La Pubblica Amministrazione e l’Agenda Digitale: c’è una strategia comune?

Pubblicato il 27 Lug 2012

La Pubblica Amministrazione Locale italiana sta attraversando un periodo di grande fermento e di importanti sfide: se, da un lato, il 2011 è stato l’anno dell’entrata in vigore del Nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (Cad) che fornisce agli Enti Locali indirizzi in materia di semplificazione e digitalizzazione di processi e procedure, dall’altro lato, l’anno in corso si caratterizza anche per l’approvazione del decreto semplificazioni che vede le amministrazioni locali oggetto di interventi significativi nell’ambito dello snellimento e velocizzazione di procedure e rilascio di certificati.

In particolare, le disposizioni più importanti che riguardano la Pubblica Amministrazione sono le seguenti:

  • Digitalizzazione delle procedure: a partire dal 1° gennaio 2014, tutte le procedure, per cittadini e imprese saranno online. Le comunicazioni tra gli uffici dovranno avvenire esclusivamente attraverso i canali e servizi telematici e la posta certificata. Il provvedimento dà un’ulteriore spinta all’attuazione delle regole e dei tempi del Nuovo Cad;
  • Gestione associata dei servizi Ict: per la gestione di funzioni quali infrastrutture di rete, acquisto di licenze software, banche dati e applicativi software, i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti saranno obbligati a organizzarsi in forma associativa.

Inoltre, il Decreto ha dato vita all’Agenda Digitale Italiana che ha come obiettivo prioritario la modernizzazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese, attraverso azioni coordinate dirette a:

  • favorire lo sviluppo di domanda e offerta di servizi digitali innovativi;
  • potenziare l’offerta di connettività a banda larga;
  • incentivare cittadini e imprese all’utilizzo di servizi digitali.

Le Regioni virtuose iniziano prima

Mentre l’emanazione del decreto legislativo DigItalia, che avvierà l'Agenda digitale italiana, è in ritardo (la deadline prevista è slittata da giugno a settembre), la risposta delle Regioni non si è fatta attendere: con la Regione Lombardia a fare da apripista, approvando già a novembre 2011 la sua Agenda Digitale, altre Regioni hanno elaborato la propria strategia, creando un panorama eterogeneo di “Agende Digitali regionali”. Tra le principali:

  • Toscana: varata a marzo 2012, l’agenda digitale identifica tre obiettivi generali rappresentati dal Digital Divide, dalla Carta dei servizi e dalla Dematerializzazione: Finanziamenti 2012-2015: 51 Milioni di Euro;
  • Emilia Romagna: nel 2012 è iniziata la discussione pubblica sugli obiettivi dell’Agenda Digitale Regionale (conclusasi in giugno). Inoltre sono nate iniziative ad indirizzo “local”, tra cui l’Agenda Digitale delle città di Bologna e di Reggio Emilia;
  • Trentino Alto Adige: agenda digitale con focus sul progetto di infrastrutturazione in fibra ottica della Regione; entro la metà del 2013 tutti gli utenti del Trentino avranno una disponibilità di banda di almeno 20 Mbyte ed entro il 2018/2019 tutte le case e tutte le imprese del Trentino saranno dotate di banda larga;
  • Piemonte: il piano strategico per l’Ict adottato nell’aprile 2011 rappresenta di fatto l’Agenda digitale Piemontese;
  • Marche: l’Agenda Digitale Regionale lanciata ad aprile 2012 prevede investimenti in Ict per 46 Milioni di Euro. Tra i progetti principali c’è “Marche Cloud” per la realizzazione di un’infrastruttura regionale di cloud computing;
  • Umbria: recentemente approvate le linee guida per l’Agenda Regionale: alla Regione arriveranno 11 Milioni di euro nel prossimo triennio dai fondi Fas (fondo del Governo per le aree sottoutilizzate);
  • Lazio: il Consiglio Regionale del Lazio ha recentemente dato inizio all’attuazione della propria Agenda Digitale, approvando la legge in materia di open data e riutilizzo di informazioni e dati pubblici;
  • Liguria: Agenda digitale Regionale in fase di costituzione, verrà presentata entro il 2013.

Le Regioni assumono dunque un ruolo di facilitatori dell'Agenda Digitale Italiana e, recentemente, hanno iniziato a porre le basi per un percorso comune per attuare l’Agenda Digitale. Ad inizio giugno, infatti, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha costituito una Cabina di regia interna con compiti di coordinamento, per dare un contributo fattivo alla creazione e implementazione dell'Agenda Digitale Italiana. Il gruppo di lavoro è coordinato dal rappresentante politico delle Regioni e delle Province Autonome nella Cabina di regia nazionale e a livello tecnico si avvale del CISIS (Centro Interregionale Sistema Informativo, Statistico e Geografico).

I cinque obiettivi proposti dalle Regioni riguardano:

  • l'interoperabilità e la cooperazione applicativa fra tutte le amministrazioni;
  • la Carta regionaleazionale dei Servizi, già in possesso di 24 milioni di Italiani, dovrà diventare lo strumento per garantire ai cittadini l'accesso ai servizi sanitari in digitale, ai servizi online della Pubblica amministrazione, al sistema dei trasporti, ai servizi scolastici;
  • la circolarità anagrafica: l'aggiornamento dei dati anagrafici deve circolare fra le Pubbliche amministrazioni di ogni livello in modo tempestivo, senza costi aggiuntivi;
  • l'Amministrazione digitale senza carta: dematerializzare documenti e processi, conservare in modo sicuro i documenti digitali, eliminando progressivamente l'uso della carta;
  • la georeferenziazione: condivisione dell'anagrafe del territorio con l’opportunità di sviluppare servizi per enti locali e cittadini.

Anche i Comuni fanni sentire la loro voce

In questo scenario, anche i Comuni hanno fatto sentire la propria voce: l’Anci a giugno ha presentato un disegno di legge, “Disposizioni di semplificazione e digitalizzazione dei Comuni per l’attuazione dell’Agenda Digitale”, il cui scopo principale è favorire la digitalizzazione e la semplificazione dell’amministrazione pubblica e dei rapporti tra questa i cittadini e le imprese. Tra le priorità individuate figurano: la riduzione del divario digitale; la realizzazione di reti fisse e mobili a banda larga; il censimento delle infrastrutture di rete esistenti al fine di ottimizzare gli interventi; l’inclusione digitale e l’open data.

Nel contesto attuale, dunque, ciò che emerge come prioritario è la necessità di un confronto permanete tra i vari livelli amministrativi sui temi dell’Agenda Digitale e un’azione comune di coordinamento degli interventi. Sono stati già mossi i primi passi in questa direzione, ma c’è ancora molto da fare. Il livello centrale rappresenta un ambito fondamentale per la definizione, la concertazione e l’attuazione dell’Agenda Digitale, ma è necessario che tutti gli stakeholder vengano coinvolti. Solo in questo modo, l’Agenda Digitale Italiana potrà essere correttamente implementata con una visione organica e strategica, valorizzando le risorse del nostro Paese e replicando esperienze di successo.

Le Agende Digitali Regionali: stato di avanzamento

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