Il 62% delle aziende percepisce la cultura aziendale quale uno dei maggiori ostacoli nel percorso verso la digitalizzazione. È uno dei risultati emersi nel report dal titolo “The digital culture challenge: closing the employee-leadership gap” condotto da Capgemini, che ha coinvolto 1700 intervistati impiegati in 340 aziende di otto Paesi.
A conferma della scollatura tra leadership e dipendenti, è interessante notare, inoltre, che il 40% dei senior executive ritiene che le proprie aziende abbiano una cultura digitale, ma solo il 27% dei dipendenti intervistati concorda con questa affermazione.
Agli intervistati è stato chiesto di valutare la cultura digitale della propria azienda sulla base di sette caratteristiche: pratiche di collaborazione, innovazione, cultura aperta, mentalità orientata al digitale, agilità e flessibilità, centralità del cliente e cultura basata sui dati.
I risultati emersi dal report e da una serie di interviste mirate, hanno contribuito a identificare alcune delle ragioni che si celano dietro a questo divario di cultura digitale, compresa l’incapacità dei senior leader nel trasmettere una chiara visione digital ai propri dipendenti, l’assenza di modelli digitali e la mancanza di Key Performance Indicators (KPI) allineati agli obbiettivi di trasformazione digitale.
Entrando più nel dettaglio dei risultati dell’indagine si legge che: solo il 7% delle aziende intervistate è convinto di poter riuscire a testare nuove idee e implementarle velocemente. Questo dato riflette il sentiment dei dipendenti in merito alla cultura dell’innovazione, con solo il 37% degli intervistati – contro il 75% dei senior executive – che afferma che le proprie aziende possiedono una cultura orientata a innovazione, sperimentazione e assunzione del rischio.
Inoltre, è stato rivelato un divario nella collaborazione tra executive senior e dipendenti: l’85% dei top executive è convinto che le proprie aziende siano in grado di promuovere la collaborazione interna, mentre solo il 41% dei dipendenti concorda con questa affermazione.
La ricerca ha poi constatato considerevoli differenze tra ciò che leader e dipendenti intendono come una ‘chiara visione digitale’. Il 62% degli intervistati che ricoprono posizioni di leadership ha dichiarato di avere una strategia molto ben definita e finalizzata al raggiungimento dei propri obiettivi digitali, mentre solo il 37% dei dipendenti concorda con questa affermazione.
Tutto questo a fronte del fatto, invece, che sarebbe necessario che le aziende si assumessero il rischio di sperimentare, che avere dipendenti motivati è fondamentale per mettere in pratica e valorizzare la visione digitale e così via.
Trasformazione digitale in azienda, ecco come fare
La ricerca ha identificato un gruppo di ‘front-runner’ (34% delle aziende intervistate) che ha performato bene e in maniera costante in tutte e sette le dimensioni della cultura digitale e la cui leadership è riuscita ad allineare con successo l’intera organizzazione alla cultura desiderata. Il Regno Unito, la Svezia e gli Stati Uniti hanno una forte rappresentanza di cultura digitale in aziende leader del mercato (rispettivamente 63%, 60% e 56%), e automotive (43%), prodotti consumer (38%) e telecomunicazioni (32%) possiedono la percentuale più alta per settore industriale.
Questi personaggi tendono ad assumere personale in maniera differente rispetto alle controparti lente nel processo di implementazione del digitale, cercando volutamente tratti comportamentali come creatività e autonomia durante l’attività di recruiting – l’83% dei leader rispetto al 29% delle controparti; adeguando le descrizioni dei ruoli e i KPI al fine di allinearsi alla trasformazione digitale complessiva (75% rispetto al 17%) e adattando i compensi agli obiettivi di trasformazione digitale (70% rispetto al 13%).
Questi i suggerimenti di Capgemini per adottare una cultura digitale:
• dislocare agenti di cambiamento digitale e consentire ai dipendenti di guidare la cultura digitale;
- progettare nuovi KPI digitali, focalizzati sui comportamenti;
- rendere tangibile il cambiamento verso la cultura digitale;
- investire nelle competenze digitali che contano;
- comunicare chiaramente una visione digitale e dimostrare il coinvolgimento tangibile della leadership;
- utilizzare strumenti di collaborazione digitale per aumentare la trasparenza e comunicare con i dipendenti;
- adottare un approccio sistematico di pensiero verso il cambiamento culturale.
«Le tecnologie digitali – ha commentato Andrea Falleni, amministratore delegato di Capgemini Italia e Eastern Europe – sono in grado di apportare un rilevante valore aggiunto, ma per poterne usufruire le aziende dovranno aver diffuso e consolidato la giusta cultura digitale sostenibile. Inoltre, è necessario coinvolgere, delegare e ispirare tutti i dipendenti per consentire il cambiamento culturale insieme a loro: lavorare sul divario tra leadership e dipendenti rappresenta un fattore chiave per la crescita. I business che riusciranno a fare della cultura digitale un pilastro fondamentale della propria strategia saranno in grado di migliorare il rapporto con i clienti, attrarre i migliori talenti e prepararsi così al successo nel mondo digitale di oggi».