Oltre 300 milioni di euro di investimento previsti per l’attuazione dell’Agenda Digitale regionale: in occasione di Forum PA Sardegna, che si è svolta presso la Fiera di Cagliari negli ultimi giorni di aprile, sono state esposte molteplici riflessioni riguardo ai progetti già in atto e a quelli da realizzare con queste risorse. Tra i temi sul tappeto vi sono stati big e open data, democrazia partecipata, social network come driver strategici per una Pa agile e inclusiva.
L’evento, nel suo complesso, ha ospitato 600 partecipanti – che hanno assistito a un totale di 60 relazioni – per un proficuo confronto tra istituzioni, operatori pubblici, cittadini e imprese, ma soprattutto ha rappresentato un palcoscenico privilegiato, oltre che per fare il punto sugli strumenti e le politiche di innovazione necessarie per affrontare le sfide poste da Sardegna 2020, per illustrare il percorso di approfondimento sul fronte della trasparenza, della legalità e della prevenzione della corruzione
Nello specifico sono intervenuti: Raffaele Paci, vicepresidente della Regione e 4 assessori della Giunta regionale; Antonio Bartolini, assessore Innovazione e Agenda Digitale della Regione Umbria; Barbara Argiolas, assessore alle politiche per lo sviluppo economico e turistico del Comune di Cagliari; Paola Piras, commissario straordinario della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Cagliari e Filippo Romano, dirigente ufficio piani di vigilanza e vigilanze speciali dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione).
Tra gli importanti risultati conseguiti la firma ufficiale del Patto d’Integrità tra il presidente di Transparency International Italia, Virginio Carnevali, e i rappresentati di Arst-Trasporti regionali della Sardegna per la realizzazione del collegamento Repubblica/Stazione Rfi della metropolitana leggera di Cagliari.
“Forum Pa Sardegna – ha commentato Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA illustrando il ricco programma congressuale – mette insieme molti temi, tutti coerenti con un concetto fondamentale: non esiste sviluppo se tale sviluppo non è equo, sostenibile e in grado di cambiare la vita di cittadini e imprese. Tutto il resto non ci interessa: la parte più attiva del Paese si riconosce nella qualità della vita, nell’innovazione, nello sviluppo sostenibile e questo deve essere vissuto in un clima di trasparenza e integrità”.