Il terzo trimestre 2009 dell’Ict secondo Sirmi

It in crisi, tenuta delle telecomunicazioni, acquisti di beni di consumer electron ics in linea con i consumi delle famiglie: ovvero in forte discesa. Questa in sintesi la situazione del mercato italiano della “Digital Technology e dei suoi differenti comparti” nel corso del terzo trimestre 2009, come scaturisce da un’analisi presentata dalla società di ricerche Sirmi

Pubblicato il 11 Nov 2009

Nel terzo trimestre 2009, la spesa relativa all’Ict nel suo insieme a livello end user è calata del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2008, andandosi ad attestare a 14.869 milioni di euro. Guardando i settori scorporati, si scopre che le spese It sono calate del 9,5% fino a raggiungere quota 4.796,1 milioni di euro. A soffrire in modo particolare è stato il mercato hardware, che ha visto il fatturato a livello utente crollare del 16,2% a 1.517,8 milioni di euro. All’interno di questo comparto, la spesa in Pc è diminuita leggermente meno, ovvero del 14%. Ed è stata pari a 637 milioni di euro. Al di là del “ferro”, il settore che ha visto ridimensionare maggiormente la spesa è quello dei servizi di sviluppo: -7,4%, fino a toccare quota 1.069,6 milioni di euro. Seguono i servizi di gestione, con un -5,4%, che ha portato il comparto a fatturare 1.372 milioni contro i 1.450 del terzo trimestre 2008.
A soffrire meno dell’effetto recessione sono state le Tlc. Nell’insieme hanno perso l’1,2% del fatturato, risultato pari a 10.072,9 milioni di euro. Il calo maggiore (-2,1%) ha riguardato la Tlc fissa (che è scesa a quota 4.449,8 milioni). La spesa in Tlc mobile è rimasta quasi invariata, accusando un decremento di solo lo 0,5% e fissandosi a 5.623,1 milioni di euro.
Anche se parliamo di numeri non elevatissimi (1.686,5 milioni di euro in totale) è da segnalare il calo del 7,8% degli acquisti di prodotti di consumer electronics.
Un’ultima annotazione sull’andamento delle vendite di “Pc clien”t in Italia. La diminuzione, a livello di volumi, è stata pari al 6,3% (poco più di 1,3 milioni di consegne). A livello di fatturato il decremento è stato del 10% (fino a 523,1 milioni di euro). Il dato più negativo è quello relativo ai desktop, con un -23,1% di consegne (346.150) e -29,8% di giro d’affari (133,5 milioni di euro). A soffrire è stato soprattutto il mercato professionale (-32,0% di fatturato, pari a 88,6 milioni di euro; -26,6% in volumi, pari a 223.500 unità), mentre quello consumer ha subito una battuta d’arresto del 25,3% in valore (44,9 milioni di euro) e del 15,8% in volumi (122.650 unità consegnate). Nei notebook la crisi della domanda è stata minore (-13,9% il fatturato, calato a 295,8 milioni; solo -2,4% le consegne, pari a 585.050 unità). Qui però si è fatta sentire in modo particolare la differenza tra mercato consumer e business. Il fatturato al consumatore finale ha continuato a crescere del 3% (154,9 milioni di euro), e in misura ancora maggiore sono cresciute le vendite in volumi (+12,9%, 355.650 unità). Il business con le aziende è calato del 27% in valore (141 milioni di euro) e del 19,4% in volumi (229.400). Bene, invece, il mercato di Netbook, portatili molto piccoli concepiti per l’uso in mobilità e prevalentemente come client di accesso a Internet. 407.750 i pezzi venduti (+93,7%), per un controvalore di 93,7 milioni di euro (+96,5%).

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