Potrebbe rappresentare la più grande operazione di fusione/acquisizione del mercato IT dando vita alla più imponente company del settore di tutto il mondo. Stiamo parlando ovviamente della ormai nota operazione DELL–EMC [la prima, lo scorso lunedì 12 ottobre, ha annunciato ufficialmente di aver concluso, insieme ad MSD Partners e Silver Lake, l’accordo per l’acquisizione di EMC per un totale di 67 miliardi di dollari – ndr vedi articolo di ZeroUno “Dell acquisisce Emc per 67 miliardi di dollari”] ma gli analisti utilizzano ancora il condizionale e non tanto perché nell’accordo sono previsti 60 giorni di tempo per consentire ad altre realtà interessate all’acquisizione di farsi avanti, “difficile trovare qualcuno disposto a pagare di più”, ci dicono in via confidenziale gli analisti di Gartner Werner Zurcher e Jeffrey Hewitt, ma per le perplessità e i punti di domanda che suscita tale operazione. Li abbiamo analizzati con l’aiuto dei due analisti e monitorando ciò che è stato pubblicato sui media di tutto il mondo in questi ultimi due giorni.
1. Come riuscirà DELL a far fronte a tale debito?
Il valore totale dell’operazione, come anticipato, è pari a 67 miliardi di dollari che DELL intende saldare con una serie di azioni differenti (contanti, emissioni di titoli e prestiti finanziari); secondo i dati degli analisti finanziari, il prezzo unitario per l’acquisto delle azioni EMC (33,15 dollari ad azione) è superiore del 28% rispetto al valore dell’azione dello scorso venerdì, prima cioè dell’annuncio della chiusura dell’accordo.
Considerando che DELL ha già un debito di circa 12 miliardi di dollari, che nelle scorse settimane, stando ad alcune indiscrezioni pubblicate dai giornalisti del New York Times e del Wall Street Journal, l’azienda ha trattato con banche e istituti di credito per ‘racimolare’ 40 miliardi per finanziare una parte dell’operazione e che, con ogni probabilità, la Federal Reserve entro fine anno rialzerà i tassi di interesse sul debito, viene da chiedersi come riuscirà l’azienda a sostenere un tale investimento.
“Per finanziare questo accordo DELL si sta assumendo un grande impegno finanziario – scrivono i giornalisti economici Dan Gallagher e Richard Barley sul Wall Street Journal – per far fronte al quale potrebbe limitare gli investimenti in altre aree, come per esempio nell’ambito della Ricerca e Sviluppo, soprattutto nel breve periodo. Un impatto da non sottovalutare in un’industria che negli ultimi anni corre molto veloce sul fronte dell’innovazione digitale”.
Anche l’analista di Gartner Jeffrey Hewitt porta la questione in primo piano: “DELL è un’azienda che si è sempre indirizzata al mercato della media e piccola impresa con una filosofia e un focus primario sul contenimento dei costi; aspetto da non sottovalutare data l’entità del debito che si assume”.
Sembrano invece essere sgombrate le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi circa la volontà di DELL di vendere una quota di VMWare (che acquisice con EMC, dato che quest’ultima ne detiene l’80%), azienda che continua a crescere e a registrare utili (+10% solo nel terzo trimestre 2015) e rimarrà totalmente indipendente secondo l’attuale struttura.
2. Come potranno confluire in un’unica vision due culture così differenti?
Un altro importante quesito che si pongono gli analisti è come riusciranno due aziende con storia, strategia, posizionamento e business model completamente differenti a convergere.
DELL è un’azienda che ha un recente passato molto particolare: due anni fa, nel 2013, con un’operazione di buyout del valore di 25 miliardi di dollari l’azienda è uscita dalla quotazione in Borsa ed è stata rilevata dal suo fondatore Michael Dell e dal fondo di investimento Silver Lake. Da allora l’azienda ha concentrato gli sforzi su una strategia di riposizionamento spostando il focus dalla vendita di Pc all’offerta di servizi It per le aziende. Impresa non semplice per una realtà tecnologica cresciuta nell’ambito dell’hardware che negli anni ’90 ha costruito la sua fortuna sul concetto di ‘built-to-order’ Pc a basso costo e che, tuttavia, si è trovata costretta al ‘cambio di rotta’ a causa della feroce competizione che l’ha portata negli anni a perdere market share e ad essere ‘bloccata’ al terzo posto dopo Hp e Lenovo.
“EMC ha costruito la propria crescita attraverso una vasta proposta tecnologica di soluzioni di business per le grandi imprese (hardware e software) non esattamente ‘economica’, ciò cui sta puntando DELL”, commenta Hewitt, “Al contrario, DELL è molto radicata al ‘concetto’ di cost-efficiency, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei propri prodotti sia per quanto riguarda l’utenza a cui si rivolge. Due prospettive decisamente contrapposte”.
EMC negli ultimi anni si è evoluta da azienda del ‘data storage’ a Federazione che con servizi e soluzioni incentrati sull’Information Management nel suo complesso (abbracciando storage, virtualizzazione, analytics, cloud, security…) si è posta come obiettivo guidare e accompagnare le aziende in percorsi e progetti complessi di Digital Transformation.
Tutt’altra posizione dunque rispetto a quella di DELL anche se la pressione degli ultimi anni da parte del mercato e degli investitori ha indubbiamente ‘costretto’ EMC ad un cambio di passo: “la competizione nell’ambito del data storage si gioca ormai sul prezzo – commenta Zurcher – e nel mercato del cloud computing la velocità con cui si muovono player come Amazon, Microsoft, Ibm e ormai in modo massivo anche Oracle rappresenta un punto critico”. Non a caso da un paio di anni il principale investitore di EMC, il fondo Elliott Management che ne detiene il 2%, fa continue pressioni per uno spin-off di VMWare.
“La sfida più grande in questa gigantesca operazione riguarda il ‘matrimonio’ tra due culture così differenti”, ha sottolineato Zurcher. “DELL è una realtà fortemente ‘commodity hardware-oriented’ che investe poco in Ricerca e Sviluppo, EMC è un ‘animale’ completamente diverso che va nella direzione opposta”.
Dai termini dell’accordo si evince che Joe Tucci rimarrà chairman e Ceo di EMC fino a quando non saranno completate le operazioni dell’acquisizione, dopodiché sarà DELL a guidare il nuovo ‘big monster’.
“Il successo o il fallimento dell’operazione dipenderà dalla capacità di DELL di incorporare e integrare EMC nel ‘proprio mondo’ – spiega Hewitt -. Il potenziale è indubbiamente molto alto ma la strada è molto lunga e forse proprio questo potrebbe rappresentare una minaccia”. Nell’era della Digital Transformation, incalza Zurcher, “il duro lavoro che questa fusione richiede con la massima concentrazione sulla gestione del cambiamento e della trasformazione, potrebbe risultare compromettente per il mercato e i clienti”.
3. Il mercato reagirà bene?
Un altro degli aspetti sicuramente importanti da prendere in considerazione è la reazione del mercato, non solo quello della domanda da parte dei clienti ma anche quello dell’Ict da diversi anni oggetto di profondi cambiamenti. Stiamo di fatto assistendo ad un forte consolidamento del settore messo a punto però attraverso strategie e operazioni molto differenti, basti pensare alla scelta di Ibm di rinunciare al mercato dei Pc, prima, e dei server, poi, lasciato nelle mani di Lenovo che in pochi anni ha compiuto un’importante scalata arrivando al secondo posto per market share, oppure ad Hp che dopo un periodo ‘tormentato’ ha scelto come strategia quella di dividere i rami di business in due differenti società, da un lato quella focalizzata su Pc e device, dall’altra quella dedicata alle soluzioni di Ict business.
“L’operazione in questione rappresenta un ‘bel colpo’ per DELL”, commenta Zurcher, “che in questo modo entra nel mercato delle grandi imprese e si apre un varco nella proposta di soluzioni Ict con più elevato margine; i benefici per EMC e i propri clienti non sono altrettanto chiari. Non ho mai visto un’azienda crescere in questo modo riuscendo poi a mantenere dinamicità e agilità, oggi indispensabili in un mercato fortemente competitivo”.
La vision di DELL, infine, mira al concetto di ‘one-stop shop’ in grado di fornire ad un dipartimento It tutto ciò che serve, dal laptop, tablet e server fino allo storage, al software e ai servizi cloud. “Ma siamo sicuri che le aziende clienti cerchino proprio questo?”. È con questo interrogativo che gli analisti di Gartner ci lasciano; troppo complesso anche per loro, in questo momento, sbilanciarsi e fare previsioni, soprattutto se si guarda ad altre grandi operazioni di acquisizione/fusione del passato che non hanno dato grandi risultati (Hp con Eds-Electronic Data Systems o Oracle con Sun Microsystems, solo per citare un paio di esempi).