Dove sono e cosa fanno le Pmi virtuose?

I risultati di una ricerca Smau-Politecnico di Milano delineano il grado di maturità dal punto di vista Ict delle Pmi italiane

Pubblicato il 10 Nov 2009

MILANO – Tra le iniziative che hanno caratterizzato l’edizione di quest’anno dello Smau (www.smau.it) va sicuramente citata la nascita dell’Osservatorio Smau-School of Management del Politecnico di Milano (www.polimi.it), con l’obiettivo di monitorare la stato di adozione dell’Ict in Italia attraverso una serie di ricerche specifiche riguardanti grandi imprese, Pmi, canale Ict e i mercati digital consumer.
Un primo assaggio di questi studi è quello che riguarda i dati della ricerca sullo stato di adozione dell’Ict nelle Pmi italiane.
L’analisi di 1200 piccole e medie imprese (da 10 a 500 dipendenti) ha portato a identificare alcuni comportamenti virtuosi che le aziende più lungimiranti stanno adottando per affrontare e superare la crisi e che riportiamo sinteticamente:
 • Le aziende che sfruttano la difficile situazione economica per acquisire altre imprese più in difficoltà ma con buone potenzialità di crescita.
Quelle che approfittano del momento per ristrutturare e sistemare le inefficienze, stando attente a non tagliare risorse comunque necessarie anche in prospettiva.
Quelle che stanno migliorando le proprie capacità di analisi  e di controllo interno, evitando, o smettendo, di “navigare a vista”.
Quelle che hanno innovato prodotti o servizi “collaterali” per focalizzare l’attenzione su segmenti di mercato oggi meno soggetti alla crisi.
Quelle che hanno saputo costituire scorte finanziarie prima del periodo di crisi, oggi possono permettersi di effettuare operazioni straordinarie.
Accanto alla rassegna dei comportamenti virtuosi, Raffaello Balocco, responsabile per la ricerca sulle Ict nelle Pmi del Politecnico di Milano, ha anche presentato un indice di maturità Ict delle Pmi di alcune zone del territorio nazionale (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Puglia).
Ma cosa si intende per “impresa matura” dal punto di vista Ict? Come spiega Balocco, si tratta di un’impresa che “dispone di una infrastruttura completa e affidabile e predisposta all’evoluzione, e di un patrimonio applicativo che supporta tutti i principali processi aziendali in modo integrato”.
Sulla base di questa definizione, il Politecnico ha rilevato una maggior maturità delle Pmi: la percentuale di Pmi che stanno utilizzando in modo maturo infrastruttura Ict e parco applicativo è infatti passata dal 12 al 17% mentre si è ridotta da 47 a 34% la percentuale delle imprese “immature”.
Significative anche le variazioni riscontrate dall’indicatore del livello di maturità Ict delle Pmi italiane messo a punto dal Politecnico. A livello nazionale due anni fa l’indicatore misurava quota 40 (in un range di maturità da 0 a 100) mentre oggi segna 49. Nella classifica per singole Regioni, la Lombardia è al primo posto con 63 punti, seguita da Veneto (62) ed Emilia Romagna (59), con la Puglia distanziata a quota 37.
A fronte di una crescita riscontrata nei livelli di maturità Ict, il Politecnico rileva un calo di impegno delle stesse imprese nelle intenzioni di sviluppare progetti “rilevanti” nel corso del 2010: due anni fa lo dichiarava oltre la metà delle Pmi, oggi la percentuale è scesa al 38%. La crisi, insomma, si è fatta sentire.

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