Attualità

Digital Signage Platform a supporto delle sfide di oggi e di domani: la visione di NEC

Il Digital Signage può semplificare la gestione delle dinamiche del new normal, condividendo policy di distanziamento, gestendo flussi di persone in azienda e, grazie all’interattività, eliminando code e assembramenti. Sono infinite le possibilità a disposizione delle imprese, che devono poter contare su hardware versatile e progettato in ottica future-proof, così da gestire le esigenze di oggi e di domani. Ne abbiamo parlato con Simone Cifelli, Field Sales Engineer di NEC

Pubblicato il 15 Mar 2021

Digital signage platform

Una comunicazione visiva d’impatto, efficace, capace di coinvolgere e interagire col cliente facendo perno sulla valorizzazione dei dati, su piattaforme centralizzate di distribuzione dei contenuti e tecnologie visual di ultima generazione: in sintesi, sono questi i motivi che spingono un numero sempre maggiore di aziende, soprattutto in ambiti come retail, fashion, GDO ecc., verso soluzioni di digital signage con cui migliorare la relazione col cliente e fornire esperienze coinvolgenti.

Digital Signage e le sfide del new normal

Lasciando per un attimo da parte il tema dell’engagement, della fidelizzazione e della trasmissione di contenuti di marketing, una piattaforma di Digital Signage può essere un’arma molto affilata con cui affrontare i vincoli e le dinamiche del new normal. Per prima cosa, la comunicazione visiva è di per sé efficace a livello informativo e può essere impiegata per condividere le regole in essere all’interno del punto vendita, nei locali aziendali, negli ambulatori, nelle sale riunioni, così come all’interno delle linee di produzione; inoltre, l’interattività permette a un totem di diventare un efficace eliminacode in qualsiasi locale aperto al pubblico, così da abbattere il rischio di assembramento.

Una piattaforma di digital signage può poi fornire indicazioni per raggiungere la propria meta all’interno di una struttura, eventualmente calcolando il percorso con il minor rischio di “collisioni” con altre persone; può altresì trasmettere sullo schermo le rilevazioni di sensori presenti nel display stesso o all’interno del locale: telecamere termometriche per la temperatura o sensori di presenza che rilevano il numero di clienti in un’area delimitata sono altre ipotesi da non sottovalutare. Le possibilità sono pressoché infinite e supportano in modi diversi le aziende nella gestione di questo periodo complesso, assicurando conformità nei confronti delle policy in essere.

Hardware, software e un approccio “future proof” al Digital Signage

Per porre in essere le fattispecie di cui sopra, e le altre mille che potrebbero essere utili oggi e domani, è necessaria una giusta abilitazione tecnologica comprensiva di hardware, che solitamente si sostanzia in display di ampio formato capaci di garantire operatività 24/7, robustezza, fedeltà cromatica e prestazioni costanti nel tempo, e una piattaforma software che può assumere diverse sembianze a seconda delle esigenze, andando da un puro e semplice media player integrato nel display fino alla piattaforma centralizzata di distribuzione di contenuti (si parla di soluzioni di Visual Content Management) verso migliaia di display e centinaia di location.

Oggi, però, abbiamo detto che il digital signage non si limita a condividere contenuti di marketing, ma supporta funzionalità come il tracking delle persone presenti negli uffici, aiuta a gestire le code e il distanziamento, oltre all’identificazione dei comportamenti dei clienti con tanto di sentiment analysis, la prenotazione o il pagamento presso un totem e via dicendo. Da una fruizione passiva di contenuti, la “segnaletica digitale” si sta sempre più orientando verso l’interattività e lo sfruttamento di tecnologie avanzate come l’IoT e l’Intelligenza Artificiale.

In tutti questi casi, oltre alla piattaforma software e a display di qualità, un aspetto fondamentale è la capacità di elaborazione del display stesso: a differenza di un TV, il cui SoC (System on Chip) si occupa – semplificando – di elaborazione delle immagini e gestione della piattaforma smart, qui le esigenze sono molto variabili da un caso all’altro ed è quindi auspicabile l’utilizzo di un approccio future proof. Il concetto sottostante è semplice: aumentando le esigenze, chi acquista oggi un display di Digital Signage non deve essere costretto a cambiarlo domani, ma al massimo a sostituire la parte di elaborazione. Un produttore che sposa da sempre questo approccio è NEC, che non a caso è un player di riferimento nell’ambito del digital signage. L’offerta è ampia, poiché va dai display di grande formato (LFD, Large Format Display) fino a installazioni videowall e alle recenti soluzioni modulari Direct View LED, che garantiscono luminosità straordinaria, libertà di configurazione ed eliminano completamente le cornici.

NEC: un approccio modulare basato su hardware standard

A proposito della capacità di elaborazione, i display NEC adottano un approccio modulare basato su hardware standard: “Il nostro obiettivo – ci spiega Simone Cifelli, Field Sales Engineer di NEC – non è mai stato quello di creare un binomio fisso tra hardware e software, ma di rendere flessibile la sinergia”. I display NEC per digital signage, infatti, adottano la filosofia OMI (Open Modular Intelligence), che permette al cliente di scegliere il modulo di elaborazione più appropriato alle proprie esigenze e, soprattutto, di sostituirlo facilmente con una versione più potente nel caso diventi necessario. Se oggi è sufficiente utilizzare il display per riprodurre immagini e video, domani potrebbe non esserlo: tutto ciò porterebbe a sostituire unicamente il modulo interno, senza aggiungere device esterni. Le soluzioni supportate dai display NEC, nella fattispecie Raspberry Pi e i moduli basati sullo standard Intel OPS (Open Pluggable Specification) si installano infatti in uno slot del monitor. Recentemente, poi, Intel ha presentato lo standard SDS (Smart Display Module) e NEC ha aderito integrandolo nella nuova gamma.

“In questo modo possiamo vantare un’ottimizzazione “a matrice” di hardware e software – spiega Simone Cifelli -, così da soddisfare tutte le esigenze del mercato. Inoltre, sta per arrivare Raspberry Pi 4 e i nuovi modelli saranno acquistabili in bundle con il modulo già installato all’interno, per un ulteriore passo avanti in termini di potenza di calcolo. Con la nostra filosofia garantiamo scalabilità e possibilità di aggiornamento, ma soprattutto usiamo piattaforme standard, il che ci fornisce enorme flessibilità. Prendiamo per esempio il Raspberry Pi, che possiamo considerare il modulo di base: oggi supportiamo già ottime soluzioni software, ma se un domani su questa piattaforma venisse sviluppata un’applicazione perfetta per le esigenze dei clienti, i nostri prodotti sarebbero compatibili fin da subito”.

È chiaro che con questa filosofia, le possibilità del digital signage vanno ben al di là della trasmissione di video e immagini: a tal proposito, si ricorda anche un caso – in ambito di produzione manifatturiera – in cui è stata richiesta l’installazione di thin client e l’apertura di macchine virtuali all’interno dei monitor, collegate a server con una potenza di calcolo estremamente superiore a quella di un Raspberry Pi o di un modulo interno. Il concetto, però, rimane lo stesso: sfruttando tecnologie standard, le possibilità del digital signage diventano infinite e possono supportare appieno le esigenze di oggi senza trascurare quelle di domani.

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