L’auto del futuro non esiste, e non perché si speri in un futuro senza auto. La ragione sta nel fatto che, oggi, è impossibile immaginarne una che, da sola, sia in grado di rispondere contemporaneamente alle esigenze di tutti. Troppi i vincoli, le spinte e i fattori in gioco: anche l’Osservatorio Autopromotec, pur catapultandosi nel lontano 2050, si ritrova a descrivere un mercato frammentato e volubile. Secondo le sue stime, le auto elettriche diventeranno le più vendute in assoluto (56%), seguite da quelle a combustione interna (18%), dalle ibride full e mild (16%), dalle ibride plug-in (5%) e dalle fuel cell o flex fuel (5%). A complicare le previsioni sul panorama, andrebbero inserite anche le incognite sulla diffusione degli autonomous vehicles e le certezze sulla crescita della mobilità connessa.
Le aziende, per riuscire a restare competitive, non possono far altro che imboccare molteplici strade contemporaneamente e, soprattutto, assicurarsi reattività e flessibilità.
Dalla velocità costante all’innovazione costante
Dietro a queste due parole, un mantra per il futuro di ogni settore, si nasconde il serio e complesso percorso di digital transformation che l’automotive sta compiendo. In alcuni casi, si è costretti ad abbandonare una tradizione metalmeccanica “di valore storico”, per abbracciare quel modello di business data-driven salvifico.
“È diventato inevitabile, per soddisfare le esigenze del cliente finale. Il nuovo approccio, oltre che basato sui dati, deve assicurare anche un’innovazione continua e repentina. Ciò significa essere in grado di adottare con prontezza e correttamente le nuove tecnologie, ma anche di dare risposte alle esigenze che emergeranno, distinguendosi sul mercato” spiega Cosimo Fornari, Chief Architect di Kyndryl.
I veicoli a guida autonoma, quelli connessi e quelli elettrici – i trend su cui interrogarsi oggi – costituiscono delle sfide inedite, il cui finale è ancora tutto da scrivere. Inoltre, come fa notare Fornari, “tutte e tre fanno leva sullo sviluppo del software. Le aziende dovranno spostarsi su quello, cambiando modo di erogare valore. L’unico modo per far compiere questa capriola al loro business è quello di avviare un processo di digitalizzazione guidato, per essere certe di scegliere le tecnologie più efficaci nel tempo. Quelle ‘pronte a tutto’, come lo devono essere loro”.
Automazione e controllo sempre più intelligenti
Il segreto, noto a tutti, per una trasformazione reale e impattante è l’automation. Un’automation che “fluidifichi” i processi, li velocizzi e li uniformi, li renda a prova di futuro. Questo vale lungo tutta la filiera interna, dalla fase di progettazione, per cui serve alta disponibilità, a quella di vendita, rete di partner compresa. È il passo che apre le porte a quella innovazione continua già ora pretesa dal mercato. È stato, infatti, il primo step dell’intervento fatto da Kyndryl per Stellantis.
“Da tempo gestiamo le infrastrutture di questa azienda. Già prima del recente rinnovo della partnership, quindi, avevamo messo in campo alcune funzionalità poi incluse nella nostra soluzione Kyndryl Bridge. Una di queste ‘anticipazioni’, ha riguardato proprio l’AIOps. Introducendo questo nuovo paradigma, si passa a un nuovo concetto di delivery del servizio. Si raccolgono in un data lake informazioni, provenienti da tanti tool, così si possono attivare algoritmi AI e ML. L’introduzione di queste tecnologie permette alle aziende di cambiare completamente la percezione che loro stesse possono avere della propria attività. Si passa dal ‘semplice’ monitoraggio all’observability, acquisendo la capacità di indagare le cause di eventuali problemi, per poi prevenirli” spiega Fornari.
Cambia quindi il significato di “avere tutto sotto controllo”: l’introduzione di AI, ML, e di altre eventuali tecnologie, diventa funzionale ad acquisire la consapevolezza necessaria per essere reattivi. Si ottiene un controllo “intelligente” che si fa e pone delle domande, regalando insights costruttivi a chi si occupa di business.
Partner IT libero e agile: l’esploratore di nuovi orizzonti
Dalla dashboard al consulente IT, nell’automotive tutti sono chiamati a diventare più collaborativi e dinamici. Dai dati ben correlati in real time, possono ricevere suggerimenti preziosi e “out of the box”. Dai partner tecnologici, ci si aspettano proposte di soluzioni innovative, con cui l’azienda potrà anticipare le richieste dell’utente.
“Questa sfida continua trasforma il rapporto: è sempre una partnership in cui si gioca in squadra, per il bene del business. Per noi è stato vincente il poter proporre a Stellantis il nuovo approccio adottato con Kyndryl Bridge, non più sistema-centrico, a tower, ma a squat, con le applicazioni al centro. Non sempre basta che il sistema funzioni, infatti: servono risultati concreti” aggiunge Fornari.
In questo cambiamento, trova spazio anche una nuova figura professionale che è quella del SRE, Site Reliability Engineer. Si tratta di una persona con ampia vista applicativa, esperto di business come del funzionamento dell’applicazione, in grado di intervenire sui processi, coinvolgendo i profili tecnici necessari per garantire continuità.
È il simbolo di un nuovo modus operandi su cui Stellantis ha deciso di scommettere tutte le attività svolte in Stati Uniti, America Latina, Italia, Francia, Polonia e India. A convincerla, anche la certezza di poter implementare, tramite Kyndryl, delle tecnologie e delle soluzioni “best in class”. Fornari precisa: “Per noi, questa è una libertà conquistata. Oggi possiamo finalmente spaziare tra i partner tecnologici che riteniamo più opportuni, senza limitazioni. Ciò ci permette di stringere alleanze anche con i principali hyperscaler, scegliendo solo ciò che può soddisfare il cliente”.