Era diventato un affare internazionale: Oracle annunciava, nel 2010, di voler porre fine allo sviluppo software per la piattaforma Itanium di Intel, inserita all’interno dei server di fascia alta di Hp. A fare da sottofondo, nel 2010, l’acquisizione da parte Oracle di Sun che ha consentito alla società californiana non solo di estendere l’offerta software con i sistemi operativi Solaris ma di entrare a gamba tesa nel mercato dell’hardware. Ed è stato proprio per questo, probabilmente, che Oracle annunciò di voler bloccare lo sviluppo per Itanium. Decisione che Hp ritenne illecita per via di un accordo in vigore che impegnava espressamente Oracle a sviluppare soluzioni per questo tipo di piattaforme e, quindi, per i server Hp. I due colossi dell’It, una volta partner strettissimi, hanno così dato inizio a una battaglia legale che ha visto la fine del ‘primo round’ ad agosto di quest’anno. Il giudice americano incaricato di seguire il caso ha sentenziato la ‘vittoria’ di Hp deliberando che Oracle deve continuare a supportare con il suo software la piattaforma Itanium di Intel finché Hp continuerà a vendere server basati proprio sulla tecnologia Intel (senza alcun costo per Hp).
Oracle ha già annunciato ricorso, non vuole certo perdere opportunità importanti nel mercato dell’hardware e in sua difesa ha sempre ribadito che la decisione oggetto dalla lunga contesa (animata in questi anni anche da interventi pubblici dei vari rappresentati dei due ‘duellanti’ e dalla chiamata in causa degli enti regolatori europei) era guidata da ‘conversazioni private’ con il management di Intel dalle quali sarebbe emerso, secondo Oracle, la volontà di focalizzare il business sui processori x86 abbandonando di fatto lo sviluppo di Itanium. In una comunicazione pubblica del marzo 2011 (riportata prima da InformationWeek e poi ripresa da tutta la stampa) la stessa Oracle dichiarava: "Dopo diverse conversazioni con Intel, la dirigenza di Oracle ha deciso di interrompere tutto lo sviluppo software sui microprocessori Intel Itanium. I vertici di Intel hanno fatto chiaramente capire che il loro focus strategico è sui microprocessori x86 e che le soluzioni Itanium sono vicine alla fine della loro vita".
Dichiarazione che generò non pochi ‘malumori’, non solo in Hp. Era infatti intervenuto lo stesso presidente e amministratore delegato di Intel, Paul Otellini, dichiarando allora che "Il lavoro di Intel sui processori e le piattaforme Intel Itanium continua senza soste, con diverse generazioni di chip in sviluppo e in linea con i tempi previsti. Rimaniamo fermamente impegnati nell'offrire una roadmap competitiva per differenti generazioni rivolta ad Hp-UX e agli altri sistemi operativi che supportano l'architettura Itanium".
Attraverso un comunicato congiunto, soli pochi giorni dopo (fine marzo 2012) Hp e Intel confermavano ufficialmente il proprio interesse per l'architettura Itanium, smentendo così definitivamente le voci.
E il giudice, infatti, non ha tenuto conto, almeno in questa prima sentenza, delle dichiarazioni di Oracle: per ora, indipendentemente da ciò che deciderà di fare Intel, l’azienda di Larry Ellison deve ottemperare ai propri obblighi.
Hp, per altro, non molla la presa: ha chiesto 4 miliardi di dollari perché la decisione di bloccare ogni sviluppo software di Oracle ha fatto colare a picco le vendite dei server Integrity e NonStop, i server su cui è installato il processore Intel. Attendiamo dunque il secondo round…