Forum It, un problema, tante possibili soluzioni

Come superare la sfida che le peculiarità di sempre del mercato italiano, sommate all’attuale congiuntura economica, pongono ai vendor Ict? Un incontro tra esponenti dell’offerta di infrastrutture, soluzioni e servizi per dare qualche risposta al problema

Pubblicato il 13 Gen 2009

RICCIONE – Si è tenuta a Riccione l’ottava edizione del “Forum IT”, un evento organizzato dall’agenzia di pubbliche relazioni Grandangolo per far incontrare rappresentanti della stampa con alcune società del mondo dell’offerta. Le aziende partecipanti erano ben 11. In ordine alfabetico: Apriso, specializzata in sistemi per il manufacturing; Bell Micro, distributore a valore aggiunto di dimensione internazionale di sistemi e software per lo storage; Brocade, piattaforme, soluzioni servizi per San e ambienti storage condivisi; Enterasys Networks, tecnologie di secure networking; Terasystem, system integrator di grandi infrastrutture e specialista nello storage dati; Hitachi Data Systems, vendor di piattaforme e di servizi di storage; Infoblox, appliances per i servizi di rete essenziali (Dns, Ip address e simili); Leasecom, servizi di noleggio hardware per utenti e rivenditori; Mauden, Var specialista in storage; Tecnonet, system integrator nel campo delle Tlc.
Abbiamo lasciato fuori dall’elenco International Technology Group (Itg) in quanto si tratta di un’organizzazione atipica rispetto alle altre, fornendo servizi di consulenza, formazione e supporto al marketing e alle strategie commerciali delle imprese. Ma è stata proprio Gabriella Grignolio, Partner Itg, ad aprire la discussione dimostrando, con l’aiuto di uno studio condotto da Sda Bocconi, come “La mancanza di efficienza e produttività delle aziende italiane sia spesso legata ad una cronica ignoranza informatica”. E sia quindi necessario sviluppare un approccio alla formazione che tracci i livelli di conoscenza del personale evidenziando le competenze necessarie a raggiungere gli obiettivi dell’azienda. Dopo si potranno identificare le azioni idonee a colmare tali lacune, “con percorsi formativi nelle varie aree strategiche, come vendite, acquisti, marketing ed e-procurement”.

Questa opinione è condivisa sia da Matteo Baroni (a sinistra), sales manager di Enterasys, sia da Marco Malafante (sotto), country manager di Bell Micro. Il primo osserva come “si percepiscono i costi dell’hardware e della manutenzione, ma non quelli della mancata educazione e formazione ai processi operativi”, per ovviare alla quale occorrono eventi mirati e servizi di supporto tecnico e commerciale. Quanto a Malafante, dopo aver esordito

sostenendo che “C’è ancora la percezione dell’It come un costo necessario”, sposta l’accento sul ruolo della distribuzione, la cui funzione sarebbe quella di “supportare i clienti lungo tutto il processo di vendita attraverso servizi ad hoc, mirati ad ottimizzare ed integrare le soluzioni nell’infrastruttura esistente presso il cliente finale”. Per il quale, conclude “Il distributore diventa un punto di riferimento per competenze, professionalità e servizi, inclusi quelli finanziari”.

E se i finanziamenti sono un problema, Gisella Geraci (a sinistra), country manager di Leasecom, osserva come anche in Italia si cominci a valutare, specie presso le Pmi, il noleggio degli apparati Ict con soluzioni di locazione flessibili e personalizzate, anziché il loro acquisto.
Per Dario Pardi (nella foto), Regional vice president Southern and Benelux di Hds, “occorre reagire all’incertezza della situazione economica internazionale con l’ottimizzazione delle infrastrutture, il contenimento dei costi e la riduzione dei consumi”.

Una sfida dove, soprattutto in Italia, Var e System integrator hanno un ruolo essenziale. Per quanto riguarda Hds, ad esempio, “occorre fare consulenza con partner e clienti per valutarne le necessità di storage, prevedendo, se del caso, anche proposte di storage service oriented e on-demand”, soluzioni che però possono dare il massimo vantaggio solo tramite un approccio consulenziale e un elevato livello di competenze. A questo riguardo, siamo costantemente impegnati nel costruire e sviluppare solide partnership attraverso le quali veicolare al meglio le nostre soluzioni, con vantaggi per tutta la filiera: vendor, canale, utente finale”.

Anche Tino Prato (a sinistra), country manager di Brocade, ha posto l’accento sulla necessità di aiutare le imprese nella riduzione dei costi, “focalizzando però più quello che la tecnologia può far risparmiare che un eventuale abbattimento di costo della stessa”. In un mercato dove il tessuto economico è frammentato in migliaia di realtà diverse “occorre che il vendor sappia adattare la propria offerta in modo da poter soddisfare le esigenze sia delle grandi imprese, sia delle aziende di piccole e medie dimensioni. La proposta di Brocade fa perno su quella che Prato chiama una infrastruttura orientata al servizio, “che cioè, oltre a garantire prestazioni elevate, abbia l’intelligenza necessaria per mettere a disposizione delle applicazioni mission critical le risorse di cui hanno bisogno”. Elemento chiave di questa proposta è l’architettura Dcf (Data Center Fabric), un insieme di tecnologie che semplificano la connettività e riducono i costi dei data center favorendo l’integrazione di storage, server e applicazioni in un’unica infrastruttura”.

Per Luca Introini (a sinistra), responsabile per l’Italia di Apriso, “la sfida del mercato si gioca sull’integrazione dei processi”. Ad esempio, nel gestire l’intera supply chain per adattarsi rapidamente a condizioni di business che cambiano con estrema rapidità. “Oggi occorrono piattaforme evolute e flessibili in grado di integrare i diversi processi di business, permettere l’analisi dei dati, gestire nuovi clienti, partner, linee produttive”. Ma purtroppo, aggiunge Introini, “L’attenzione spasmodica ai costi” è il nodo principale con il quale poi ci si trova a combattere “anche per soluzioni che sarebbero strategiche per il business”.

Una problematica diversa è sollevata da Giampiero Gobbi (a sinistra), sales specialist manager per l’area centro-sud di  Terasystem: “Assistiamo ad una crescente concentrazione delle imprese; in questo scenario occorre saper affiancare le aziende nella progettazione e sviluppo di piattaforme Ict che offrano vantaggi di business”. E tramite un accordo con GlassHouse, consulente americano specializzato in metodologie e tool software, Terasystem offre strumenti per automatizzare la fase di raccolta delle informazioni e i processi di assessment sull’infrastruttura It delle aziende.

Lo sviluppo di piattaforme efficienti è anche al centro degli interventi di Giuseppe Belardinelli (a sinistra), amministratore delegato di Mauden, Alberto Filisetti (subito sotto), country manager di Infoblox, e Gianpiero Bianchi (in basso), direttore marketing strategico di Tecnonet. Per il primo “La sfida di questo e del prossimo anno è crescere scommettendo sui nuovi paradigmi che governano lo scenario dell’Ict: Soa e virtualizzazione”, mentre per

Filisetti (in basso) il tema centrale è l’affidabilità dei sistemi: “Molte aziende ricercano soluzioni che migliorino le prestazioni dei servizi di rete, la cui disponibilità rappresenta l’elemento fondamentale per le applicazioni strategiche come la posta elettronica, il file sharing, la navigazione sul Web e le reti intranet”. Bianchi ovviamente, affronta lo stesso tema sul lato dei servizi, sottolineando come occorrano competenze specifiche per sviluppare soluzioni di qualità.

“Purtroppo molte aziende non sono ancora consapevoli del fatto che solo reti efficaci, sicure e affidabili possono migliorare produttività ed efficienza. Abbandonando quindi la logica del prezzo come criterio di scelta e valutando la spesa It come investimento in produttività”.

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