La trasformazione si chiama ‘Internet of Everything’

Interconnettere attraverso una ‘rete intelligente’ dati, processi, persone e oggetti. È questa l’innovazione dirompente in atto che sta scardinando le logiche di business delle aziende e su cui dovrebbe basarsi anche la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. A dirlo è il numero Uno di Cisco Italia.

Pubblicato il 21 Gen 2014

L'Ict non è più da tempo una questione che riguarda “il dipartimento It” di un’azienda, bensì un elemento chiave per tutti gli altri dipartimenti e i processi di business. Parte da questa considerazione Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia che sottolinea: “Quando l’It entra trasversalmente nell’impresa per rinnovarla, si ottiene sempre una reale trasformazione del business”. Una considerazione che vale anche per la Pubblica Amministrazione dove, ricorda il numero 1 dell’azienda in Italia, “il primo passo da compiere per la digitalizzazione della Pa è considerare le necessità specifiche del Paese individuando con chiarezza quali tecnologie digitali possono dare loro risposta; ma si tratta anche di misurare la capacità delle imprese e dei cittadini (in termini sia di interesse sia di competenze) di fare propria l’opportunità digitale”, aggiunge Santoni il quale, per superare l’attuale situazione che vede un’Italia digitale “a macchia di leopardo” (con punte di eccellenza e zone ancora troppo arretrate), suggerisce di “mettere a fattor comune, nel breve periodo, le risorse, i dati, le opportunità che fin qui si sono generate nell’ottica di creare un sistema che favorisca l’innovazione a ogni livello della Pa”.

Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia

Qual è in questo contesto il contributo dei vendor? “I vendor possono contribuire sia ad affrontare le tematiche culturali e di analisi dei problemi, sia in termini tecnologici. Inoltre possono supportare la Pa nell’analisi di differenti scenari per aiutarla a collocare le proprie scelte nelle richieste e nelle esigenze di un contesto globale in continua evoluzione. Possono infine porsi come partner per la realizzazione concreta dei progetti necessari alla digitalizzazione, aiutando le amministrazioni ad orientarsi tra le diverse opzioni possibili per capire quale meglio consente di centrare i propri obiettivi”, evidenzia Santoni.
Un supporto che, nell’esempio di Cisco, si esplica anche attraverso una revisione interna e un riassetto del modello organizzativo, soprattutto a supporto di quella che ormai chiamiamo da tempo Business Technology Transformation. “Cisco raggiunge i suoi clienti in primis attraverso i suoi partner, perché abbiamo un modello di presenza 100% indiretto”, spiega Santoni. “La condivisione di questa logica di trasformazione è così affidata in primo luogo a loro; il nostro impegno va nella creazione/formazione delle competenze adeguate che stiamo sviluppando attraverso nuove certificazioni dedicate proprio alla business transformation (che si affiancano alle tradizionali certificazioni tecnologiche). In sostanza, dotiamo i partner delle competenze necessarie per lavorare con i team It aziendali, ma anche con tutti gli altri interlocutori per indirizzare, attraverso la tecnologia, le sfide del business”.
L’innovazione tecnologica che, secondo Cisco, ha uno degli impatti più forti sul processo di trasformazione è quella che l’azienda definisce Internet of Everything: “È uno scenario tecnologico che ha un impatto potenziale di enormi dimensioni in termini di innovazione di processi, modelli di business e di approccio al mercato”, riflette Santoni. “L’Internet of Everything è caratterizzato dalla crescente possibilità di interconnettere, con il supporto di una ‘rete intelligente’, sempre più elementi del mondo in cui le imprese operano: dati, processi, persone e oggetti. Realtà che prima non potevano tecnicamente comunicare, o comunque non potevano farlo in modo fluido e integrato come ora, adesso possono interagire, generando una massa di informazioni che, attraverso strumenti di analisi, possono diventare ‘actionable informations’ su cui basarsi per le decisioni di business e non solo”.
Per accelerare questa innovazione è fondamentale “creare architetture e soluzioni abilitanti, ossia un modello di rete più intelligente, automatizzato, unificato, che permetta a tutto ciò che è connesso di lavorare in modo integrato ed efficiente. Perché la soluzione sia performante non bisogna basarsi sulle features del singolo prodotto, ma fare in modo che ogni singola parte sia integrata in una soluzione globale. Questo è il modello di sviluppo che stiamo perseguendo: la soluzione è performante quando crea le condizioni per un business più flessibile e adeguato alle esigenze del cliente”, puntualizza l’Ad di Cisco.
Infine, sul fronte della social responsibility, Santoni ricorda: “La nostra cultura aziendale si basa sull’assunto di restituire valore ai territori in cui operiamo con iniziative che rispondano agli specifici bisogni che essi esprimono. Da tre anni con l’iniziativa ‘A Scuola di Internet’ i nostri dipendenti incontrano ragazzi di tutta Italia (finora oltre 18.000) per insegnare loro (oltre che ai loro genitori e agli insegnanti) un utilizzo consapevole di Internet e della tecnologia; il programma ‘Cisco Networking Academy’ ci vede invece impegnati nella formazione di giovani e adulti per dotarli delle competenze richieste dal mercato del lavoro in area Ict, aiutandoli a cogliere le opportunità di un settore che creerà a livello europeo nei prossimi anni ben 900.000 posti di lavoro”.

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