LAS VEGAS – Dalla prima piattaforma It basata su architetture mainframe siamo arrivati oggi, passando per la seconda tappa legata al mondo client/server, alla terza piattaforma che va delineandosi attraverso una interconnessione sempre più spinta tra tecnologie dirompenti quali cloud, mobility, social e big data. A guidare questa trasformazione sono le applicazioni: devono servire centinaia di milioni di utenti, essere fruite in qualsiasi momento e da qualsiasi device mobile e generano volumi di informazioni di valore per il business.
“Il software sta ridefinendo le aziende e i data center”, esordisce Joe Tucci, Chairman e Ceo di Emc Corporation aprendo i lavori dell’Emc World 2014, l’annuale convention dedicata a clienti, partner, analisti e giornalisti che quest’anno ha raccolto oltre 15 mila persone a Las Vegas.
Si concentra sul concetto di ‘Redefine’ la lunga carrellata di annunci dalla quale risulta chiara la strategia della multinazionale, che possiamo riassumere nelle parole di David Goulden, Ceo di Emc Information Infrastructure (una delle business units di Emc Corporation): “Il modello di cloud ibrido permette ai clienti di far girare le applicazioni in modo facile ed economico all’interno o all’esterno dei loro data center e sono i nuovi prodotti software-defined a rendere questo possibile”.
Dalla Federazione di imprese una raffica di annunci
La via verso la Digital Enterprise, che Emc preferisce identificare come Software-Defined Enterprise, passa dunque attraverso l’hybrid cloud, ambito nel quale il numero uno Tucci annuncia il lancio di Emc Hybrid Cloud, “un’architettura di software defined data denter che unifica tutte le tecnologie delle società che fanno capo ad Emc Corporation [ossia le varie business units, in particolare Emc Information Infrastructure ed Rsa, la divisone dedicata alla sicurezza, e le aziende controllate VMware e Pivotal – ndr] e che oggi si presentano come una ‘Federation’, sia nell’approccio al go-to-market sia nella proposta e nell’integrazione tecnologica”, spiega Tucci. Emc Hybrid Cloud, infatti, è una soluzione integrata che unifica architetture storage e protezione dati Emc, Pivotal CF Platform-as-a-Service (PaaS) e Pivotal Big Data Suite, soluzioni VMware per la virtualizzazione e la gestione cloud, e VMware vCloud Hybrid Service.
L’aspetto interessante è che la nuova soluzione non supporterà solo gli ambienti VMware, ma anche OpenStack e Microsoft. “Non è reale pensare che nelle imprese esistano solo architetture Emc”, commenta a tal proposito Tucci.
La strada verso il software defined data center per Emc passa, come prevedibile, anche dallo storage, ambito coperto da due importanti annunci: la nuova Emc Elastic Cloud Storage (Ecs) Appliance e la piattaforma Software-Defined Storage ViPR 2.0.
La prima è un’infrastruttura per cloud storage hyperscale, ideale per i big data, che unisce la flessibilità data da ambienti di cloud pubblico con il controllo e la sicurezza di un cloud privato on-premise (infrastruttura totalmente automatizzata che supporta il provisioning sia ‘a blocchi’ sia ‘ad oggetti’). “I dati generati dalle applicazioni di ultima generazione attraverso il web, i social e i device mobili devono essere accessibili, sicuri e disponibili per l’analisi – commenta Tucci -. L'infrastruttura storage deve essere capace di gestirne la crescita esplosiva e continua”. Ecs Appliance va proprio in questa direzione: è una soluzione modulare a scalabilità orizzontale sviluppata per fornire la massima alta densità per singola unità rack (fino a 2,9 Petabyte in un unico rack). Dal palcoscenico della convention i manager hanno mostrato anche alcune analisi che certificano un Tco complessivo dell’appliance inferiore del 28% rispetto alle soluzioni di Amazon e Google.
ViPR 2.0, invece, semplifica al massimo la gestione delle infrastrutture storage (già esistenti o di nuova realizzazione), con l’aggiunta di nuovi data services a supporto delle applicazioni di ultima generazione e dell'analisi dei big data. ViPR si integra con i tool di amministrazione e orchestrazione sia di VMware, sia di OpenStack e di Microsoft, “dato che lo storage deve far parte dei più ampi workflow di un data center”, commenta Goulden.
La lunghissima lista di annunci prosegue con le soluzioni per la protezione dello storage, in particolare con il nuovo sistema Emc Data Domain DD2200 di classe enterprise ma appositamente progettato e ottimizzato per clienti midmarket ai quali viene proposto attraverso i partner di canale, e Emc D@re (Data-At-Rest-Encryption) per la cifratura crittografica dei dati scritti su disco; quest’ultimo prodotto, aggiunto alla linea di sistemi storage Vnx Series, elimina la possibilità di accedere ai dati attraverso la rimozione non autorizzata dei dischi.
Una nuova acquisizione nel segno del Flash
Altro importante tassello della strategia Emc riguarda il mondo della tecnologia Flash, ultima frontiera dello storage [vedi l’articolo correlato dal titolo “All Flash Array perché convengono” – ndr]. In una sessione ad hoc per i giornalisti, Jeremy Burton, President, Products and Marketing di Emc, fornisce alcuni dati che avvalorano positioning e strategia dell’azienda: “Nel 2008 Emc è stata la prima società a integrare i flash drives negli array storage enterprise. Nel solo primo trimestre 2014, abbiamo venduto più di 17 Petabyte di capacità flash, il 70% in più rispetto al primo trimestre dello scorso anno. In soli due mesi dalla disponibilità di XtremIO, la piattaforma è diventata, secondo le indagini degli analisti, leader di mercato. Oggi, più del 70% di tutti i sistemi Emc Vmax e Emc Vnx2 hanno capacità flash”.
Se lo scorso anno la presentazione dei sistemi XtremeIO rappresentava il tassello cardine della strategia di Emc, quest’anno la notizia, che va a rafforzare ulteriormente la vision della multinazionale e la volontà di affermarsi come il numero uno globale nei sistemi storage basati su tecnologia flash, è data dall’acquisizione di Dssd, una start up californiana con la quale Emc collabora da più di un anno; di fatto, Emc ha guidato gli investimenti e le strategie della società affiancandosi come partner anche nello sviluppo tecnologico. E ha avuto tutto l’interesse nel farlo, non tanto per l’annunciata acquisizione in sé, quanto per l’innovativo livello di storage rack-scale sviluppato da Dssd. La società, infatti, ha sviluppato un livello-flash per lo storage in grado di garantire altissime performance a supporto di database I/O-intensive in-memory e workload big data come Sap Hana e Hadoop.
E sul fronte in-memory, da Las Vegas arriva un altro annuncio, direttamente dalle parole del Ceo di VMware, Pat Gelsinger: “VMWare ha reso la piattaforma database Sap Hana in-memory disponibile in ambienti virtualizzati basati su vSphere 5.5. Si tratta del primo hypervisor in grado di mettere a disposizione, dopo tre anni di intensi test, una versione virtualizzata ‘production-ready’ di Sap Hana”.