Finaki 2012 e Sistema Paese: cosa possono fare i Cio?

Il Comitato di Programma di Finaki 2012, sotto la presidenza di Federico Alker, direttore relazioni istituzionali Consip, si interroga sulla figura del Cio, non tanto nel suo “tradizionale” ruolo di supporto alle aziende, quanto, piuttosto, sulla chance di proporre interventi indirizzati a promuovere lo sviluppo dell’economia del Paese, in particolare dell’economia digitale.

Pubblicato il 13 Mar 2012

20120313Alker Consip
Senza troppo soffermarci sulla situazione economica dell’Italia e gli interventi governativi realizzati in questi ultimi mesi che portano i cittadini “a fare ognuno la propria parte” per la crescita del Paese, chiediamo a Federico Alker (nella foto), direttore relazioni istituzionali di Consip e presidente Finaki per il 2012, un parere diretto sulla figura del Cio.

Quale potrebbe essere, vorremmo sapere da Alker, il ruolo del Cio all’interno di un contesto economico e competitivo che lo spinge inevitabilmente, per continuare ad essere una figura di riferimento, a misurarsi con una dimensione non più solo identificabile all’interno della propria azienda, ma partecipe di un meccanismo di innovazione del proprio segmento tecnologico e del Paese più in generale.

D’altro canto, l’indicazione che quest’anno proviene dal Comitato di Programma Finaki è molto chiara: mettere al centro del convegno annuale (che si terrà a giugno, a Taormina) “Il contribuito dei Cio allo sviluppo del sistema Paese”.

“Nessuno mette più in dubbio il valore del Cio all’interno del contesto aziendale – esordisce Alker – e sono convinto che sia ormai superata la fase in cui il dipartimento informativo era visto come “possessore” di informazioni; oggi è un “fornitore” di informazioni o ancora meglio di servizi che facilitano il lavoro degli altri attraverso la “meccanizzazione” di processi e informazioni, per essere molto sbrigativi e semplicisti (è ovvio che la funzione è molto più complessa e di valore)”.

La questione è un’altra. “Oggi vogliamo capire come può “elevarsi” il Cio: dal valore che può dare all’azienda a quello che può fornire per il Paese”, sostiene Alker. “È chiaro che non parliamo di una “battaglia” che il Cio può affrontare da solo. E a dire il vero, poi, la complessità degli ambienti It e delle strutture organizzative in cui oggi opera il Cio non gli consentono più di “fare da solo” nemmeno in azienda; deve cercare costantemente un confronto e condividere best practice ed esperienze con i colleghi. Ed è qui che entrano in gioco associazioni e rappresentanze professionali come Finaki”.

“Negli anni passati, Finaki ha sicuramente contribuito all’evoluzione della figura del Cio mettendo a fattor comune esperienze dirette e considerazioni ed elementi emersi in tavole rotonde e occasioni di confronto e dibattito tra i Cio – prosegue Alker – ma la dimensione di analisi era focalizzata sulla specificità d’azienda. Quest’anno, vorremmo che il focus si spostasse e che, all’interno dei diversi settori merceologici, si identificassero quelli che sono gli elementi comuni che possono guidare il cambiamento”.

“Ognuno di noi, continuando a fare la propria attività all’interno delle aziende e condividendone il valore generato, darà una sua parte di contributo. Nel rispetto dei doveri che ogni responsabile It ha verso la propria azienda, suggerisco di mettere a fattor comune le scelte, gli approcci, le metodologie”, precisa il presidente Finaki. “Ogni successo professionale ottenuto da ognuno di noi contribuisce a costruire un metodo di lavoro che, se diffuso, concorre a creare le condizioni che permetteranno al sistema di ripartire, avanzare, innovare”.

Attenzione però: “il Cio non ha, e forse non deve avere, le leve di trasformazione del Paese. Queste spettano ai governi, agli imprenditori, ai manager pubblici e privati. Al Cio spetta il dovere di operare perché le leve funzionino”, puntualizza Alker. “E perché le leve funzionino per tutti, devono cambiare le “regole del gioco”, evitando di pensare “a silos” differenziando tra pubblico e privato o tra un settore merceologico e l’altro”.

Ciò su cui insiste Alker, infatti, sono “le linee comuni”: “Proporre interventi indirizzati a promuovere lo sviluppo dell’economia, in particolare dell’economia digitale, è un obiettivo non facile da raggiungere. Qui interviene Finaki che, mettendo a fattor comune gli elementi emersi durante le tavole rotonde, i workshop e i vari momenti di dibattito che si terranno nel corso dell’anno, si fa “portavoce” di queste argomentazioni per portarle sui tavoli politici di dibattito”.

Il grande lavoro di confronto svolto dai Cio all’interno dei diversi workshop consiste nell’identificare come intervenire su quelle “regole del gioco” che guidano oggi i differenti segmenti merceologici, per cambiarle in un’ottica di innovazione con alla base una pervasività dell’Ict.

ZeroUno supporta Finaki

Poteva ZeroUno non garantire uno sforzo di contributo e di amplificazione a questo disegno strategico? No di certo! Nel 2012 ZeroUno sarà infatti a fianco di Finaki non solo per garantire la copertura mediatica dell’evento annuale che si terrà a Taormina il prossimo giugno, ma in una partnership esclusiva finalizzata ad impostare momenti di confronto (tavole rotonde, workshop) nonché documentazione di supporto i cui contenuti serviranno poi da stimolo ad un aperto dibattito all’appuntamento siciliano. A valle dell’evento, il ruolo di ZeroUno sarà quello di razionalizzare le argomentazioni e le riflessioni che emergeranno dai diversi dibattiti in alcune documentazioni (quaderni, white paper) utili ai Cio per i loro tavoli di lavoro.

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