Prospettive

Il Covid-19 accelera i trend dell’Accenture Technology Vision

Cinque tendenze di innovazione digitale, con al centro cambiamenti dell’approccio al capitale umano mercati ed ecosistemi sempre più liquidi. Tutte più che riconfermate a seguito della pandemia, come spiegano due manager di Accenture Italia e due rappresentanti di altrettanti settori economici

Pubblicato il 15 Lug 2020

Accenture 2020

Mentre buona parte del mondo si fermava, la digitalizzazione compiva diversi in avanti. Potranno essere ricordati così i primi mesi dell’epidemia da Covid-19. Resta ancora da vedere come sarà cambiato il pianeta quando si ritornerà in quello che è stato ribattezzato con il termine di “new normal”.

Quello che è certo è che le previsioni di evoluzione dell’utilizzo delle tecnologie digitali contenute, per esempio, nel rapporto Accenture Technology Vision 2020, non sono state smentite a causa del lockdown causato dalla diffusione del virus Covid-19, ma hanno al contrario accelerato la loro realizzazione.

Cinque trend tecnologici da mettere in pratica

Nel rapporto sono identificati e analizzati cinque trend tecnologici: The I in Experience, AI and Me, The Dilemma of Smart Things, Robots in the Wild e Innovation DNA. A quattro mesi circa dal fatidico inizio ufficiale dell’emergenza nel nostro paese, Accenture Italia ha indetto un press briefing per dibattere su come il Covid-19 ha influenzato queste previsioni, chiedendo anche due testimonianze in settori di riferimento per il nostro paese: la grande distribuzione organizzata (GDO), rappresentata da Coop Italia, e il fashion, a nome del quale ha partecipato la Camera Nazionale della Moda Italiana.

Covid-19 come causa di forte discontinuità

All’inizio del press briefing Fabio Benasso, Presidente e Amministratore Delegato di Accenture Italia ha ricordato come “la pandemia ci ha proiettato di colpo in un mondo virtuale, basato su connessioni e interazioni a distanza, dando origine ad una situazione di forte discontinuità. Sono emerse alcune fragilità correlate alla parziale digitalizzazione del nostro ecosistema e si è preso atto di come la tecnologia sia diventata un requisito indispensabile. Nel periodo che ci attende sarà ancora più strategico disporre di strumenti innovativi, scalabili e con costi sostenibili per competere in mercati sempre più liquidi. Il mondo delle imprese, sia pubbliche che private, deve accelerare la ridefinizione dei propri modelli operativi ed attivarli in tempi rapidi, indirizzando le criticità riscontrate e capitalizzando le esperienze affrontate per generare nuovo valore”.

La tecnologia? Solo metà dell’equazione

“Dalla ricerca Accenture Technology Vision 2020, eseguita come tutti gli anni con una metodologia rigorosa, intervistando numerosi manager IT – ha sottolineato in apertura del suo primo intervento Valerio Romano, Intelligent Cloud & Engineering Director di Accenture Italia – è emerso come la tecnologia rappresenta solo metà dell’equazione [che determina il successo dell’utilizzo della tecnologia stessa, ndr] -. Con l’avvento del Covid-19 e il grande ricorso alle tecnologie digitali si è evidenziato come molti utenti abbiano mostrato un senso di rifiuto verso questi strumenti. Questo è avvenuto perché alcuni modelli digitali si sono rivelati obsoleti e disallineati con le nuove aspettative e valori delle persone”.

Esperienze digitali personalizzate

Ecco quindi risaltare l’importanza dei primo dei cinque trend di Accenture Tecnology Vision 2020, ossia The I in Experience, che illustra la necessità, da parte delle aziende, di creare esperienze personalizzate che comprendano la possibilità di esercitare maggiore potere decisionale da parte degli individui e delle organizzazioni. “Il contesto attuale – ha avvertito Romano – impone alle imprese oggi più che mai di agire con agilità, trasparenza e senza margine d’errore, dal momento che la crisi sanitaria ha accelerato con una rapidità senza precedenti la necessità di tecnologia e innovazione digitale, acuendo al contempo la frustrazione legata a quello che nella Accenture Technology Vision chiamiamo tech-clash”.

AI, IoT e robot al servizio delle persone

Il tema dell’attenzione alle esigenze e ai valori in continuo cambiamento delle persone (siano essi clienti, dipendenti di un’azienda, partner all’interno di un ecosistema di business e cittadini) ritorna anche in altri trend. AI and Me segnala l’importanza che l’intelligenza artificiale non sia solo automazione, ma una componente in grado di fare emergere il pieno potenziale delle persone, liberandole da compiti ripetitivi e che possono essere svolti in modo più rapido della tecnologia. Un esempio? I chatbot che aiutano gli operatori sanitari a fare lo screening e il triage dei pazienti o i sistemi intelligenti che aiutano a riconfigurare in modo rapido le supply chain colpite dal Covid-19.

Anche il tema dell’IoT ha un interessante lato umano da tenere in considerazione. “Nel trend The Dilemma of Smart Things – ha spiegato Romano – si analizza come cambia il concetto di proprietà dei prodotti in un mondo che sta entrando in uno stato di cambiamento e aggiornamento continuo (“forever beta”)”. Altro trend che segnala una crescita di antropocentrismo della tecnologia è Robots in the Wild: “Finora – ha esemplificato l’Intelligent Cloud & Engineering Director di Accenture Italia – i robot è quasi esclusivamente confinati nei capannoni delle fabbriche. Grazie anche alla loro caratteristica di macchine controllabili a distanza, con la pandemia si sono visti uscire nelle strade a compiere lavori di pulizia senza mettere a rischio la vita delle persone”.

Impatti diversi in differenti settori

Gli impatti dell’epidemia da Covid-19 si sono esplicati in modi molto diversi a seconda dei settori. “Quello Telco – ha fatto notare Benasso – è stato colpito poco, dato che le persone sono state costrette a aumentare l’utilizzo della comunicazione da remoto e di internet”. Un altro settore che ha risentito poco è la grande distribuzione organizzata. “All’inizio dell’emergenza sanitaria – ha detto Gabriele Tubertini, Direttore Sistemi Informativi e Organizzazione di Coop Italia – abbiamo anzi avuto il ruolo di garantire ai consumatori che potevano ancora trovare ciò di cui avevano bisogno”. Uno dei modi è stato il ricorso all’e-commerce: “Un trend – ha affermato Tubertini – che continuerà in qualche misura anche alla fine dell’emergenza”. “Il fashion – ha spiegato invece Carlo Capasa​, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana – è stato colpito molto a causa della chiusura dei negozi. Anche nel nostro caso, comunque, ci ha aiutato l’e-commerce, abbracciato anche da brand che prima ne erano rimasti fuori”.

L’innovazione nel DNA

GDO e moda hanno la fortuna di essere due settori in cui il concetto di innovazione è sempre stato una caratteristica intrinseca della loro natura. E questo ha portato anche a cambiamenti recenti e porta a mutazioni future anche nell’utilizzo della tecnologia digitale. Un esempio ciascuno, nell’esperienza di Coop Italia e Camera Nazionale della Moda Italiana lo dimostrano. “In questo momento – ha raccontato Tubertini – ci stiamo concentrando su come evitare in modo più preciso, rispetto al semplice calcolo delle persone che entrano nei negozi, l’assembramento delle persone, che cambia a seconda dei reparti. Questo è possibile anche grazie a videocamere, sensori e all’AI”. Per la moda è da segnalare la crescita del digitale negli eventi. “In questa fase di distanziamento sociale – ha rivelato Capasa – con la collaborazione di Accenture Italia abbiamo organizzato un Digital Fashion Week solo virtuale. Milano Moda Donna e Uomo di settembre sono invece previste in presenza: ma ci saranno comunque grandi novità nell’utilizzo di tecnologie digitali, fra le quali la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR)”.

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