Crescono Cad e Plm: un buon segnale per l’economia

Per un Cio di un’azienda manifatturiera la gestione di Cad e Plm è oggi tra gli argomenti più spinosi: si toccano i processi chiave di sviluppo di un nuovo prodotto e la gestione del ciclo di vita di tutte le sue informazioni; si supporta la capacità distintiva dell’azienda. Rappresenta un ottimo segnale quindi registrare la grande crescita di questa fascia di mercato, segno che l’economia reale, negli Stati Uniti, sta davvero ripartendo.

Nella foto Roberto Dolci, Cio di un’azienda medio-grande italiana che lavora negli Usa.

Pubblicato il 21 Dic 2010

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Dassault Systèmes ha recentemente riportato una crescita del 38% nel fatturato del terzo trimestre, con profitti che salgono del 44% a 55,4 milioni di euro su ricavi di 403 milioni di euro. Questa crescita è principalmente dovuta all’acquisizione della parte Ibm che si occupava di Plm, ma è comunque rilevante la componente organica di questa crescita: il mercato richiede più Cad e Plm. Anche scontando il forte apprezzamento della moneta europea sul dollaro americano, Dassault cresce del 25% nel terzo trimestre contro un 16% del secondo.
Questa è una percentuale di crescita leggermente inferiore, ma sostanzialmente allineata, a quella riportata da Parametric Technology (Ptc) nello stesso periodo. Da un punto di vista del mercato, la crescita più marcata è quella asiatica, dove è evidente una forte spinta all’innovazione delle tecnologie di sviluppo prodotto. India e Cina fanno “la parte del leone”, con molteplici multinazionali che dall’automotive al consumer product si attrezzano con le ultime versioni di questi applicativi.
Anche Siemens, che ha impiegato tempo per organizzare l’offerta a valle dell’acquisizione di Ugs, gode di notevole stima in Europa ed Asia, e si presenta sul mercato con una nuova tecnologia sincrona per gestire i modelli Cad non originari Nx.
Una delle impressioni più diffuse sul mercato in questo momento è che Dassault proponga sostanzialmente una chiusura dei propri prodotti e tecnologie, mentre Parametric Technologies e player più piccoli come Procad e in qualche misura Siemens Ugs, abbiano sposato l’apertura delle proprie soluzioni in un’ottica di eco-sistema, dove terze parti sono incoraggiate a sviluppare altri applicativi.
In questo scenario di mercato in crescita, qui negli Usa ha destato molto interesse il lancio di Creo da parte di Ptc. Un prodotto che fino a giugno era conosciuto come progetto “Lightning” e che ora è stato finalmente presentato al pubblico mettendo in evidenza caratteristiche innovative.
Questo nuovo prodotto rappresenta un investimento importante in termini di sviluppo tecnologico, ma con un mercato che conta circa 1 milione di postazioni 3D Cad installate, e un multiplo di quello in termini di licenze Plm, si capisce l’intenzione di aggredire il mercato in un momento molto favorevole.
Solid Works e Inventor negli ultimi anni hanno conquistato quasi metà del mercato, e questo in ragione di facilità d’uso e di interoperabilità. È chiaro quindi che Ptc si prepara a riprendersi un’importante fascia del mercato introducendo un prodotto che punta a recuperare dove le precedenti versioni di Pro/Engineer (che pure porta 290 milioni di dollari in manutenzione e circa 100 milioni di dollari in nuove licenze) erano più deboli.
Creo prende le mosse dal modellatore diretto acquisito recentemente dall’azienda di Boston, ossia CoCreate Modeling, che ha velocemente conquistato le aziende interessate a rapidità ed agilità nello sviluppo prodotto. Con questo nuovo prodotto il cliente si ritrova una piattaforma che consente di passare dalla modellazione diretta a quella parametrica senza soluzione di continuità, e trova finalmente sviluppato un configuratore di prodotto che è sempre più importante nella riduzione dei lead-time richiesti dal mercato.
A Boston ho avuto modo di confrontarmi con altri colleghi durante la presentazione di Creo, e non mi ha stupito vedere l’elevato numero di partecipanti, anche connessi remotamente dai diversi paesi del mondo. Stiamo tutti cercando una soluzione che consenta ai nostri “business” di accelerare lo sviluppo e il lancio delle nuove generazioni di prodotti, e vedere applicativi che vanno in questa direzione è un buon segnale per riprendere ad investire su quest’area. Inoltre, poco alla volta il modello “iPad – Android” arriva a conquistare tipologie di applicativi prima molto chiuse e restie all’integrazione con terze parti.
Visto che demo e lancio di un prodotto sono spesso spettacolari, mi son subito offerto per il beta test di Creo: toccare con mano e con casi reali queste nuove funzionalità appena possibile è importante per guidare investimenti e progetti al meglio.

* Roberto Dolci è Cio di un’azienda medio grande italiana e da qualche mese lavora negli Usa

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