Il mercato Ict nel 2010: una ripresa trainata da nuovi fattori di crescita

Pubblicato il 22 Mag 2011

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Il 2010 è stato un anno sicuramente più positivo dell’horribilis 2009 per il mercato mondiale dell’Ict che è cresciuto worldwide del 4,9% contro un calo dell’1,5% nell’anno precedente, grazie alla combinazione tra una ripresa molto consistente nell’informatica, che recupera circa 10 punti percentuali di crescita (da -5,4% a +4,4%), e una più fisiologica nelle telecomunicazioni (da +1,1% a +5,1%), il cui andamento è tradizionalmente meno ciclico di quello dell’It.
Questo dato aggregato di crescita dell’Ict a livello mondiale è da un lato ingannevole e, dall’altro, risulta poco in grado di descrivere ciò che realmente sta accadendo nel mercato e quali siano i nuovi motori di domanda.
Il dato è ingannevole in quanto la crescita media è il risultato di dinamiche molto differenti tra aree e Paesi, se si considera, ad esempio, che il mercato It è cresciuto in Cina del 14%, in India del 19,6%, negli Stati Uniti del 5%, in Europa soltanto dell’1,2 e in Spagna è calato del 3,4%.
Inoltre, la realtà che il dato non può descrivere è da un lato lo straordinario livello di diffusione degli strumenti Ict a livello mondiale, che è stato molto significativo anche nel 2010, nonostante il mercato fosse ancora in fase di riassetto e, dall’altro, l’intensità e la varietà con cui questi strumenti vengono utilizzati soprattutto nel mondo consumer. Il che consente di affermare che il mondo è ormai entrato in una fase di digitalizzazione di massa. La ripresa del mercato è dunque attualmente alimentata da fattori nuovi che derivano da mutamenti strutturali profondi che diventeranno sempre più visibili nei prossimi anni.
Tra questi i più rilevanti sono i seguenti:
– Il significativo spostamento della domanda e dell’utilizzo di strumenti e servizi Ict verso i Paesi emergenti dove sta sviluppandosi un consistente ceto medio dotato di un discreto potere d’acquisto. Questo fenomeno, che interessa in modo particolare Brasile, Cina, India e Russia è già oggi significativamente rilevante in Cina dove nel giro di pochissimi anni si è formato un ceto medio ad elevato reddito valutato in circa 100 milioni di persone nel 2010 che si prevede diventeranno 425 milioni nel 2020.
– Il baricentro del mercato Ict si sta dunque spostando verso i Paesi emergenti ad elevata presenza di popolazione.
– L’aumento esponenziale da parte dell’individuo tecnologico e digitale nelle sue varie vesti e funzioni che svolge nella vita quotidiana (consumatore, dipendente, cittadino) del potere di condizionare e stimolare le strategie di digitalizzazione e di innovazione di imprese, istituti finanziari e Pubbliche Amministrazioni con cui esso si relaziona.
– I Paesi avanzati, i cui mercati Ict crescono di più, sono quelli dove il sistema di vendor è maggiormente capace di interpretare questo nuovo profilo di domanda e di rispondere in tempi rapidi con un nuovo portafoglio di offerta. Questi fenomeni stanno determinando delle forti criticità presso i vendor Ict che sono costretti ad un riposizionamento strutturale in questo nuovo scenario. Gli elementi che caratterizzano questo scenario sembrano essere i seguenti:
– Lo spostamento più rapido del previsto della produzione di device, componenti e servizi Ict verso i Paesi del Sud Est Asiatico, stimolato anche dalla crescita della domanda interna.
– La formazione di filiere d’offerta sempre più articolate e complesse che integrano tecnologie, soluzioni, servizi, contenuti digitali e infrastrutture a larga banda.
– La formazione conseguente di ecosistemi di operatori provenienti da differenti settori che agiscono all’interno della filiera con differenti funzioni e attraverso differenti capofila.
– Lo spostamento della marginalità all’interno della filiera dalla connettività e dalle infrastrutture di rete ai fornitori di servizi e contenuti (over the top), con conseguenze negative sui servizi tradizionali di telecomunicazione.
– Lo shift dalla vendita di prodotti nel mondo It alla vendita di servizi a consumo attraverso il cloud computing.
– La creazione di giganteschi negozi di applicazioni a basso prezzo (Apps Stores) facilmente scaricabili e utilizzabili.
Il mercato italiano dell’Ict sta vivendo in modo meno accentuato e innovativo queste trasformazioni strutturali sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta.
La spesa Ict, al contrario di quanto è avvenuto a livello mondiale, ha continuato ad avere un andamento negativo ed è calata del 2,5% nel 2010, dopo il -4,2% del 2009.
Entrambi i segmenti del mercato hanno avuto un andamento negativo: le telecomunicazioni hanno avuto un trend in peggioramento, dal -2,3% al -3%, dovuto sia al segmento fisso (-2,6%) che a quello mobile (-3,2%) mentre l’informatica ha registrato un miglioramento, passando dal -8,1% del 2009 al -1,4% del 2010.
Il peggioramento delle performance di crescita del mercato delle telecomunicazioni è dovuto non tanto a minori volumi di traffico di voce e dati, quanto all’effetto di riduzione costante delle tariffe indotto dalla accesa competizione tra operatori per fidelizzare e conquistare clienti, in particolare nel mobile, segmento che per la prima volta registra una dinamica negativa (-3,2%), corrispondente ad una spesa mancante di circa 600 milioni di euro.
Analogamente, nel segmento delle fisse, la voce cala dell’8,1%, mentre, al contrario, il fatturato derivante dagli accessi a Internet cresce del 7,4%, per un valore di circa 3,5 miliardi di euro. Oltre a quest’ultimo vanno, tuttavia, menzionati altri indicatori positivi relativi al mercato delle telecomunicazioni in Italia nel 2010:
– La crescita del 6,9% del numero di accessi a banda larga che raggiungono i 13,3 milioni di unità con un aumento del 19% di quelli in fibra ottica.
– L’ulteriore crescita del numero di linee attive di telefonia mobile, che raggiungono i 95 milioni, nonostante l’ormai raggiunta saturazione del mercato con 47 milioni di utenti.
– La crescita del 3,8% dei Vas mobili, grazie a browsing e mobile apps.
Il miglioramento nel dato di crescita del mercato It non è da considerarsi del tutto positivo in quanto esso va confrontato con gli andamenti degli altri maggiori Paesi che risultano tutti positivi (tranne la Spagna – figura 1).

Figura 1 – Il mercato dell’It nei principali Paesi (variazioni 2009 e 2010)
(cliccare sull’immagine per visualizzarla correttamente)

Il minor calo del mercato It è dovuto ad un migliore andamento di tutti i principali segmenti, con una particolare evidenza per l’hardware che ha chiuso il 2010 in crescita del 2,8% recuperando più di 17 punti percentuali di crescita, nonostante la prosecuzione del calo dei prezzi unitari. (figura 2).

Figura 2 – Il mercato It in Italia (2008-2010)
(cliccare sull’immagine per visualizzarla correttamente)

Il comparto dei personal computer registra complessivamente una buona ripresa sia in valore, sia unità, queste ultime con una crescita più accentuata. Le vendite dell’intero comparto, che include i desktop, notebook e tablet di nuova generazione, e i Pc Server con tecnologia x86, ammontano a più di 8 milioni di unità, in crescita del 15,7% sull’anno precedente.
Pur in presenza di un andamento positivo sia dei notebook sia dei desktop, rispettivamente pari al 9,8% e al 10,4% in unità, ma decisamente meno positivo in valore, occorre sottolineare che la crescita, soprattutto in valore ha avuto un contributo determinante nella vera e propria esplosione, nella seconda parte del 2010, delle vendite di tablet touch screen pari a 428.000 unità, che hanno in parte eroso quote di mercato ai segmenti mobile e hanno determinato di fatto il segno positivo del mercato Pc.
In particolare per le maggiori funzionalità e soprattutto per le caratteristiche di user experience i Tablet hanno progressivamente eroso le vendite dei netbook, che sono passati da un incremento anno su anno superiore all’80% ad uno pari appena al 7,8% nel 2010.
I segnali di recupero che interessano complessivamente il mercato It risultano evidenti anche nelle dinamiche di crescita del Software e dei Servizi.
Il comparto del Software registra una crescita ancora negativa ma in recupero rispetto al 2009, a causa del segmento delle applicazioni che cala dell’1,8% e che subisce gli effetti delle azioni di razionalizzazione e consolidamento dei parchi applicativi che molte aziende stanno perseguendo. Recuperano, invece, tornando al segno positivo i segmenti del software di base trainati dalle vendite di Pc e del middleware, il cui buon andamento è connesso agli investimenti sulle infrastrutture, la virtualizzazione e al ridisegno dei Data Center funzionale all’adozione del Cloud Computing.
Anche il segmento dei servizi It appare in recupero dal -6,5% al -3,6%, ma questo andamento ancora sensibilmente negativo è dovuto al perdurare del fenomeno del downpricing delle tariffe e all’attivazione di pochi progetti rilevanti, essendo le aziende ancora molto propense al risparmio sui costi e alla manutenzione dell’esistente.
Questa situazione accompagnata da una tendenziale ulteriore riduzione del parco fornitori da parte delle maggiori aziende utenti sta creando difficoltà presso i vendor piccoli e medi.
Nel 2011 il mercato dell’Ict dovrebbe continuare il suo percorso di lento recupero con le telecomunicazioni ancora in territorio negativo (-0,6%) ed un ritorno al segno positivo per l’informatica (+1,3%).
In conclusione, il mercato italiano dell’Ict sembra essersi scrollato di dosso gli effetti pesanti della crisi e sembra riavviarsi anche se timidamente verso la ripresa.
Per dare gambe solide alla timida ripresa in atto, occorre ispirarsi alle raccomandazioni contenute nell’Agenda Digitale Europea varata a metà 2010 ed elaborare un’Agenda Digitale per l’Italia rafforzando contemporaneamente il settore dell’Ict ed avviare partnership pubblico – private per promuovere e finanziare progetti infrastrutturali e di sistema, la cui realizzazione è ormai essenziale e indifferibile per la modernizzazione e la competitività del nostro Paese.

* Giancarlo Capitani è amministratore delegato della società di ricerche NetConsulting, tel 02.4392901, capitani@netconsulting.it

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