Ecco che a distanza di qualche anno cambiamo. Cambiamo due componenti “estetiche” rilevanti di ZeroUno: la linea grafica e la qualità della nostra carta. La linea editoriale, quella, resta immutata perché quella é il nostro successo. Pur nella necessità, e consapevolezza per il nostro giornale, di essere costantemente in evoluzione, perché tali sono i mercati e i problemi con i quali gli utenti e in genere gli operatori del mondo Ict, devono confrontarsi.
Non vogliamo enfatizzare più di tanto quello che, a nostro avviso, rappresenta sotto il profilo della leggibilità e qualità di presentazione, un netto passo avanti. Vogliamo piuttosto qui ribadire che la scelta di aver sviluppato, con una coerente linea editoriale, un mensile come ZeroUno, in grado di analizzare, oltre la tecnologia anche tutti gli aspetti organizzativi, di processo, di gestione delle persone, insomma tutte le componenti “intangibili” dell’impresa, componenti che spesso decretano il successo o meno di un progetto Ict, ha portato il nostro giornale ad essere un importante e riconosciuto punto di riferimento per la comunità business-Ict italiana.
E su questa strada intendiamo proseguire soprattutto oggi che, lo vediamo costantemente dai dati economici e legati all’investimento Ict da parte delle imprese italiane, il “made in Italy” è ormai giunto a un bivio: o evolvere i propri modelli produttivi, di relazione con il mercato e con i fornitori, aggredendo, e non soltanto rispondendo all’aggressione, nuovi mercati emergenti con modelli, infrastrutture, competenze all’altezza; oppure accettare una lenta perdita di competitività che dalla singola impresa, se non adeguatamente supportata in questo suo percorso da linee strategiche ben definite anche a livello politico, nazionale ed europeo, potrebbe rapidamente estendersi all’intero Sistema Italia.
ZeroUno, da molti anni ormai, punta a identificare queste criticità, queste opportunità, realizzando, oltre alla rivista, un insieme di occasioni di confronto, dalle newsletter ai convegni, dalle tavole rotonde ad incontri a cena con utenti e fornitori, per “smuovere le acque” o comunque tentare di meglio delineare le possibilità evolutive cui le imprese dovranno allinearsi. E su questo aprire confronti, dibattito, idee e proposte.
Cambia la linea grafica e la carta, si diceva. Un salto in avanti, per noi, che prelude a importanti novità nel corso dell’anno. Ma è a voi, che ci leggete con passione e attenzione da tanti anni, che chiediamo di credere ancora e di più in questo progetto. A voi, lettori di aziende utenti di Ict che continuate a leggerci, sollecitandoci nell’analisi di nuovi problemi con le numerose lettere che ci inviate. E a voi, lettori e al contempo fornitori di tecnologie Ict che, non nascondiamocelo, attraverso i vostri investimenti pubblicitari consentite al giornale di esistere (un modello, questo, che connota tutti, proprio tutti, i giornali di informatica italiani). Sì, perché questa non è l’America, dove l’ampiezza del mercato permette una dignitosa sopravvivenza a tutti. Questo è l’asfittico, anche sotto il profilo dell’editoria specializzata, mercato italiano. E allora, signori, un po’ di coraggio! Smettiamola con la logica degli investimenti pubblicitari “a pioggia”, giusto per accontentare tutti e avere, magari, un’intervista compiacente con tanto di foto su una rivista che leggerà forse solo l’intervistato e pochi altri. Siate un po’ più meritocratici e selettivi; premiate chi nella qualità, e non nella facile strada del compromesso pubblicitario, crede da anni per giungere, anche in Italia, ad un’editoria specializzata e di livello. Si può fare. Anche da noi. Certamente, proprio perché scriviamo queste cose, crediamo che ZeroUno potrà essere, con altri ma non tantissimi, all’interno di questo gruppo di “media di eccellenza”, dove potrà rappresentare per le aziende italiane alla ricerca di nuova competitività un compagno di viaggio serio, sincero e preparato. Siamo presuntuosi? E per una volta lasciatecelo essere! Ognuno, di questi tempi, deve assumersi delle responsabilità e saper fare la propria parte.
Credete nel nostro progetto
Pubblicato il 02 Apr 2004
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