INTERVISTA ESCLUSIVA A FRANCO BERNABÈ, PRESIDENTE DI TELECOM ITALIA

‘Sviluppo digitale dell’Italia? Ognuno faccia la propria parte’
Quale ruolo per un soggetto primario come Telecom Italia nella creazione di opportunità di innovazione per le imprese; il futuro sviluppo della sinergia tra It e Tlc; strategie per la digitalizzazione del Paese e le prospettive del cloud per una nuova fruibilità di servizi. Franco Bernabè, Presidente di Telecom Italia, in questa intervista esclusiva rilasciata a ZeroUno, fa il punto della situazione su alcuni dei principali snodi strategici che possono consentire alle imprese e al Paese di rispondere alla difficoltà economica e alla complessità competitiva.

Pubblicato il 07 Set 2011

È indubbio che siamo in una fase delicata. Il sistema-Italia, accanto alle sue carenze strutturali in termini di supporto all’innovazione e allo sviluppo risente, come altri e forse più di altri, della generale difficoltà economica mondiale. Eppure, se guardiamo la situazione da una diversa prospettiva, stiamo assistendo ad un doloroso quanto necessario “affinamento” dei sistemi economici, politici, sociali e anche tecnologici, per trovare nuova efficienza e nuovo slancio. Slancio che passa inevitabilmente dalla capacità di saper innovare e competere in un quadro nazionale e internazionale in profondo e continuo cambiamento. Tra gli interlocutori che primariamente possono contribuire al supporto della trasformazione delle imprese (e del Paese) verso nuovi modelli organizzativi, tecnologici e competitivi, vi è senz’altro il principaleoperatore nazionale di Tlc, Telecom Italia. Non senza difficoltà siamo riusciti ad avere, ai primi di luglio, questa intervista esclusiva con Franco Bernabè, Presidente di Telecom Italia, per avere da lui l’opinione e la vision sui futuri scenari di trasformazione “digitale” del nostro Paese, senza tralasciare le strategie di offerta tecnologica che un soggetto come Telecom Italia può mettere in campo per aiutare le imprese a migliorare la capacità di innovare, fare business, crescere in un contesto sempre più complesso ma che può anche consentire, se adeguatamente affrontato, vantaggi competitivi rilevanti.

"Gli operatori di telecomunicazioni hanno
il compito e la responsabilità di svolgere
il proprio ruolo di imprenditori di rete
laddove esistono le condizioni di
remunerabilità degli investimenti.
L’onere di coprire le zone cosiddette
a fallimento di mercato non può quindi
ricadere sugli operatori di
telecomunicazioni, anche se in sede
europea la tesi prevalente nell’ambito
del dibattito sulla revisione degli
obblighi dei servizi universali è proprio
questa."

ZeroUno: L’Italia soffre da tempo di una serie di problemi legati alla capacità di innovazione. Soprattutto la capacità del singolo imprenditore di innovare non trova ancora, da un lato, un sistema-paese (normative, politiche di sviluppo, de-burocratizzazione, ecc) pronto a favorire percorsi di crescita competitiva, e dall’altro, a livello infrastrutturale, le tecnologie non hanno ancora quella pervasività in grado di reggere e affermare una capacità strutturale di proposta di innovazione.
Quali sono, dal suo punto di vista di manager dell’azienda che più di altre può contribuire all’aumento di innovazione in Italia, i passi fondamentali per dare risposte a questa situazione?

Bernabè: Nell’ultimo decennio si è assistito ad una sostanziale incapacità del sistema produttivo italiano di stare al passo della concorrenza internazionale in termini di crescita della produttività.
Il mancato salto di produttività è riconducibile ad una sostanziale assenza di politiche di informatizzazione e di adozione diffusa delle tecnologie dell’Ict che a sua volta è stata ragionevolmente attribuita anche alle ridotte dimensioni delle imprese italiane.
Se da un lato questa situazione rappresenta un grave handicap per il nostro paese dall’altro si traduce in una forte potenzialità inespressa del nostro sistema industriale. Le imprese italiane, per poter fronteggiare la concorrenza internazionale che si è fatta sempre più feroce anche in segmenti di nicchia, sono oggi sempre di più costrette ad intervenire anche su questo fronte.
Per le imprese come la nostra, questo “adeguamento” delle dotazioni in tecnologie Ict a cui è chiamato il tessuto industriale italiano nel suo complesso rappresenta un’importante opportunità di crescita e di sviluppo anche in termini di patrimonio informativo che può nascere da un più stretta collaborazione ed una maggior conoscenza dei comparti manifatturieri.
Telecom Italia, con “Nuvola Italiana” e le altre offerte di soluzioni Ict destinate alla medie e alle grandi imprese, sta portando l’innovazione tecnologica in rete alla portata di tutte le aziende. Ogni anno Telecom Italia investe centinaia di milioni di euro nelle infrastrutture di rete a banda larga e a banda ultra larga e offre ai propri clienti la possibilità di accedere ai migliori data centers in termini di affidabilità e sicurezza. Le nostre soluzioni da remoto consentono oggi ai nostri clienti di disporre di servizi informatici evoluti e ad un costo inferiore rispetto al passato.

ZeroUno: Il recente rapporto Assinform rileva per il primo trimestre 2011 un -1,3%, con l’It che raggiunge un segno positivo, sia pur minimale (+0,4%) e le Tlc che segnano – 4,2%. Come si spiega questo andamento così negativo nel comparto Tlc? E In generale: quali sono le leve per favorire la crescita della domanda e su quali mercati? Quale potrebbe essere il ruolo di un player come Telecom nella ripresa?

Bernabè: La riduzione della spesa in servizi di telecomunicazioni fotografata dal Rapporto Assinform è dovuta ad una forte contrazione del livello dei prezzi che non riesce ad essere arginata da un aumento dell’utilizzo dei servizi di telecomunicazioni in termini di volumi (minuti di traffico telefonico, banda utilizzata dai clienti, quantità di dati scambiati). La crescita della domanda per i servizi di telecomunicazioni non si è arrestata. Al contrario l’esigenza di rimanere sempre connessi è sempre più diffusa e l’utilizzo di strumenti di comunicazioni alternativi è in continua espansione. La molteplicità degli strumenti di comunicazioni ed una forte pressione sui prezzi dei servizi di comunicazioni tradizionali fa si che questo maggiore utilizzo non si traduca in maggiori ricavi per gli operatori di telecomunicazioni.
Nei prossimi anni i prezzi continueranno a scendere. Per contrastare la conseguente contrazione dei ricavi, gli operatori del settore dell’Ict devono porsi in un’ottica di fattiva collaborazione e apporto consulenziale al mondo delle imprese e devono inoltre arricchire la propria offerta con servizi più personalizzati capaci di rispondere alle esigenze concrete dell’aziende.
Telecom Italia è uno dei pochi soggetti in grado di porsi come interlocutore unico in grado di offrire servizi e soluzioni Ict che contemplino sia la componente di information technology sia la componente di servizi di comunicazione. Telecom Italia intende sfruttare le sinergie esistenti tra i due diversi comparti del settore Ict per creare valore per i suoi clienti e per sviluppare la propria offerta e la propria clientela nel comparto dell’information technology.

ZeroUno: Un’Agenda Digitale per l’Italia. Dalle parole ai fatti. Lavoro (creazione di posti di lavoro ad alto valore aggiunto), impresa (consentire una più facile digital strategy e integrazione Ict nei modelli di business per le Pmi), diritti (non solo garantire l’accesso diffuso alla Rete, ma consentire a tutti di sfruttare appieno il potenziale espressivo, formativo, creativo e lavorativo fornito dalle nuove tecnologie).
Come agire su infrastrutture tecnologiche, creazione di servizi, recupero del gap di informatizzazione presso le aziende italiane, normative che ridefiniscano i rapporti tra Pa, cittadini, imprese “digital oriented”? Qual è la sua vision in merito e quale ruolo può giocare un player come Telecom Italia?

Bernabè: La digitalizzazione del Paese richiede un sforzo comune da parte di tutti i portatori di interesse pubblici e privati. Istituzioni, sistema industriale, imprese della filiera Ict devono tutti fare la loro parte.
Telecom Italia si è sempre dimostrata sostenitrice attiva di questi interessi non solo attraverso gli ingenti investimenti intrapresi per rendere le reti a banda larga sempre più potenti, affidabili e performanti ma anche con una serie di iniziative volte al colmare il cosiddetto digital divide culturale, ovvero la bassa diffusione del computer e la bassa alfabetizzazione informatica che affligge il nostro Paese.
Gli operatori di telecomunicazioni hanno il compito e la responsabilità di svolgere il proprio ruolo di imprenditori di rete laddove esistono le condizioni di remunerabilità degli investimenti. L’onere di coprire le zone cosiddette a fallimento di mercato non può quindi ricadere sugli operatori di telecomunicazioni, anche se in sede europea la tesi prevalente nell’ambito del dibattito sulla revisione degli obblighi dei servizi universali è proprio questa.
In realtà quello che è veramente difficile da comprendere non è tanto il fatto che l’onere di copertura di queste aree voglia essere fatto ricadere anche in parte sugli operatori di telecomunicazione ma quanto il fatto che questo onere debba investire solo ed unicamente gli operatori di telecomunicazioni. Oggi è infatti più che mai acclarato ed evidente che lo sviluppo delle reti a banda larga, oltre che per gli utenti, genera benefici consistenti anche per tutte quelle società che vivono e derivano i propri introiti dalla rete Internet. Dato che la copertura di queste aree per gli operatori di telecomunicazioni rappresenta un onere, sembrerebbe del tutto legittimo aspettarsi che a questo onere debbano contribuire anche gli altri soggetti che comunque ne traggono un beneficio.
Più in generale tutti gli attori del settore (System Integrator e Operatori Over The Top compresi) dovrebbero contribuire alla realizzazione di un piano di sviluppo digitale dell’Italia. Solo un progetto unico verso un unico obiettivo permette la realizzazione dei piani di sviluppo di cui il Paese ha bisogno.
In questo sforzo corale la pubblica amministrazione, rivestendo molteplici ruoli, può sicuramente giocare un ruolo fondamentale sotto molteplici aspetti. La pubblica amministrazione potrebbe ad esempio incrementare il numero di servizi on line, potrebbe favorire e promuovere politiche formative mirate a diminuire l’analfabetismo informatico o più semplicemente potrebbe indirizzare le proprie scelte di acquisto di beni e servizi verso le imprese che utilizzano le tecnologie dell’Ict.

"…Esistono quindi delle importanti
opportunità di business in ambito
sicurezza e inviolabilità delle reti
e dei server cosi pure come
nell’ambito di soluzioni che
permettano agli utenti di
quantificare in modo più chiaro
e trasparente il livello di
informazioni consciamente o
inconsciamente messo a
disposizione delle imprese che
operano attraverso la rete
internet."

ZeroUno: Qual è la sua opinione sul mestiere del CIO? Lei considera la gestione dell’It aziendale come un fatto scontato, come parrebbe dall’opinione di molti CEO, oppure se scontato non è, qual è il profilo del suo CIO ideale, in Telecom ma anche in aziende più tradizionali?
Bernabè: Il ruolo dei CIO nelle aziende è molto importante sia per la gestione dei sistemi sia perché la scelta di sistemi informativi efficaci ed adeguati è sempre più spesso ritenuto uno dei fattori chiave per il successo di un’azienda. Purtroppo però, ancora oggi, soprattutto nelle piccole e medie imprese che operano principalmente in ambito locale, la funzione It viene ancora vissuta come un centro di costo con tutta l’accezione negativa che questo comporta. Le tecnologie dell’Ict dovrebbero invece al contrario essere lette in chiave strategica e pensate come fattore abilitante di crescita e sviluppo.
Il mondo dei servizi informatici sta attraversando un periodo di cambiamento vertiginoso, la diffusione dei nuovi device trasforma la vita personale e la vita professionale in un’unica esperienza di utilizzo dei servizi. La Nuvola Italiana di Telecom Italia esprime un nuovo modo di avvicinare i bisogni informatici alla natura del business delle aziende. Il CIO deve farsi portavoce e interprete delle necessità informatiche dell’azienda garantendo uno sviluppo dei sistemi informatici compatibili e coerenti con gli obbiettivi strategici di crescita e sviluppo.

ZeroUno: Come inquadra l’offerta cloud di Telecom Italia rispetto allo scenario di ricerca di innovazione fin qui descritto? Cosa serve alle aziende, oltre ad una infrastruttura di Tlc efficiente (e fino a che punto lo è oggi in Italia?), per convincere le imprese a passare alla fruizione as-a-service dell’informatica?
Bernabè: La Nuvola Italiana è una realtà operativa disponibile in rete. Spetta all’ecosistema dei partner tecnologici ed ai clienti cogliere l’occasione di rinnovamento per ottenere i benefici ed i vantaggi che queste soluzioni offrono a tutti gli imprenditori ed ai fornitori.
La rapidità e la reversibilità delle scelte di acquisto di servizi in modalità cloud computing rappresenta uno dei principali vantaggi di queste soluzioni. Per le imprese è quindi possibile effettuare dei veri e propri “test su strada” dei nostri servizi e di rendersi conto in prima persona dei vantaggi che questi soluzioni comportano.
L’economicità, la semplicità e la praticità dei servizi offerti in modalità cloud risultano appetibili sia per le imprese che già utilizzano soluzioni Ict tradizionali (in quanto permettono di rispondere alle esigenze di riduzione di costo acuite dalla crisi) sia alle imprese che fino ad oggi non hanno potuto ricorre a soluzioni It sostanzialmente a causa di una dimensione eccessivamente ridotta. Per quest’ultima categoria di imprese, le soluzioni informatiche da remoto diventano un’opzione perseguibile in quanto abbassano le barriere di accesso all’Ict sia in termini di soglia di investimento minimo richiesto sia in termini di competenze It di cui l’impresa deve disporre al suo interno.

ZeroUno: Come pensa di reagire Telecom al continuo calo di tariffe, ricavi e margini sul mercato italiano? Come e con quale velocità pensa di diversificare i propri servizi? O di introdurne di nuovi? Con quali strategie di partnership o competizione con gli over the top?
Bernabè: In aggiunta a quanto già prima detto, siamo fortemente convinti che un operatore di telecomunicazioni come Telecom Italia sia assolutamente in grado di reggere la concorrenza con gli OTT, soprattutto nel momento in cui saremo messi nella posizione di accedere e utilizzare le informazioni sui nostri clienti in modo paritario rispetto a quanto possono oggi fare gli OTT. Il poter accedere a servizi gratuiti su scala globale è sicuramente percepito dal cliente finale come un valore e in questo ambito gli OTT godono di un forte vantaggio competitivo. Esistono però delle aree in cui gli OTT non sono riusciti ad affermarsi. Mi riferisco alla caratteristiche di sicurezza e di tutela dei dati personali. Come emerso dalle recenti intrusioni nei sistemi informativi portate a termine con successo ai danni di imprese di fama mondiale quali Sony, Epsilon, Nintendo, Google, le misure di sicurezza a protezione delle informazioni personali oggi in uso sono insufficienti. Questo è un tema a cui il mercato residenziale è sicuramente molto sensibile ma ancora di più lo è il mondo delle imprese.
Esistono quindi delle importanti opportunità di business in ambito sicurezza e inviolabilità delle reti e dei server cosi pure come nell’ambito di soluzioni che permettano agli utenti di quantificare in modo più chiaro e trasparente il livello di informazioni consciamente o inconsciamente messo a disposizione delle imprese che operano attraverso la rete internet.
Sicurezza e tutela della privacy a mio avviso sono due ambiti su cui un’azienda come la nostra deve lavorare non tanto e non solo sul piano dell’adeguamento alla normativa ma soprattutto in termini di opportunità di business che ne potrebbero derivare.
Infine dobbiamo sfruttare in chiave di vantaggio comparato la nostra effettiva e difficilmente replicabile presenza radicata sul territorio.

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