Ci sono e ci saranno sempre più dati, i rischi per la sicurezza si fanno sempre più numerosi, vari e sofisticati, e la crisi ambientale esige un serio impegno in ambito sostenibilità. Questo è il contesto con cui tutte le aziende devono oggi confrontarsi, gestendo le priorità senza perdere d’occhio il business, qualsiasi sia la loro dimensione o il loro settore. E poi c’è l’intelligenza artificiale: integrarla e sperimentarla è ormai diventato quasi un dovere, la vera sfida è farlo in modo efficace e proficuo, non limitandosi a seguire il trend.
In questo panorama, la tecnologia si conferma sempre più adatta a svolgere un ruolo di “enabler”: deve supportare le aziende nel loro adeguarsi e scalare, offrendo anche la possibilità di portare l’AI alla fonte dei dati per aumentarne la competitività.
Gestione dati fluida, infrastrutture ottimizzate
Questa visione di scenario, tradotta sul mercato si traduce in alcune priorità più o meno nuove, che oggi governano l’innovazione. Come spiega Marco Pozzoni, EMEA Data Management Director, ISG, Lenovo, “sustainability e as a service sono i due trend che hanno cambiato il paradigma e sono entrambi tuttora trainati dalle richieste degli utenti”.
“Il primo resta in generale un aspetto determinante per la selezione dei fornitori, in alcuni casi arriva a pesare quanto il prezzo della soluzione stessa – continua Pozzoni – Il mondo storage ha risposto con la tecnologia QLC (Quad-level cell), per esempio, che permette un saving di potenza del 25%. Ma non basta: ci sono anche i nuovi sistemi di raffreddamento a liquido che stiamo introducendo e strumenti di gestione di data center o storage array che danno indicazioni sui consumi e su come limitarli”.
Per quanto riguarda “la voglia di as a service”, non è che il segnale di come le aziende “abbiano sempre di più un occhio di riguardo per l’OpEx. Molti si sono resi conto che il public cloud costava troppo, hanno fatto un passo indietro, con il rimpatrio dei dati nei data center, e puntano a sfruttare l’OpEx con soluzioni consumption-based. Hanno apprezzato questo modello nel cloud e ora vogliono replicare l’esperienza anche nei data center” spiega Pozzoni.
Lo scenario che dipinge, risuona fortemente anche nelle novità annunciate a metà luglio da Lenovo, prioritariamente finalizzate alla fluidificazione della gestione dato e all’ottimizzazione delle infrastrutture all’interno di data center.
Celebrando un salto dall’undicesima alla quarta posizione sul mercato globale in 8 anni e la nomina a leader del mercato entry storage da parte di IDC, questa big tech cinese “affila” la propria offerta per restare competitiva su un mercato destinato a crescere vertiginosamente, proprio come i dati che lo alimentano. Lo fa lanciando nuovi prodotti ma anche razionalizzando il proprio portafoglio, assecondando i trend messi in luce da Pozzoni.
Storage “misurati” per cogliere le opportunità AI
La sostenibilità spicca come uno dei punti chiave della nuova famiglia di storage Lenovo: ThinkSystem DG Enterprise. Si tratta di array disegnati che garantiscono prestazioni ed efficienza adeguate per gestire carichi di lavoro enterprise AI ad alta intensità di lettura e carichi di lavoro con grandi set di dati, offrendo un’acquisizione più rapida dei dati e accelerando il time to insight.
Dal punto di vista tecnologico, la peculiarità consiste nel passaggio a SSD (solid state drive) di tipo QLC, “un ottimo trade-off tra tecnologia rotativa e SSD di natura TLC (triple-level cell) – spiega Pozzoni – rappresentano una soluzione per chi vuole migrare alla SSD ma non si può permettere o non necessita delle performance TLC. Garantisce prestazioni migliori e latenza minore rispetto alle opzioni rotative, rispondendo anche ai bisogni dell’AI generativa, per esempio, senza estremizzare le prestazioni con una tecnologia troppo onerosa e sproporzionata per le esigenze delle PMI”.
L’esordio di questa nuova famiglia di storage DG rappresenta l’intenzione aiutare le aziende a superare le sfide dei dati dislocati in più sedi, eliminando i silos e semplificandone le modalità di archiviazione, analisi e gestione durante tutto il loro ciclo di vita, il tutto riducendo lo spazio nei rack e l’ingombro dei data center.
Una proposta che guarda soprattutto le realtà di piccola e media dimensione, come la seconda novità presentata nel mondo storage: Lenovo ThinkSystem DM3010H. Questa soluzione di storage unificato ibrido di nuova generazione fa compiere un passo avanti alla già nota famiglia DM offrendo la flessibilità richiesta per carichi di lavoro come servizi di file, virtualizzazione, backup e archiviazione e altre applicazioni di I/O.
“È un sistema di gestione semplice che mette in relazione in modo trasparente e seamless il mondo data center e il public cloud, permettendo di prelevare il dato indipendentemente da dove risiede” spiega Pozzoni. “Un avanzamento tecnologico che si rivolge a chi ha grandi esigenze di affidabilità e funzionalità a livello di storage, oppure a chi desidera avere una protezione addizionale contro ransomware, diventando in grado di creare snapshot immutabili. È una funzionalità integrata e nativa”.
Modello consuption-based non solo per cloud
È la parte software degli annunci estivi di Lenovo a rispondere alla propensione per l’as-a-service emersa negli ultimi anni. L’innovazione, in questo caso, prende forma in un nuovo modello di licensing “pensato per semplificare la vita a chi doveva scegliere tra i vari pacchetti. Abbiamo introdotto una soluzione all inclusive che racchiude tutte le funzionalità, anche quelle prima a pagamento, per permettere alle aziende di sperimentarle e ottenere una gestione dei dati ottimizzata per operazioni più efficienti”.
La suite Lenovo Unified Complete Software è infatti un software di gestione unificato che comprende anche la protezione ransomware, la gestione delle chiavi multi-tenant e le copie immutabili dei file per supportare la crescita e la scalabilità, ma con un occhio di riguardo alla resilienza.
Sempre nel “capitolo software”, si inseriscono altre due nuove soluzioni, stavolta per una utenza circoscritta. Sono infatti sistemi integrati progettati per semplificare e accelerare il time to value degli ecosistemi Azure Hybrid e Multi cloud.
Pozzoni spiega che i server Lenovo ThinkAgile SXM4600 e SXM6600 sono rivolti “a PMI e imprese che, pur con data center propri, sono già in parte entrate nel mondo Microsoft Azure. Offrono alte prestazioni e resilienza, invitano a una naturale migrazione verso tecnologie più evolute”.