Alle già numerose sfide che un CIO deve affrontare per innestare ogni nuova tecnologia all’interno di un’organizzazione, l’intelligenza artificiale generativa ne aggiunge altre. Stavolta, però, non è solo una questione di numeri: si tratta di sfide peculiari e spesso inedite che possono far vacillare o scervellare anche i team IT più ferrati ed esperti.
La maggior parte riguarda i Large Language Model, la loro funzionalità e la loro accuratezza ma, prima ancora, il grado di fiducia che si può loro accordare conoscendo i tanti timori attorno ai dati con cui vengono addestrati. A illustrare questo scenario è Federico Bissolotti, Technology Sales Manager di IBM, durante l’evento finale dei Digital360 Awards tenutosi in concomitanza con il Ciosumm.IT. Dal palco, Bissolotti spiega le complessità con cui un CIO ha a che fare in questo contesto e la soluzione IBM ideata per supportarlo a gestirle a 360 gradi.
L’obiettivo di chi ha il compito di portare innovazione continua e virtuosa all’interno di un’azienda è quello di non chiudere le porte alla tecnologia, anche se comporta dei rischi espliciti, ma nemmeno di spalancarle in modo troppo avventato. Per riuscire a trarne il massimo beneficio, ma con la cautela necessaria, serve “chiedere aiuto” ad altre tecnologie, come quelle che IBM ha fatto confluire nella sua soluzione AI Watson. Tecnologie che permettono di ottimizzare gli sforzi di tanti team e non sprecare buone occasioni di evoluzione, interne e di mercato.