Un tasto delicato, quello della sicurezza, una priorità che i CIO e CISO si trovano a condividere ma che, non per questo, perde peso o diventa meno impegnativa da gestire.
Ogni nuova tecnologia, modifica il panorama di attacchi da cui proteggersi e ne aumenta la complessità, lo trasforma fornendo ai criminali nuove armi, oltre che nuove difese alle potenziali vittime. Ogni anno, ai Digital360 Awards, nella categoria “Information & Cyber Security” si riversano quindi le speranze di CIO e CISO di trovare nuove soluzioni disruptive, con la consapevolezza di dover sempre tenere alta la guardia, anche se emerge un’idea che appare imbattibile.
È in questo clima di sommessa grinta che la proposta di Gyala viene accolta con una particolare entusiasmo. Oltre ad affrontare il tema spinoso della cybersicurezza in modo diretto e concreto, sceglie di mostrare la propria efficacia in un ambiente in cui “abbondano” gli attacchi informatici e non si respira, in media, una spiccata consapevolezza dei rischi quotidiani a cui si è esposti.
Lo fa notare con decisione Carlo Muzzì, Responsabile ICT di Sitaf, quando il team di Gyala sale sul palco di Lazise per la premiazione finale, tenutasi in concomitanza con il Ciosumm.IT. “Il voler affrontare il tema della sicurezza aziendale nel settore degli apparati biomedicali è ciò che mi ha maggiormente colpito di questo progetto – spiega – Il team ha voluto confrontarsi con una urgenza trasversale a tutti gli ambiti, partendo da uno di quelli in cui non è sempre facile incontrare interlocutori consapevoli. Ho molto apprezzato questa scelta”.
Parole che raggiungono “in real time” un Nicola Mugnato, CTO & Founder di Gyala, emozionato per “un premio che corona l’esperienza accumulata in un tempo di lavoro di oltre 10 anni”. Non solo: secondo Mugnato la scelta di CIO e CISO va vista anche come un voler premiare l’italianità della soluzione e la volontà di Gyala di “rendere tecnologie nate nel mondo militare disponibili anche per aziende civili e infrastrutture critiche nazionali. Per noi, questo premio ha il valore di uno sprone, per trovare soluzioni sempre più adatte alle reali esigenze dei CISO che hanno mostrato di apprezzare così tanto Agger”. Questo sistema “all in one”, potenziato da una soluzione AI di supervisione e protezione automatiche, permette un doveroso approccio zero trust senza complessità di implementazione, e riduce al minimo ogni intralcio che possa demotivare chi meno sente l’urgenza di proteggersi.
Il caso d’uso presentato per il contest ha portato tutta la giuria in una “visita immersiva” nel mondo degli apparati biomedicali, ma ne emergono caratteristiche che costituiscono un chiaro segnale della sua applicabilità anche in altri ambiti, a partire dal manufacturing.