Ha iniziato il suo percorso nell’IT a diciotto anni, come sistemista in un gruppo di aziende chimiche, decidendo poi di frequentare l’Università nonostante un lavoro che lo occupava già full-time (scelta obbligata per potersi pagare gli studi, aiutata dalla disponibilità di un’azienda che gli concedeva il tempo per sostenere gli esami): “già solo dopo un anno di lavoro e Università ero completamente innamorato dell’Information Technology”.
Si deducono in queste poche righe lo spirito tenace e l’amore per il proprio lavoro di Ivan Basso, CIO di Fluid-o-Tech, che in questa intervista a ZeroUno racconta la sua “vita da CIO”.
Nei primi anni di lavoro-studio ha avuto occasione di seguire ben tre “go live” di sistemi SAP, esperienza significativa che gli ha consentito di guardare l’IT dalla parte del business e dei processi aziendali. Dopo otto anni bellissimi, come ricorda lui stesso, è stato chiamato per un colloquio alla Brembo, una proposta alla quale non ha potuto dire di no (anche per la forte identità del brand, non banale per un appassionato di motori come lui). “Ho accettato subito, i 150 km di autostrada che mi separavano dalla sede aziendali non li ho nemmeno presi in considerazione”, racconta Basso. “Era l’occasione perfetta per poter entrare in un gruppo internazionale e fare esperienze anche all’estero. Ho avuto l’opportunità di partecipare a diversi progetti internazionali con i grandi produttori del settore Automotive, esperienza molto formativa non solo dal punto di vista del lavoro ma anche umano con arricchimento del mio bagaglio culturale”.
La gioia per la nascita del suo primo figlio lo ha fatto scontrare con uno stile di lavoro che mal si conciliava con la famiglia: “uscivo di casa quand’era ancora buio, non vedevo mai mio figlio perché rientravo la sera tardi e ovviamente era già a letto”, ammette Basso. “Sentivo poi il bisogno di fare un’ulteriore crescita, volevo essere un direttore IT e sapevo che avrei dovuto puntare su un’azienda di medie dimensioni”.
Approda così in Fluid-o-Tech, “azienda che mi ha permesso di esprimere ‘la mia idea di IT’, decisamente moderna e innovativa per una media azienda italiana. La proprietà è molto ‘illuminata’ e decisamente orientata all’IT”, spiega Basso con alcune espressioni sul suo volto che lasciano trapelare sensazioni come orgoglio, fiducia e soddisfazione. “Fluid-o-Tech è una realtà che fa investimenti corposi in Information Technology, crede fortemente nell’innovazione abilitata dalle tecnologie e la proprietà ha impostato uno stile di leadership improntato su delega, responsabilità e fiducia”.
Conoscere processi e business per stimolare l’innovazione, questo deve fare l’IT
ZeroUno: Qual è oggi la tua “giornata tipo”?
Ivan Basso: Mi sveglio ogni giorno alle 5 del mattino e dedico un’ora all’allenamento in palestra, sono un appassionato di cross-fit, sport che mi dà una grandissima carica energetica. Dopo la palestra ho un compito importantissimo e inderogabile, fare colazione con i miei figli (un bimbo di otto anni e una bimba di tre anni) e portarli a scuola; è un momento tutto per noi, per me importantissimo.
Arrivo in ufficio verso le 8 e faccio un check con il team per verificare l’andamento dei progetti in corso. La “giornata tipo” non esiste, però ci sono appuntamenti ricorrenti che fanno parte del mio lavoro quotidiano. Mi riferisco in particolare agli incontri con il management di primo livello; in questo periodo c’è un allineamento costante con Risorse Umane, Operations e Qualità perché stiamo portando avanti una roadmap di digital transformation ad ampio raggio che va a toccare non solo le tecnologie ma anche, e soprattutto, l’organizzazione ed i processi con impatti significativi sulle persone, sui loro ruoli e competenze.
C’è poi l’incombenza della gestione dei fornitori, attività che richiede molta cura e molto tempo in una realtà come la nostra dove, fortunatamente, sono in corso diversi progetti di innovazione in parallelo. Il project management è una delle competenze del team IT sulle quali insisto molto, le giornate sature non rappresentano una criticità se alla base c’è una buona gestione.
La sera cerco di liberarmi ad orari compatibili con la mia vita privata, ho una bellissima famiglia, due bimbi piccoli che voglio vedere crescere e per i quali voglio essere presente. Quando sono a casa mi dedico completamente a loro, senza distrazioni, eventuali urgenze le gestisco dopo averli messi a dormire.
ZeroUno: Come si declina oggi il tuo ruolo di CIO?
Ivan Basso: La giornata lavorativa è sempre intensa, godere dell’1,5% di fatturato investito in IT (e il 5% circa in Ricerca e Sviluppo) significa avere molti progetti in corso, quasi tutti volti alla componente di innovazione (le spese di manutenzione incidono poco sul budget perché abbiamo lavorato bene in passato sul fronte del consolidamento IT, dell’automazione, del monitoraggio e della governance).
Sono un fan dell’ITIL e, in generale, delle metodologie, per cui ho impostato tutto il team IT affinché potesse lavorare per processi e progetti. Oggi riusciamo a dedicare l’80% delle risorse (tempo, budget, competenze) all’innovazione e lasciare solo al 20% dell’effort al day-by-day, comunque indispensabile dato che abbiamo un Data Center in house molto ben “carrozzato” per garantire elevati livelli di servizio su applicazioni mission critical (oggi siamo al 99,76%). Siamo molto attenti al refresh tecnologico ed i rilasci applicativi sono gestiti con cura estrema, si va in produzione solo dopo aver ultimato tutti i test necessari e si è sicuri di non creare disservizi al business.
A mio avviso in azienda l’IT dev’essere un potente detentore di conoscenza di processi e di business, solo così può davvero lavorare al valore aggiunto che può portare.
Scouting tecnologico, percorso non banale
ZeroUno: Hai accennato al tema della relazione con i fornitori tecnologici, come li selezionate? Cosa cercate in un vendor IT o nel partner tecnologico?
Ivan Basso: Tutta la nostra iniziativa di digital transformation inizia con un ampio numero di POC (Proof of Concept) e progetti pilota, per due motivi.
Innanzitutto perché dobbiamo approcciare nuovi paradigmi, nuovi per tutti non solo per noi. In secondo luogo perché su molte tecnologie dobbiamo fare una certosina opera di scouting, attività che si è per altro rivelata molto più complessa di quanto immaginassi a priori.
Tutti i vendor di tecnologie e servizi stanno cavalcando il paradigma Industria 4.0 e il concetto di digital transformation, ma riuscire a districarsi tra l’offerta e le promesse dei fornitori non è semplice, soprattutto perché il POC o il progetto pilota devono rappresentare solo l’inizio di un percorso molto più complesso e articolato. Dopo quasi un anno di scouting “furibondo” (abbiamo fatto oltre 50 incontri con altrettanti differenti fornitori), devo purtroppo constatare con un po’ di rammarico che di progetti concreti, in produzione, ne ho potuti vedere pochissimi.
Crediamo comunque che questa attività di scouting ci abbia aiutato a fare chiarezza anche sulle reali possibilità progettuali. Oggi abbiamo identificato un ristretto panel di fornitori (3-4 aziende in tutto) che crediamo possano davvero supportarci nel nostro progetto complesso di trasformazione digitale in ottica Industria 4.0.
ZeroUno: Su progetti di innovazione per i quali esistono pochi case study e best practice, come si modella dunque la relazione con i fornitori di tecnologia?
Ivan Basso: Con alcuni di loro siamo riusciti ad impostare una relazione di partnership vera, condividendo il rischio. Abbiamo oggi in corso un progetto molto ambizioso che va a toccare i sistemi MES (Manufacturing Execution System) e prevede l’introduzione di un MES già progettato in ottica Industry 4.0, quindi già completamente connesso ed integrato alle macchine di produzione, in grado di automatizzare i processi e anche di fornire analytics in tempo reale (anche attraverso wearable device).
Il fornitore che abbiamo identificato per questo progetto è una piccola realtà di Lecco; per noi è stata una scommessa dettata dal fatto che abbiamo riscontrato nelle loro tecnologie qualcosa di veramente interessante ed innovativo, per il fornitore un’opportunità per maturare e crearsi una referenza importante. Abbiamo accettato il fatto di diluire di qualche mese la roadmap rispetto ai piani iniziali, sapendo di poter lavorare insieme con un rapporto di alleanza più che di semplice fornitura (magari contribuendo anche a far crescere un piccolo fornitore).
L’innovazione tecnologica che apre a nuovi modelli di business
ZeroUno: Qual è, invece, il commitment interno rispetto ai progetti di innovazione?
Ivan Basso: Come accennato la proprietà aziendale crede fermamente nel valore di business dell’IT e sa che l’innovazione necessita di tempo, risorse ed investimenti economici. Devo dire che il frutto di alcuni progetti oggi già in produzione sono frutto di scelte coraggiose ed investimenti passati; per esempio, in Fluid-o-Tech sfruttiamo da diversi anni robot collaborativi e veicoli a guida autonoma all’interno dei magazzini e degli stabilimenti, nonché stampanti 3D (con resine, e recentemente anche con materiali metallici grazie ad un progetto che stiamo portando avanti con l’Università di Pavia) che ci hanno permesso di progettare, sviluppare e vendere già un prodotto interamente stampato in 3D.
Già da tempo abbiamo come focus l’analisi avanzata dei Big Data, spingendoci oggi anche al mondo dell’intelligenza artificiale. Il commitment in questo caso si snoda su due grandi fronti: quello della raccolta e analisi dei dati di stabilimento, da un lato, quello della sensorizzazione dei nostri prodotti lavorando prima di tutto dalla prospettiva ingegneristica, dall’altro.
Abbiamo realizzato i nostri primi modelli di Machine Learning dai quali abbiamo già identificato le possibili applicazioni, per esempio per la manutenzione predittiva andando a identificare possibili anomalie sulle pompe [Fluid-o-Tech è una realtà specializzata in lavorazioni meccaniche di precisione, sviluppa per esempio pompe e valvole per diversi impieghi e settori industriali – ndr].
In futuro analisi di questo tipo potrebbero non solo ridefinire l’ingegneria progettuale dei prodotti ma anche innescare nuovi servizi e modelli di business, fino alla servitization.
L’attenzione alle relazioni, non sono nell’IT
ZeroUno: Qual è lo stile di leadership che eserciti sulla tua organizzazione?
Ivan Basso: Mi piacciono gli ambienti informali che facilitano processi decisionali snelli.
Come accennato tengo moltissimo al metodo per cui ogni anno chiedo al team di certificarsi (sempre sulla metodologia ITIL); abbiamo una piattaforma tecnologica, ITIL based, con la quale gestiamo in maniera centralizzata tutto ciò che è di competenza dell’IT o è ad esso connesso.
Tutto il resto però è gestito in modo “friendly”; siamo tutti vicini in un open space che facilita lo scambio continuo.
ZeroUno: E per quanto riguarda la relazione con la proprietà?
Ivan Basso: Le occasioni di incontro non sono moltissime ma l’allineamento è garantito da un meccanismo di feedback ben governato. Una volta l’anno c’è l’incontro strategico, quello da cui non solo si definisce il budget IT ma si condividono le linee strategiche aziendali. Una volta al mese c’è invece l’incontro di allineamento/feedback che serve a verificare rispetto di tempi e budget, ma anche a monitorare l’aderenza in termini di obiettivi e attività tra direzione strategica di business e progetti tecnologici.
ZeroUno: Nel tuo ruolo ti devi relazionare anche con le linee di business che, in un percorso di trasformazione così complesso come quello avviato da Fluid-o-Tech, devono essere guidate. In questo caso quali sono le sfide che devi affrontare?
Ivan Basso: Questa è una delle criticità sulle quali devo lavorare costantemente, partendo prima di tutto da me stesso e dal mio modo di operare. L’IT in Fluid-o-Tech è decisamente una forza trainante, in alcune situazioni forse anche troppo spinta da un team entusiasta e che crede in ciò che fa. L’IT ha dato (e sta dando) una forte iniezione di innovazione in azienda, in primis nei processi produttivi, ma all’inizio si è creato un gap con le figure e le competenze chiave del percorso evolutivo (Operations, Qualità, Reparto Tecnico).
Negli ultimi 18-12 mesi abbiamo rallentato la corsa per non creare confusione e destabilizzare persone ed organizzazione. Abbiamo rivisto le priorità ma senza modificare la strategia di trasformazione con una mission molto chiara, la strategia dell’entusiasmo: generare passione attraverso piccole vittorie per stimolare dal basso il desiderio di innovazione, senza far vivere il cambiamento come un’imposizione calata dall’alto.
ZeroUno: Se volessi lasciare un messaggio per i ragazzi più giovani, quelli che ancora devono iniziare a lavorare, cosa ti sentiresti di dire loro?
Ivan Basso: Innanzitutto di non vedere le aziende metalmeccaniche come ambienti da operai in tuta blu, sporchi di olio che lavorano in fabbriche rumorose e sporche. Oggi queste aziende sono all’avanguardia sia come ambienti sia come attrezzature tecnologiche, al loro interno si fanno progetti bellissimi di grande innovazione con tecnologie molto avanzate e in Italia c’è un disperato bisogno di competenze tecniche.