Nata come Pc company locale, che ha iniziato a distribuire personal computer specificatamente per il mercato cinese, Lenovo è divenuta una global company dopo aver acquisito nel 2005 la divisione Pc di Ibm. Ed è proprio da qui che forse è iniziata la lunga strada di trasformazione dell’azienda, continuata poi con alcune importanti recenti operazioni, entrambe annunciate a pochissimi giorni di distanza. La prima, riporta alla luce i rapporti con Big Blue, dato che le due società si sono accordate per il passaggio di consegne del business legato ai server x86 (vedi l’articolo Da Ibm a Lenovo: i "System x" passano di mano – ndr). La seconda, porta Lenovo ad entrare con più forza competititiva nel mercato occidentale dei dispositivi mobili (l’azienda ha già una sua offerta di smartphone con la quale copre il mercato asiatico, e qualche mercato più vicino a noi come ad esempio quello russo – dove ha già sbaragliato molti dei concorrenti) con l’acquisizione di Motorola Mobility (che Google cede dopo soli due anni averne acquisito il portafoglio di brevetti per 12,5 miliardi nel 2012, vedi l’articolo Motorola: da Google a Lenovo).
Cosa ciò significhi per Lenovo parrebbe abbastanza evidente: l’azienda è molto solida nel mercato asiatico e dopo il salto quantico effettuato a metà degli anni 2000 che l’ha portata in pochi anni a raggiungere la posizione di più grande produttore di Pc al mondo (lo scorso anno Lenovo ha superato Hp e ha mostrato il più elevato tasso di crescita delle aziende del comparto, dati Gartner e Idc), vuole provare a raggiungere risultati altrettanto positivi anche in ‘comparti paralleli’ (lo testimonierebbe anche il ventilato – ma non confermato – tentativo di acquisizione di Blackberry negli ultimi mesi dello scorso anno, bloccato per un intervento del Governo canadese).
Abbiamo condiviso queste ipotesi e visione con Mirko Poggi, Country General Manager di Lenovo Italy, che conferma, in prima battuta, come negli ultimi anni “l’azienda si sia mossa e abbia investito con il chiaro obiettivo di divenire l’azienda numero uno al mondo nel mercato dei Pc”.
“Parallelamente a questo obiettivo – continua Poggi -, Lenovo ha iniziato a ragionare su un’ottica più ampia che noi chiamiamo del ‘Pc plus’, consapevole della piena maturità del comparto e di come il concetto di personal computing si stia ormai trasformando. Siamo così entrati nel mondo dei device con la proposta di tablet e smartphone, quali estensione ormai naturale del ‘cuore tecnologico’ rappresentato dal Pc, e ci siamo posti la questione di come concretizzare il concetto di ‘Pc plus’ a un livello più alto”.
La risposta è chiaramente nei server. “Abbiamo annunciato ormai due anni fa di voler investire nel mercato dei server e dello storage, ma con il chiaro obiettivo di voler allargare il nostro portfolio prodotti – commenta Poggi -. La trasformazione in atto nelle aziende alle prese con la digitalizzazione per noi rappresenta un’enorme opportunità, potendo offrire prodotti ai più elevati standard tecnologici”.
Certo è che oggi le aziende introducono macchine dalle elevate capacità prestazionali e disegnano strategie di mobility con obiettivi tutt’altro che tecnologici: le esigenze da indirizzare sono sfidanti e di natura business come la miglior capacità competitiva attraverso processi snelli e accelerati anche grazie alla mobility, la proposta di servizi innovativi costruiti su modelli social e attraverso i big data, la produttività o la supply chain in chiave ‘smart’. “È vero, dovremo infatti lavorare molto sulle nostre competenze interne e adottare un modello organizzativo e di go-to-market che risulti efficace, perché è indispensabile comprendere le esigenze del business per proporre la soluzione tecnologica più adeguata”, afferma in chiusura Poggi.