Il processo di implementazione di un nuovo gestionale comporta una serie di passaggi delicati, che devono essere analizzati con cura per non rischiare di creare disarmonie o latenze nelle fasi del progetto. Uno step che richiede attenzione è quello delle stampe: nonostante l’evoluzione della digitalizzazione aziendale, il documento o l’etichetta cartacei rimangono ancora un supporto ampiamente utilizzato per comunicare informazioni a risorse interne, terzi, o robot logistici o di produzione.
L’etichetta, in particolare, presenta criticità che devono essere attentamente gestite per evitare spiacevoli disguidi in fase di Go Live, come ad esempio quella relativa alla gestione dei codici a barre, che può rivelarsi sfidante a seconda della tipologia dell’azienda.
Integrazione tra gestionale e codici a barre
Il primo scenario da analizzare è quali siano i tipi di barcode richiesti. Oltre ai classici EAN, che siamo abituati a vedere sui prodotti che acquistiamo ogni giorno, ci sono diversi standard di barcode che vengono impiegati in logistica e in produzione. Alcuni di essi richiedono un software dedicato per essere prodotti, come ad esempio il formato GS1 o il QR Code. Il rendering di un codice a barre è pilotato da algoritmi che codificano informazioni e tag identificativi nelle diverse dimensioni assegnate alle barre e agli spazi all’interno del codice a barre. Occorre perciò valutare che il software che utilizziamo per generare le stampe sia in grado di supportare i formati richiesti: ad esempio, un software di stampa ampiamente utilizzato nel mondo gestionale, SAP Crystal Report, richiede l’acquisto di plugin esterni per stampare alcuni formati barcode, come il GS1.
La valorizzazione del codice a barre
Prima di arrivare alla fase del rendering su carta, il barcode deve prima essere valorizzato dal gestionale con dati coerenti. I processi gestionali con cui i codici a barre vengono popolati possono essere diversi: il valore del codice a barre può essere derivato dall’importazione delle anagrafiche di un gestionale precedente, può essere digitato dagli operatori in determinate circostanze, oppure può essere generato dal software ERP stesso in certi processi (ad esempio un codice SSCC relativo a un avanzamento di produzione).
Il flusso della valorizzazione del dato deve essere coerente e compatibile con il flusso di rendering dello stesso: occorre perciò valutare che le superfici di contatto tra i software di stampa e il gestionale (tabelle di confine, web service, file CSV esportati) rispettino un tracciato comune e non presentino criticità tecniche, come ad esempio permessi di lettura o tempi di latenza.
Occorre anche attenzionare l’architettura delle base dati, soprattutto nel caso vengano impiegati provider di database differenti o istanze diverse di uno stesso provider. Nel caso si abbia optato per fare comunicare le diverse istanze con una soluzione DB LINK, occorre verificare che le query impiegate non introducano tempi di latenza eccessivi, che potrebbero creare fastidiosi time out nelle code di stampe.
Convenzioni fuori standard concordate con terzi
Una criticità particolare si presenta nella migrazione da un vecchio gestionale a uno nuovo, soprattutto se il gestionale precedente è stato utilizzato per anni e le risorse tecniche che ne avevano curato l’implementazione non lavorano più in azienda. In questo caso occorre verificare l’esistenza nel gestionale precedente di personalizzazioni relative ai codici a barre, come tag o sequenze di caratteri fuori standard concordati internamente o con specifici clienti o fornitori.
Un caso frequente, infatti, è quello in cui uno specifico terzo abbia richiesto un tag aggiuntivo ad alcuni codici a barre, magari per ottemperare a esigenze tecniche di lettura dei terminalini o di decodifica del software di logistica. Non riportare nei nuovi processi di stampa questo set di personalizzazioni potrebbe arrecare fastidiosi disguidi, con errori di decodifica tediosi da gestire in fase di Go Live.
Software proprietari o mainstream
Alcuni gestionali possiedono un sistema interno di gestione delle stampe, e offrono ambienti di sviluppo in cui è possibile creare report con editor grafici o di scripting. Affidarsi a un ambiente proprietario per la gestione dei codici a barre presenta indubbi vantaggi: impiegando un ambiente già integrato con il gestionale, si semplifica la fase di estrazione dati e ci si può avvalere di strumenti interni come pianificazioni o sviluppo low code.
Nel caso si propenda per questa soluzione, però, occorre verificare che l’ambiente proprietario sia aggiornato con tutte le ultime specifiche degli standard necessari, pena il rischio di errori bloccanti in fase di Go Live, come ad esempio un nuovo tag non supportato dall’IDE del gestionale.
Per contro, affidarsi a un software mainstream potrebbe creare maggiori complessità in fase di lettura dati, fino a richiedere l’implementazione di soluzioni ETL su misura. Anche se i software di reporting permettono un agevole impiego del protocollo ODBC, si possono verificare situazioni in cui la presenza di origini diverse complica il processo di normalizzazione dei dati da stampare.
Etichette e Industria 4.0
In contesti di Industria 4.0, dove vengono impiegate anche tecnologie IoT, si possono verificare dei casi particolari in cui sia richiesta la stampa di un’etichetta destinata a un contesto logistico ma condizionata dalle rilevazioni dei sensori. Ad esempio, potrebbe venire richiesto di riportare su un’etichetta un’icona diversa a seconda della temperatura rilevate da un sensore in fase di produzione. In questi casi potrebbe rendersi necessario lo sviluppo di una personalizzazione software per normalizzare il dato immagazzinato dal device IoT in formato NO SQL con le esigenze del tracciato di stampa.