Secondo gli analisti, il cloud ha raggiunto ormai la maturità tecnologica e di adozione. Così, a volare sulla nuvola, non sono più soltanto le applicazioni commodity, ma anche le soluzioni business critical come i sistemi gestionali. La modernizzazione della piattaforma ERP infatti promette benefici concreti, ma come andrebbe affrontata la migrazione per ottimizzare i ritorni?
Se ne è parlato durante la tavola rotonda organizzata da ZeroUno in collaborazione con SAP e Avvale, che ha visto la partecipazione di importanti realtà del tessuto industriale italiano.
L’adozione del cloud nel mercato italiano
Come dichiara Francesca Saraceni, Senior Researcher Osservatorio Cloud Transformation, Politecnico di Milano, la nuvola è pronta per il sorpasso. Le grandi imprese italiane, con oltre 250 dipendenti, hanno spostato il 44% del parco applicativo sul cloud, mentre il 54% rimane on-premise e il 2% all’edge. Nella maggioranza dei casi, le soluzioni in cloud sono di tipo SaaS (54%), a seguire IaaS (29%) e infine PaaS (14%).
“L’emergenza pandemica – ricorda Saraceni – è servita da forte acceleratore, ma il ricorso al cloud è stato incentivato anche dalla maturità dell’offerta, che ha saputo dare un indirizzo più chiaro e preciso ai percorsi di adozione”. Anche le PMI si stanno muovendo, seppure con numeri inferiori, verso la strada dell’as-a-service, soprattutto per soluzioni di collaborazione, amministrazione e contabilità, gestione documentale.
Il cloud , insomma, sta rivoluzionando il parco software delle aziende, che sempre più spesso scelgono di adottare applicazioni moderne (ovvero nate o riprogettate per un uso ottimizzato nel cloud), superando molte problematiche del legacy, come l’obsolescenza tecnologica, l’architettura poco flessibile, i limiti di scalabilità e integrazione, la user-experience datata, la perdita di know-how.
Il nuovo ERP potenziato dal cloud e dall’AI
Ma come cambiano le piattaforme gestionali con il cloud? Secondo Saraceni, i nuovi sistemi ERP si caratterizzano per accessibilità sempre e ovunque, utilizzo “out-of-the-box” (senza necessità di personalizzazioni) e disponibilità su diversi dispositivi così da potenziare i lavoratori dove e quando serve. Oltre alla nuvola, l’intelligenza artificiale rappresenta un’ulteriore variabile di trasformazione, che sta rivoluzionando i software gestionali, aggiungendo funzionalità analitiche e automazione.
“Il cloud – sottolinea Saraceni – ha una valenza di democratizzazione tecnologica, perché garantisce, anche alle aziende piccole e medie, di accedere a soluzioni sempre aggiornate allo stato dell’arte”.
Grazie al cloud, le aziende potranno dunque beneficiare delle soluzioni ERP di ultima generazione, ottenendo accesso immediato all’innovazione AI. Certo, occorrono opportune riflessioni per gestire correttamente la componente di spesa, che viene trasformata dalle logiche dell’as-a-service, ma i benefici sono concreti.
“La piattaforma gestionale – asserisce Saraceni – è sempre stata pensata come sistema rivolto all’efficienza interna, ma oggi si apre diventando l’elemento chiave per attivare applicazioni a valore, come la manutenzione predittiva, la pianificazione avanzata, il digital-twin di processo o la servitizzazione di prodotto”.
L’ERP in cloud a supporto della crescita aziendale
L’analisi di Saraceni sui benefici del gestionale as-a-service viene avvalorata dalla testimonianza di Lorenzo Merlini, Chief Digital Officer di Omnia Technologies (ex Della Toffola Group).
Specializzata in tecnologie per l’industria del wine, spirits, beverage e dairy e parte del fondo Investindustrial, la società trevigiana ha infatti sviluppato un progetto per l’adozione di SAP S/4HANA Cloud, con la collaborazione di Avvale.
Come racconta Merlini, Omnia Technologies, che conta attualmente ben 16 realtà diversificate, è il risultato di un’intensa attività di acquisizioni. “L’adozione dell’ERP in cloud – commenta il CDO – ha permesso di uniformare le procedure in tutte le aziende del Gruppo, basandosi sui processi standard e sulle best practice proposte dal sistema, ma anche beneficiando dell’expertise che caratterizza il nostro partner per l’integrazione”.
La soluzione adottata è stata accolta positivamente all’interno del Gruppo, anche se chiaramente ha comportato un periodo transitorio per l’affinamento delle competenze degli utilizzatori. “Il progetto di migrazione alla nuova piattaforma – dichiara Merlini – è durato circa nove mesi. Dal go-live, in solo un mese sono stati portati a bordo tutti i colleghi di ben quattro società”.
Come spiega Gian Carlo Pera, associate partner di Avvale, l’obiettivo principale è stato definire un global template che fosse efficiente per tutto il gruppo e consentisse un on-boarding graduale di tutte le realtà. Per progetti così complessi, infatti, la fase di studio preliminare si rivela determinante, perché permette di evitare errori e accelerare i tempi di messa in esercizio.
Da qui, a partire proprio dall’assessment e grazie a un approccio agile, i processi possono essere configurati rapidamente con le best practice del sistema (le personalizzazioni vengono ridotte all’essenziale) cosicché il business è in grado di valutare subito la bontà della soluzione implementata. Una volta ottenuta l’approvazione, l’adozione della piattaforma può essere via via ampliata all’interno dell’azienda.
Come scegliere il partner per la modernizzazione ERP
Secondo Merlini, la scelta del partner è stato un elemento fondamentale per la buona riuscita del progetto. “Avvale – afferma – ha le conoscenze e le competenze tecniche sul sistema ERP, ma anche l’expertise per guidare l’impresa nella trasformazione. Far percepire all’interno dell’azienda il valore di un nuovo backbone gestionale a 360 gradi è molto complesso. Pertanto, ci vuole un partner pronto a supportarti, capace di definire il percorso di integrazione del sistema, nonché di comprendere i processi aziendali perché si adattino alle best practice e contemporaneamente soddisfino le esigenze del business”.
Dopotutto, si tratta di progetti impattanti, che richiedono oculatezza e lungimiranza, ovvero la capacità di valutare l’effort iniziale in funzione degli importanti risultati che verranno conseguiti nel tempo. “Lo sponsor – dice Merlini – deve essere il business, mentre l’IT è il braccio armato. Il partner invece va scelto in questi casi per le professionalità interne: non serve un mero esecutore operativo, ma un consulente capace di definire le specifiche iniziali e mettere a terra il progetto”.
“Il ruolo del partner – conferma Pera – è cambiato. Oggi siamo consulenti di processo, perché il nostro interlocutore è il business. Pertanto, dobbiamo fare capire l’importanza dell’adesione alle best practice per l’efficienza e la crescita aziendale”.
“Fondamentale – ricorda Saraceni – per la buona riuscita dei progetti, è anche la presenza di un intermediario lato azienda, ovvero un mediatore che abbia già maturato esperienze su analoghe iniziative di trasformazione e che possa fungere da traduttore tra il partner e l’organizzazione”.
Rotta sul cloud, una strada obbligata?
Se il partner è stato un elemento a valore per l’adozione del nuovo ERP, la scelta del cloud ha rappresentato il fattore decisivo per la trasformazione di Omnia Technologies.
Secondo Merlini, il gruppo ha optato senza riserve per un approccio full-cloud, in virtù dei vantaggi di flessibilità, sicurezza e continuità operativa rispetto alle soluzioni on-premise. “Il cloud – aggiunge – non solo apre le porte alle innovazioni future, come gli sviluppi dell’intelligenza generativa, ma garantisce l’evoluzione del sistema stesso in termini di scalabilità”.
Ma la nuvola è diventata oggi una strada obbligata per qualsiasi azienda? “Se l’azienda non è pronta – dice Pera – non deve andare in cloud. La migrazione non deve essere un’imposizione, perché lo sforzo è grande e bisogna essere convinti”.
“SAP – aggiunge Fabrizio Moneta, direttore Mid Market e canale, SAP Italia – mantiene comunque il doppio binario, in cloud e on-premise. Notiamo però che il mercato, incluso il segmento delle medie imprese, sta andando nella quasi totalità in direzione della nuvola”.
Come confermano le aziende presenti, il cloud sta diventando una questione di necessità: l’aggiunta di processi moderni spesso richiede la flessibilità garantita solo dal paradigma as-a-service, l’unico a essere sufficientemente elastico anche per supportare i futuri sviluppi tecnologici, organizzativi e procedurali, in un contesto di forte incertezza e poco prevedibile. Avere un sistema in cloud, aperto e flessibile, permette maggiore dinamicità per gestire ad esempio anche le eventuali operazioni di Mergers & Acquisitions che interessano l’azienda, come nel caso di Omnia Technologies.
Il cloud garantisce Innovazione continua
Insomma, dalle considerazioni emerse, il cloud sembrerebbe l’antidoto all’imprevedibilità che caratterizza il mercato, ma è anche la garanzia contro il mancato progresso, ovvero contro il rischio di “rimanere fermi al palo”.
“Il cloud – asserisce Moneta – offre un aggancio continuo all’innovazione. Molte aziende soffrono l’obsolescenza tecnologica delle soluzioni legacy, soprattutto per l’ERP, che sono difficili e costose da aggiornare. In molti casi, mancano proprio le competenze interne per la manutenzione. Scegliendo la nostra piattaforma, invece, le imprese ottengono garanzie di continuità: siamo un vendor specializzato in sistemi ERP e da oltre cinquanta anni condividiamo best-practice, esperienze e verticalizzazioni. Pertanto, la nostra soluzione è in grado di seguire le esigenze in divenire del mercato. Inoltre, tutte le nostre innovazioni, come ad esempio il Green Ledger (lo strumento per l’analisi e il decision-making in materia di sostenibilità aziendale – ndr) sono rese subito disponibili al cliente tramite il cloud”.
Come dichiara Moneta, SAP evolve anche grazie alla capacità di ereditare le tecnologie messe a disposizione dall’ecosistema dei partner e degli hyperscaler. Ad esempio, il sistema gestionale tedesco beneficia delle soluzioni di intelligenza artificiale messe a disposizione dalle infrastrutture AWS e delle funzionalità di speech-to-text oggi integrate all’interno di Office 365.
“Anche rimanendo con una soluzione tradizionale chiusa in un datacenter proprietario – afferma Pera – SAP non blocca la possibilità di innovazione, ma permette di aprirsi attraverso la nuvola. Tramite connettori, infatti, la piattaforma ERP di SAP, indipendentemente dall’opzione scelta, on-premise o sulla nuvola, può accedere ad altri servizi cloud, come ad esempio le componenti di intelligenza artificiale, arricchendosi di funzionalità”.
Nel caso di gestionale as-a-service, invece, questa stessa possibilità di integrazione permette di controbilanciare i limiti di personalizzazione tipici delle tecnologie cloud: così le aziende possono cogliere i benefici della standardizzazione, senza rinunciare a funzioni verticali.
La modernizzazione deve partire dall’architettura dati
A chiusura dell’ampio dibattito sulla convenienza del cloud, Saraceni sintetizza la ricetta per una migrazione felice e lungimirante, che deve partire innanzitutto dal data management.
“Il cloud – suggerisce – è un percorso e pertanto non va visto come una scelta perentoria o totalizzante. Infatti, le soluzioni più frequentemente adottate sono ibride. La migrazione rappresenta un’opportunità di razionalizzazione applicativa, ma deve partire dalla costruzione di una solida architettura dati”.
Indipendentemente dalle decisioni sul parco software, insomma, bisogna definire a monte come deve essere gestito il patrimonio informativo.
“Il futuro è incerto – conclude l’analista – e non si conoscono a priori le evoluzioni tecnologiche: oggi l’adesione alle best practice (con il cloud non c’è bisogno di reinventarsi la ruota, vista l’ampiezza dell’offerta) e un buon lavoro sul dato ripagheranno le scelte applicative prossime”.