Ibm annuncia i dati relativi al campione italiano dello studio condotto dall’Ibm Institute for Business Value sulla figura del Chief Financial Officer che ha coinvolto nel mondo oltre 1900 intervistati, provenienti da 81 Paesi e 35 settori di attività. In Italia sono stati 34 i Cfo intervistati, appartenenti a differenti settori industriali. In termini generali, i Cfo di tutto il mondo rivestono un ruolo sempre più significativo sulle questioni strategiche e operative, fungendo da vero e proprio fulcro del cambiamento aziendale. Secondo gli intervistati italiani, in particolare, il compito prioritario dei Cfo è duplice: selezionare gli indicatori delle key performance e gestire il capital asset management. Ne risulta un generale incremento dell’influenza dei Cfo all’interno dell’azienda e la consacrazione ad un ruolo strategico dei dirigenti finanziari più marcato rispetto alle scorse edizioni dello studio.
I Cfo italiani individuano, nell’analisi della situazione in cui si trovano ad operare, trend per il futuro simili rispetto alle previsioni dei colleghi: il 74% ritiene, infatti, che dal top management giungerà la richiesta pressante di ridurre i costi d’impresa di base (contro il 78% a livello globale), seguita dall’esigenza di prendere decisioni più accurate e più rapidamente (76% in Italia e 74% nel mondo) e dalla necessità di fornire più trasparenza agli stakeholder esterni (69%).
Di fronte a tali sfide, lo studio Ibm indica senza dubbio qual è il profilo del Cfo capace di rispondere in maniera concreta ed efficace alle richieste della direzione e navigare in un clima economico incerto: i cosiddetti value integrators.