Intervista

La rete per la banca: un centro di erogazione di servizi

Con Milo Gusmeroli, Vicedirettore Generale Banca Popolare di Sondrio, membro della Giuria dei Digital360 Awards abbiamo approfondito il tema delle reti intelligenti e di una collaboration di nuova generazione. Spunti interessanti sui quali ci si potrà ulteriormente confrontare nell’edizione 2019 dei premi all’innovazione del Gruppo Digital360

Pubblicato il 07 Mar 2019

milo-gusmeroli

Incontriamo Milo Gusmeroli, Vicedirettore Generale Banca Popolare di Sondrio, membro della Giuria dei Digital360 Awards, per capire qual è l’approccio della sua realtà alle reti intelligenti di nuova generazione.

ZeroUno: Un tempo i sistemi informativi bancari erano il classico esempio di sistemi proprietari, oggi l’apertura verso l’esterno sta profondamente cambiando, così come si affiancano, a quelli tradizionali, nuovi modelli di business. Come cambia il supporto dell’IT in questa trasformazione?

Milo Gusmeroli: Nel campo dell’IT bancaria sono importanti la specializzazione e la focalizzazione del fornitore, mentre l’impiego di soluzioni orizzontali aiuta a ridurre la complessità. Se ho bisogno di una soluzione antiriciclaggio cerco un componente verticale, se devo aumentare il presidio della sicurezza a livello dell’organizzazione cerco un fornitore con capacità consulenziali e capacità di coprire più ambiti [per evitare di dover avere più fornitori ndr]. Le banche fanno parte di un ecosistema, i modelli di business si sono ampliati, per questo si discute di open API e open banking, e si va oltre l’ecosistema classico di clienti e fornitori: si può essere cliente dei clienti ed è importante l’apertura verso nuove forme di collaborazione. Parliamo, per esempio, dei servizi di banca-assicurazione, ma anche di servizi diversi che non fanno parte della fabbrica aziendale e delle partecipate. Più l’IT è in grado di supportare un ecosistema aperto e più è facile rispondere alle sfaccettature del mercato, abilitando il business.

Reti: è necessaria sempre più intelligenza

ZeroUno: Quanto è oggi importante una rete basata su un approccio software defined e qual è il livello di automazione che è stato oggi raggiunto nella gestione delle reti della sua azienda?

Gusmeroli: La rete è per noi un tema sempre aperto, perché al di là del supporto dei servizi di internet banking ai clienti, abbiamo sistemi in outsourcing e in gestione remota che generano traffico dati. Avere canali di rete ampi e veloci non basta. SDN è una tematica che consideriamo da tempo per realizzare il disaccoppiamento fra reti fisiche e virtuali, massimizzare l’elasticità nella gestione automatizzata della rete e migliorare il trasporto dei dati, la gestione delle infrastrutture remote, la gestione accessi e monitoraggio, anche per scopi di cybersecurity. Guardando in prospettiva, al numero sempre maggiore di dispositivi connessi, al 5G ed evoluzioni degli impieghi, dobbiamo vedere la rete sempre più come a un centro d’erogazione dei servizi e non a un mezzo di collegamento. Diventa importante la capacità di veicolare informazioni, controllare l’accesso, dare le risposte più adeguate a utenti diversi. Al di là di ciò che vediamo oggi, la rete evolverà come centro servizi e centro di monitoraggio. I servizi che posso costruire sopra la rete mi permettono, per esempio, di entrare “in casa” del cliente e avvertirlo se sta usando un pc infettato da malware.

ZeroUno: Sempre rimanendo nell’ambito delle reti, negli ultimi anni sono emerse numerose tecnologie innovative: machine learning e altre applicazioni AI, self-healing, analisi del traffico per scopi di cybersecurity, uso di droni per l’edge computing in reti dinamiche ecc. Quali di queste soluzioni ritiene interessanti per la sua azienda?

Gusmeroli: Usiamo tecnologie intelligenti nell’ambito della rete e della cybersecurity, ma vediamo ulteriori opportunità con l’unico limite della fantasia. Potrei offrire al cliente informazioni sulla disponibilità di posteggio in filiale elaborando le immagini delle telecamere, ma anche sfruttare i dati di frequentazione per capire dove è meglio collocare un bancomat (se in filiale o di fianco a un bar). Posso sapere se davanti alla filiale passano 1000 o 3000 persone, fare geomarketing… Tutti usiamo lo smartphone e lasciamo informazioni che vanno al di là dei log operativi. Da questi dati, ovviamente nel rispetto del GDPR, si può ricavare il tempo che il cliente passa in filiale, il tempo che intercorre tra una transazione e l’altra. Con 10 milioni di utenze private e societarie c’è spazio per migliorare il servizio ai clienti: dai check di sicurezza del cellulare all’accesso a strumenti di educazione finanziaria o di sicurezza. Non c’è solo il portale della banca come fonte di dati, ci sono istituzioni terze: collaborando con i gestori di rete potremmo fare molto di più, per esempio, per creare sistemi di autenticazione rafforzati.

Come altre realtà bancarie abbiamo oggi il problema di creare un sistema aperto ad altri istituti, usare risorse cloud e multicloud. C’è la tecnologia, gli aspetti normativi, il business, ma i grandi operatori non offrono una visione veramente olistica: mi dicono che ci sono le API per l’interoperabilità in un servizio cloud, ma non se hanno le API di cui posso avere bisogno per il mio sistema contabile. Come banca devo rispettare mille regole di privacy, per esempio, nell’importare da PagineGialle i numeri di telefono per completare le anagrafiche. Infine mi aspetto di più dai fornitori dei sistemi di rete nella difesa dai malware: serve mettere molta più AI nei prodotti.

Sistemi innovativi di collaboration: … quanto basta

ZeroUno: La collaboration è un altro tema importante sia nell’ottimizzazione delle modalità di lavoro, sia nella relazione con i clienti. Da BOT e assistenti virtuali, a traduzioni automatiche, capacità di speech-to-text riconoscimento facciale…sono tante le innovazioni introdotte nei sistemi di collaboration. Quali funzioni ritiene importanti per accrescere la produttività della collaborazione tra persone, in particolare di conferenze e meeting?

Gusmeroli: Sono servizi necessari che devono essere accompagnati da regole aziendali per disciplinarne correttamente l’uso da parte delle persone. Non usiamo sale riunioni a distanze superiori di 3 Km, ma l’esperienza mi dice che l’indole latina fa emergere le cose più importanti a riunioni finite. Si può ottimizzare la presenza delle persone laddove il sistema di conference permette di portare a casa risultati: purtroppo a margine di una call o call steering serve sempre incontrare qualcuno, per forza, di persona. Abbiamo capacità di conference con servizi in pay per use, ma non tutti le usano. Non investirei denaro aziendale in una soluzione a tutto tondo e con tutte le funzioni di questo mondo perché non tutte le persone sono mature per usarla. A parte la testa delle persone, fa poi differenza il fatto che l’attività si possa fare o no dal posto di lavoro: se ci si deve spostare per fare telepresence allora il disagio resta lo stesso. Per quanto attiene ai BOT stiamo, invece, effettuando delle sperimentazioni, per individuare quali siano i campi di applicazione più profittevoli.

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