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L’Europa è già al web 4.0: la nuova strategia 

L’UE guarda alla prossima transizione tecnologica e presenta un piano per arrivare ad affrontare il “boom” dei mondi virtuali preparata. Nei suoi programmi ci sono il supporto alle imprese, la difesa dei diritti dei cittadini e lo sviluppo di standard globali, aperti e interoperabili

Pubblicato il 11 Ago 2023

Immagine di Michael Traitov su Shutterstock

Sembra quasi in anticipo, stavolta, l’Europa. A inizio luglio ha infatti stupito molti pronunciandosi sul web 4.0, tanto da chiedersi se non stia imparando la lezione, cessando di rincorrere le innovazioni tecnologiche, bensì anticipandole.

Quello che si sta sviluppando attualmente è infatti ancora il web 3.0. Questa terza generazione di internet si distingue dalle precedenti principalmente per l’apertura, il decentramento e la piena responsabilizzazione degli utenti. L’Unione Europea ha mostrato di voler mettere le mani avanti sull’ondata tecnologica successiva: il web 4.0. Stavolta, quello che si prospetta è un’integrazione tra oggetti e ambienti digitali e reali e migliori interazioni tra esseri umani e macchine.

Il sogno di un web 4.0 aperto, sicuro, affidabile, equo e inclusivo

Anche se ora le urgenze normative possono sembrare altre, la Commissione Europea ha fatto i suoi conti, prima di dedicarsi a questo tema. Secondo le sue stime, le dimensioni del mercato mondiale dei mondi virtuali aumenteranno dai 27 miliardi di euro del 2022 a oltre 800 miliardi di euro entro il 2030. Non è quindi infondata la convinzione che il web 4.0 possa rivelarsi presto un importante elemento di transizione tecnologica su cui puntare strategicamente ed economicamente. Fa intravedere la prospettiva di un mondo interconnesso senza soluzione di continuità, intelligente e immersivo che è necessario sapere come gestire in anticipo.

Ecco quindi perché, già l’11 luglio scorso, la Commissione ha presentato la sua nuova strategia su web 4.0 e mondi virtuali. L’obiettivo principale è quello di guidare l’innovazione tecnologica in arrivo, non lasciando che decida il mercato, peggio ancora se quello fuori dai confini. Fondamentale sarà anche la capacità di garantire ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni pubbliche dell’UE che il nuovo ambiente digitale sia aperto, sicuro, affidabile, equo e inclusivo.

Imprese, persone, PA e standard: i 4 pilastri UE

Ciò che preme all’Unione Europea è che l’innovazione proceda in linea con i suoi valori, assicurando i diritti dei cittadini e lo sviluppo reale delle imprese europee. Proprio alla luce di queste priorità, ha sviluppato il nuovo piano strategico, guardando a competenze, imprese, servizi pubblici e infrastrutture.

Come per ogni novità tecnologica in arrivo, fondamentale sarà responsabilizzare le persone e creare un bacino di talenti e specialisti, promuovendo la consapevolezza e l’accesso a informazioni affidabili. A questo scopo, entro il primo trimestre del 2024, verranno sviluppati un “pacchetto di strumenti per i cittadini” e un ecosistema di partner per lo sviluppo delle conoscenze, con programmi dedicati a donne e ragazze.

Nel mondo delle imprese, oltre a supportare l’emergere delle eccellenze, sarà essenziale giocare d’anticipo per ovviare alla frammentazione. Nell’ambito di Orizzonte Europa, quindi, si pensa di costruire un partenariato sui mondi virtuali che, dal 2025, potrebbe tracciare e seguire una roadmap industriale e tecnologica specifica per il settore.

Lato Pubblica Amministrazione, l’impegno preso dall’Unione Europea è quello di sostenere il progresso sociale e i servizi pubblici virtuali. Allo stesso tempo, si vogliono spingere la ricerca scientifica e le imprese a sviluppare applicazioni mirate e all’avanguardia. Ne sono un esempio reale due nuove iniziative: “CitiVerse”, un ambiente urbano immersivo per la pianificazione e la gestione urbana, e “Virtual Human Twin”, una riproduzione del corpo umano a supporto di decisioni cliniche e terapie personalizzate.

Il quarto pilastro su cui si declina la strategia europea per il web 4.0 è quello delle infrastrutture. In tal senso, la Commissione ha annunciato l’intenzione di definire standard a livello mondiale aperti e interoperabili, per impedire da subito che tutto finisca nelle mani di pochi operatori di grandi dimensioni. Li individuerà collaborando con il resto del mondo, ma senza rinunciare ad allinearli con la propria visione e i propri valori.

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