HDS: “con l’IoT esprimeremo al meglio la One Hitachi”

Machine data e connettività pervasiva guidano la digital tranformation delle aziende, ed è da qui che parte la strategia ‘Social Innovation’ di HDS incentrata su converged storage infrastructure, content management (soprattutto in chiave mobility), cloud e analytics. L’IoT sarà il driver numero uno per la concretizzazione della vision ‘One Hitachi’.

Pubblicato il 19 Mag 2015

MILANO – “È l’Internet of Things il focus attraverso il quale riusciremo ad esprimere al meglio il valore della strategia ‘Social Innovation’ della ‘One Hitachi’”. Esordisce così Daniel Dalle Carbonare, VP Emea Central Region HDS – Hitachi Data Systems al consueto appuntamento primaverile che la filiale italiana organizza con la stampa. “Oggi si sta concretizzando l’integrazione tra It e Ot (Operational Technology), ossia la connessione tra il mondo dell’informatica e quello delle macchine (non più rappresentato solo dall’automazione industriale ma da miliardi di ‘oggetti connessi’)”.

Daniel Dalle Carbonare, VP Emea Central Region HDS – Hitachi Data Systems

Uno scenario che si sta palesando in un orizzonte oramai chiaramente visibile in tutte le industry, dal trasporto alla sanità, dal retail al mondo delle utility, dal settore energetico a quello manifatturiero… “Questa integrazione necessita di infrastrutture hardware e software per la gestione delle ‘things’ e di tutto il patrimonio informativo che ne scaturisce – spiega Dalle Carbonare -; Big data e IoT sono i pilastri portanti per la trasformazione delle aziende e della società civile; sono le direttrici attraverso le quali si sostanzia la nostra strategia di ‘Social Innovation’ [l’ombrello sotto il quale ricade l’approccio strategico della multinazionale giapponese e la proposta di soluzioni che guidano la digital transformation attraverso ‘machine data’ e connettività pervasiva – ndr]; alla base di tutto serve nuova innovazione nelle infrastrutture, non solo It, ma anche nelle ‘things’, ed è qui che si esprime al meglio il valore della ‘One Hitachi’, dato che la nostra realtà produce macchine, sensori, mezzi di trasporto… ‘oggetti’ che diventano sempre più ‘connected’ ed ‘intelligenti’ grazie al supporto dell’It”.

Come si inserisce Hitachi Data Systems Italia nella ‘One Hitachi’ lo spiega bene Walter Simonelli, country general manager: “Tutto ciò che avrà come claim content management e gestione dei dati destrutturati guiderà l’innovazione delle aziende (e la crescita di HDS, che sul piano infrastrutturale significa converged infrastructure)”.

Walter Simonelli, country general manager, HDS

La strategia di crescita dell’azienda italiana, infatti, sarà guidata da una forte focalizzazione su quattro aree tecnologiche: file content mobility, cloud, analytics, storage infrastructure converged. “A trainare saranno ancora i prodotti di fascia enterprise, com’è stato per tutto il 2014, in particolare in mercati dove stiamo ottenendo risultati particolarmente incoraggianti – sostiene Simonelli -: quello delle utility (con progetti legati in particolare al mondo Sap Hana su tecnologie Hitachi full stack) e quello dei financial services (dove si è lavorato più che altro sul piano delle evoluzioni delle funzionalità dei sistemi). Siamo cresciuti molto bene anche in ambito della system integration, lavorando con i partner, e questo sarà uno dei tasselli strategici su cui punteremo anche nei prossimi anni per migliorare la copertura sul territorio”.

Software-Defined Infrastructure, la chiave per l’IoT

Bob Plumridge, Cto Emea di HDS

A margine della conferenza incontriamo Bob Plumridge, Cto Emea di HDS, il quale focalizza l’attenzione sulle criticità che la digitalizzazione pervasiva porta con sé sul piano dello storage e delle infrastrutture It. “Pensiamo al mondo della Pa e alle implicazioni che gli aspetti normativi di sicurezza e conservazione dei dati dei cittadini (dai dati anagrafici alla cartella clinica) generano sulla proliferazione dei dati”, ci dice Plumridge. “Per riuscire a fronteggiare adeguatamente le sfide in un simile scenario (che valgono per tutte le industry e saranno ancor più critiche con l’IoT), si deve passare dall’Enterprise IT al Webscale IT (‘leggi cloud’) il cui cuore pulsante è rappresentato dal Software-Defined Infrastructure (Sdi) che deve basarsi su tre pilastri: automazione (per semplificare le infrastrutture), accesso (a dati e informazioni per creare insights) e astrazione (per garantire agilità e velocità di cambiamento/scalabilità)”.

Per avere un concreto esempio del ‘potere’ del Sdi basti pensare al mercato dell’healthcare, sottolinea il Cto, oggi tutto incentrato sull’object storage: “non ha più senso utilizzare sistemi proprietari; i dati devono servire sempre, indipendentemente dalle infrastrutture e dalle applicazioni che ci potranno essere domani (a maggior ragione se una cartella clinica deve essere conservata per decenni). L’unica risposta possibile, e l’unica efficace per rendere tali dati disponibili anche via mobile, risiede nello storage ‘ad oggetti’, ideale per gestire con efficienza i set di dati non strutturati di grandi dimensioni e quindi chiave di volta per estrarre del valore dalla miriade di dati che si genererà con l’IoT”.

Ciò su cui punta Hitachi da questa prospettiva è il sistema operativo unico per lo storage, l’Hitachi Storage Virtualization Operating System, integrabile con tutti i sistemi di Infrastructure Service Management (anche open source come OpenStack) e gli ambienti Microsoft, Vmware, Sap, Oracle, Citrix, ecc.

Standardizzazione e ‘apertura’ dei sistemi saranno le chiavi vincenti dell’IoT ma su questo fronte Plumridge spende in chiusura una riflessione importante: “è impensabile che si possa raggiungere una ‘super piattaforma’ comune per la gestione di infrastrutture, dati, oggetti connessi… non è realistico! Credo invece si possa (e si debba) andare verso una standardizzazione ‘verticale’, ossia verso sistemi di comunicazione e gestione ‘aperti’ ma specifici per ‘use case’ e ‘mercati verticali’”.

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