Strategie

HPE e la rivoluzione del supercalcolo, fra cloud e sostenibilità



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High performance computing, AI e partnership al centro delle strategie. L’AD Bassoli: “è necessario fare sistema per attrarre capitale. I dati sono tantissimi, ma bisogna estrarne valore”

Pubblicato il 7 gen 2025

Vincenzo Zaglio

Direttore ZeroUno, Head of Content Digital360



supercalcolo

Intelligenza artificiale, efficienza energetica, supercalcolo, cloud ibrido, partnership: sono tanti i pilastri su cui HPE poggia la propria strategia in Italia.

“Siamo all’inizio di un’epoca dove i dati sono tantissimi – commenta Claudio Bassoli, presidente e amministratore delegato di HPE Italy – ma il problema è estrarre valore da questi dati. È questa è una bella sfida a livello algoritmico, considerando che serve una forte capacità di elaborazione e computazione. Servono più performance che siano però sostenibili, sia dal punto di vista energetico ed economico.

I supercalcolatori

E sull’high performance computing HPE può dire certamente la sua. Hewlett Packard Enterprise ha realizzato i tre supercomputer più performanti al mondo: El Capitan, Frontier e Aurora con potenze superiori ai 1.000 exaflop. E ha costruito anche i tre più potenti in Europa, fra cui l’HPC6 di ENI che si classifica al quinto posto mondiale e al primo in Europa con una potenza di 478 exaflop.

Fra i primi 10 supercalcolatori al mondo per la prima volta 4 sono europei di cui 2 italiani (Cineca/Leonardo dopo ENI). “Si sta riducendo il gap fra Europa e Stati Uniti – osserva Bassoli -. E se guardiamo all’Italia, le competenze non mancano. Per correre più veloci, però, non bastano solo risorse maggiori: occorre la capacità di fare sistema per attrarre i capitali che le multinazionali hanno comunque la necessità di investire, e mettere a terra progetti che promettano di valorizzare l’investimento. Anche perché se non lo prendiamo noi, andrà altrove. ChatGPT non esisterebbe se non ci fossero i supercalcolatori. E non assisteremmo a una serie di scoperte in ambito materiali, pharma, space, sicurezza senza il supercalcolo. Questi supercomputer cambieranno le regole dell’economia”.

Claudio Bassoli
Claudio Bassoli, presidente e amministratore delegato di HPE Italy

Efficienza energetica

Sul fronte dell’efficienza energetica, HPE ha posto grande enfasi sullo sviluppo di tecnologie di raffreddamento a liquido per i data center, che riguarda tutti i componenti (networking, memoria, GPU, ecc). Secondo quanto riportato dalla società, queste soluzioni, frutto di oltre 300 brevetti, consentono di ridurre il consumo energetico di raffreddamento fino al 90%, il consumo della connettività di rete di almeno il 50% e l’ingombro fisico di un altrettanto 50% rispetto ai sistemi di raffreddamento tradizionali ad aria.

Un aspetto interessante è l’estensione di queste tecnologie, inizialmente pensate per i supercomputer, a una gamma più ampia di infrastrutture IT. I nuovi server Proliant con processori Gen12 sono ad esempio disponibili con raffreddamento a liquido diretto.

Sul fronte del cloud ibrido, la piattaforma GreenLake rappresenta il fulcro dell’offerta HPE, con un modello as-a-service che punta a offrire massima flessibilità e personalizzazione. Tra le novità più rilevanti in questo ambito c’è Alletra MP X10000, una soluzione di storage unificata per blocchi, file e oggetti che semplifica notevolmente la gestione dello storage in ambienti ibridi e multi-cloud.

Partnership e collaborazioni

HPE sta ampliando e rafforzando il suo ecosistema attraverso partnership strategiche e acquisizioni mirate. Un esempio significativo è l’acquisizione di Juniper Networks di 1 anno fa. Questa mossa, come spiegato da Mauro Colombo, Technology & Innovation Sales Director di HPE Italia, mira ad ampliare le capacità di HPE nell’ambito dell’intelligenza artificiale applicata alle reti, non solo per quanto riguarda le reti Wi-Fi e i data center, ma anche per le WAN. L’integrazione delle tecnologie di Juniper Networks dovrebbe portare a soluzioni di rete più intelligenti e performanti, capaci di ottimizzare e reindirizzare il traffico in modo dinamico, migliorando l’esperienza degli utenti e offrendo servizi a valore aggiunto.

La collaborazione con Nvidia, ad esempio, ha portato allo sviluppo di soluzioni AI pacchettizzate, progettate per accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende. Queste soluzioni, come sottolineato da Bassoli, possono essere implementate in tempi rapidi (nell’ordine di settimane) e rese operative in poche ore o giorni.

La partnership (non esclusiva) con Deloitte, invece, mira a integrare l’AI nei processi aziendali, combinando le competenze tecnologiche di HPE con l’esperienza di Deloitte nell’analisi e ottimizzazione dei processi di business. Come noto, i progetti AI devono essere accompagnati da un robusto processo di change management per poter esprimere al meglio il proprio valore.

HPE sta inoltre investendo nell’espansione del suo ecosistema di partner, con un focus particolare sulle startup specializzate in intelligenza artificiale. Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM & SP Sales Director Manager di HPE Italia, ha evidenziato come l’azienda stia conducendo programmi di formazione specifica sull’AI per un gruppo selezionato di partner, co-finanziando lo sviluppo di progetti innovativi in questo ambito.

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