave per garantire l’adattabilità dell’azienda alle dinamiche del mercato.
Se da un lato, quindi, il contenimento dei costi ha un po’ rallentato la capacità di innovazione delle aziende, dall’altro, la tendenza odierna è di capitalizzare gli investimenti fatti (e quelli previsti per il futuro) puntando sulla capacità di creare valore. Valore che lungo l’intera organizzazione significa migliorare e governare il change management focalizzando l’attenzione sulla connessione e collaborazione tra le singole aree funzionali e sulla gestione dei progetti (non solo It) in aderenza agli obiettivi di business e allo scenario aziendale che è in continua evoluzione. Per l’It, il valore è generato dalla capacità di integrare le nuove tecnologie adeguandole e personalizzandole ai bisogni specifici in modo flessibile.
ZeroUno: Quali sono le nuove sfide che il Cio deve affrontare oggi? E quali sono le opportunità, ma anche le criticità, che caratterizzano questo ruolo sempre più strategico?
Berrettoni: La nuova sfida dei Cio è quella di guidare l’innovazione, trasformando l’It in fattore di differenziazione. Oggi il Cio è colui che deve guidare il cambiamento aziendale ed è colui, quindi, dal quale dipendono i processi di trasformazione, i processi cioè tecnico-gestionali, ma anche organizzativi, finalizzati al migliore utilizzo delle nuove tecnologie, in funzione delle necessità dell’azienda. È certamente un ruolo nuovo che impone a questa figura nuovi approcci; prima di tutto, deve ampliare i propri orizzonti di osservazione e guardare con attenzione fuori dal proprio dipartimento. Avere conoscenze tecnologiche approfondite non è più indispensabile, servono capacità differenti, di taglio business. Change management e demand management sono i due ambiti principali che, a mio avviso, ben identificano quali dovranno essere le capacità del “nuovo” Cio.
ZeroUno: E in generale, come sta cambiando la funzione sistemi informativi in termini di competenze, processi e organizzazione per affrontare al meglio lo scenario descritto?
Berrettoni: Insieme al Cio, l’intero dipartimento dei sistemi informativi si sta trasformando. Per arrivare a essere quel tassello di valore in grado di supportare attivamente l’azienda nella propria evoluzione, di cui dicevamo, l’It deve strutturarsi adeguatamente. Questo significa, da un lato, ridefinire le architetture tecnologiche in funzione di una più agile e dinamica erogazione di soluzioni e servizi all’utenza, dall’altro, modificare il proprio assetto organizzativo introducendo skill differenti. Figure chiave che stanno emergendo sempre più sono quelle del demand manager, da un lato, e del system integrator interno, dall’altro. In Angelini, per esempio, la struttura It si sta rimodellando in funzione del percorso di internazionalizzazione che sta compiendo l’azienda. Percorso che necessita di un It flessibile e pronto. E per esserlo, servono capacità di comprensione dei piani strategici e delle esigenze e abilità nell’erogazione dei giusti servizi tecnologici.
ZeroUno: Nel percorso verso un It flessibile e pronto per rispondere alle esigenze del business, quale supporto può venire da nuove modalità di fruizione dei servizi It, come il cloud computing?
Berrettoni: È innegabile che il fenomeno sia sotto gli occhi di tutti ed è altrettanto innegabile che sia ormai passata la fase della “moda” per entrare in quella più concreta di progettazione e implementazione. Tuttavia, il cambiamento è lento e assistiamo a offerte da parte di alcuni vendor ancora poco significative (che “rivestono” la tradizionale offerta Asp o on demand della veste “cloud cmputing”). Ritengo però che la tendenza sia proprio quella di portare l’It a un concetto sempre più ampio di servizio ma, in questa direzione, penso si debba fare una distinzione tra tecnologie core e sistemi commodity.
A mio avviso, infatti, assisteremo, da un lato alla massiccia fruizione di servizi di commodity erogati da parte di provider con modalità pressoché molto simili (con una forte industrializzazione dei processi), dove a fare la differenza saranno logiche come la riduzione dei costi e la business continuity. Pensiamo, per esempio, ai servizi di posta elettronica o storage, indispensabili e utili alle aziende più o meno nella stessa misura, indipendentemente dal settore e dalla tipologia di impresa.
Dall’altro, al contrario, ci sarà la fruizione di servizi in modalità cloud (soprattutto private e hybrid) a sostegno di attività anche core dell’azienda. In questo caso, a fare la differenza tra l’offerta dei service provider saranno abilità e capacità (anche in termini economici) di erogazione di questi servizi a valore aggiunto, dove Kpi di business, livelli di servizio, competenze specifiche faranno da driver di adozione.
In tutto questo, il Cio è il “regista”. Senza di lui, non è possibile realizzare alcun cambiamento.