Quando una giovane azienda italiana scende in campo contro i giganti della consulenza Ict, la specializzazione diventa il fattore critico di successo. Sono queste le considerazioni dalle quali nasce Tech Rain, società fondata nel 2005 (dal 2014, parte di Dynamin Holding) e attiva nei rami dell’Ict Management Consulting, It Consulting Strategic Sourcing, oggi presente sul territorio nazionale con quattro sedi (Milano, Roma, Pescara e Lecce).
“Abbiamo iniziato la nostra avventura offrendo consulenza Ict in ambito tradizionale (Project Management, Risk Management, Process e Design Analysis) – racconta Nicola Granaldi, Amministratore Delegato di Tech Rain -, a cui nel corso degli anni abbiamo aggiunto competenze altamente qualificate su precise nicchie di applicazione (ad esempio, data management e analytics a supporto delle direzioni MKTG e Sales dei nostri clienti). I big player della consulenza, possono contare sulla scontistica a volume a fronte di progetti internazionali e continuativi e sulla riconoscibilità del brand. Noi, dobbiamo puntare su altro e abbiamo costruito il nostro differenziale sulle competenze verticali, che ci hanno permesso di acquisire autorevolezza su alcuni temi ed essere appetibili rispetto alla concorrenza”. Nel settore della consulenza, dove è difficile dimostrare a priori i ritorni tangibili di un progetto, bisogna insomma identificare le giuste leve competitive: “Facciamo forza – prosegue Granaldi – sulla capacità di portare know-how e innovazione, ovvero di risolvere le esigenze puntuali dell’azienda, e sul modello di business flessibile, che prevede la collaborazione in partnership e la condivisione del rischio con il cliente”. Il target di riferimento di Tech Rain è infatti rappresentato dalle grandi compagnie di Telecomunicazioni (seguono le società di servizi e le Utility), un settore particolarmente “affamato” di analytics. “Le Telco – spiega il manager – hanno disponibilità di un patrimonio informativo importante costruito sull’intera customer base e si trovano a gestire la grande sfida della sua valorizzazione. In quest’ottica, abbiamo voluto fare un passo avanti rispetto alla semplice raccolta e normalizzazione dei dati. Lo scorso anno abbiamo acquisito il 50% di Camelot, una startup genovese di 12 ricercatori, con un background specifico nel Biomedicale, per la diagnostica predittiva attraverso le immagini. Abbiamo applicato le loro competenze di data scientist al nostro settore di riferimento, così da offrire un servizio end-to-end per la gestione delle informazioni, dalla comprensione del processo di business alla realizzazione di modelli predittivi passando attraverso un’organizzazione del dato strutturato e non”. Una mossa guidata dalle richieste del mercato: “Sono i nostri interlocutori diretti – sottolinea Granaldi -, ovvero i responsabili marketing e gli uomini di business, a chiedere supporto nell’analisi dei dati per ottenere insights utili alle attività aziendali e accelerare il decision-making”.
Attingere ai cervelli di una startup è indice dell’attenzione di Tech Rain verso il capitale umano: “Sono le persone – conclude Granaldi -, gli individui curiosi in grado di capire il cambiamento e cogliere i reali vantaggi della tecnologia, il vero collante che restituisce valore all’azienda e vanno continuamente stimolate. Proprio per questo in Tech Rain sono state lanciate, nel corso di quest’anno, diverse iniziative interne con l’obiettivo di creare coinvolgimento ed attingere ad idee frutto dell’intera squadra su specifici contest sui quali Tech Rain ha deciso di impostare la sua selling proposition del presente e soprattutto del futuro”.