MILANO – I soldi ci sono, la tecnologia anche, l’importante è saper indirizzare il tutto al fine di costruire un ambiente che consenta velocità e sicurezza nel reperire le informazioni e nell’abilitare le operazioni. È una delle conclusioni tratte in occasione del Convegno organizzato dal Centro Interdipartimentale Icona dell’Università degli Studi di Milano sul Nodo dei pagamenti per le Pa, la piattaforma tecnologica per l’interconnessione e l’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni e i prestatori di servizi di pagamento messa a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) che garantisce a tutti gli aderenti di operare in condizioni paritetiche e senza necessità di attivare accordi bilaterali con le PA, fornendo al tempo stesso uniformità di colloquio ed elevati standard di sicurezza, grazie anche alla governance pubblica.
Approfondendo il concetto di nodo di interscambio, i partecipanti al convegno (fra cui Domenico Gammaldi della Banca d’Italia, Daniela Intravaia del Ministero della Giustizia, Manuela Giaretta della Regione Lombardia e Pier Attilio Superti dell’Anci) hanno allargato il quadro all’intero processo di digitalizzazione della Pa.
“La logica che sta dietro al Nodo dei pagamenti – lo ha sottolineato nel proprio discorso introduttivo Anna Pia Sassano, Capo Settore Processi e Sistemi Ict dell’Agenzia delle Entrate e componente della task force governativa per l’attuazione dell’Agenda Digitale – rientra in una strategia più ampia che presuppone un organismo unico in grado, poi, di esprimersi in modi diversi: in pratica, una vera e propria struttura abilitante. Nei lavori per l’attuazione dell’Agenda Digitale abbiamo constatato che i vari enti hanno sviluppato soluzioni per conto proprio per rispondere a specifiche necessità; il nostro obiettivo invece è quello di progettare sistemi per tematiche, per esempio, giustizia, sanità. Così facendo sarà più facile, tra l’altro, intuire cosa poter centralizzare e cosa localizzare, ma alla fine tutto dovrà essere allineato, interoperabile. I grandi progetti sui quali si sta lavorando sono tre: l’organizzazione di un sistema di identità digitale più smart di quello attuale, le banche dati di interesse nazionale e i nodi per la fatturazione elettronica”.
Tornando alla tematica dei pagamenti, ricordiamo che all’inizio del mese di febbraio, i gestori di servizi pubblici sono stati obbligati a migrare agli standard di pagamento Sepa (Single Euro Payment Area), grazie ai quali è possibile effettuare e ricevere bonifici e addebiti da e verso 34 paesi europei come all’interno di un singolo Stato. Cittadini, professionisti e imprese possono così scegliere come pagare gli importi dovuti, con quali strumenti (carte di credito, di debito o prepagate), presso quali prestatori di servizi di pagamento (banche, uffici postali, ricevitorie aderenti a circuiti di pagamento) e il canale più adatto alle proprie esigenze (sportelli fisici, Atm, siti web della banca o della PA, in prospettiva anche smartphone e cellulari).
Grazie alla nuova piattaforma messa a disposizione da Agid enti creditori e cittadini potranno sfruttare al meglio le opportunità offerte dagli standard Sepa. “Il nostro compito – ha affermato Maria Pia Giovannini, Dirigente dell’Agenzia per l’Italia Digitale – è stato quello di costruire un percorso condiviso per arrivare a un disegno adeguato alle esigenze di tutti; abbiamo collaborato con la Pa, con le banche, per rispondere alla normativa e, allo stesso tempo, per favorire massima trasparenza tra gli interlocutori. Certo è che ora è necessario migliorare i processi, innovarli”.
Se dunque le linee guida e le infrastrutture sono pronte, ora l’obiettivo è ridurre i costi per gli operatori e far sì che i cittadini possano sfruttare tutti i benefici possibili. Efficienza, affidabilità e tutela degli utenti sono le parole d’ordine e in questo la tecnologia rappresenta un valido alleato; di pari passo i processi e le organizzazioni devono saper recepire l’innovazione e implementarla nella quotidianità.