“Da un lato ci sono i brand che dovrebbero innovare ma lo fanno con difficoltà anche per una serie di vincoli interni non da ultimo la carenza di risorse; dall’altro ci sono i giovani innovatori alla ricerca di risorse per crescere. Noi suggeriamo l’incontro fra queste due realtà”, dichiara a ZeroUno Enrico Gasperini, Ceo dell’acceleratore Digital Magics in un’intervista a margine del recente evento “Disruption Day: Startup e Tecnologia Semantica”, durante il quale è stata annunciata la partnership con Expert System, azienda italiana specializzata nella tecnologia semantica per la gestione delle informazioni, come Digital Magics quotata sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (dedicato alle Pmi).
Expert System offrirà alle startup l’uso e l’integrazione per una durata di 18 mesi delle sue applicazioni proprietarie per la categorizzazione automatica, per il text mining e per la personalizzazione delle regole linguistiche.
Nella stessa occasione è stata presentata un’analisi, realizzata con tecnologia Expert Systems, della diffusione della parola startup, che ha avuto una rapida accelerazione degli ultimi tre anni. Le prime startup a utilizzare le applicazioni saranno Buzzoole, che ha sviluppato una piattaforma italiana di Influence Engine Optimization, Premium Store, che sta sviluppando e che gestirà Edicola Italiana la piattaforma degli editori per la vendita di prodotti editoriali in digitale, e LiveXtension, agenzia di marketing e comunicazione digitale. L’accordo si colloca nel percorso di open innovation ipotizzato da Digital Magics per le startup. “Gli hackathon che tanto vanno di moda, sono interessanti come brainstorming sulle tecnologie, ma l’open innovation, che necessita di programmi pluriennali strutturati, è ben altro. Noi li vediamo promossi dalle aziende con il coinvolgimento dei responsabili del marketing, del prodotto e il Cio”, prosegue Gasperini. Il modello corporate capital venture suggerito può prevedere un investimento di minoranza ma soprattutto l’offerta di esperienza e controllo dei mercati. Se il percorso congiunto procede in modo positivo può concludersi con l’acquisizione della startup che va a remunerare gli investitori e l’acceleratore se è coinvolto.
Si tratta di un percorso che “consente al brand di scegliere i più meritevoli, farli correre, fornire loro gli strumenti per volare e portare all’interno dell’azienda innovazione ad un costo molto inferiore di quello che sarebbe necessario per comprare una società già sul mercato”, spiega Gasperini.
Il percorso si presenta però ancora in salita. Infatti i big della tecnologia che fanno significativi investimenti nelle startup dove si trovano le case madri (prevalentemente Silicon Valley), in Italia, tranne poche eccezioni, non hanno ancora programmi significativi e investimenti veri. “D’altra parte le aziende italiane utenti di tecnologia sono molto conservatrici e quando fanno innovazione cercano di farla soprattutto dall’interno – aggiunge Gasperini, che tuttavia guarda con ottimismo al futuro -“Considero molto bene la legge sulle startup e l’intervento Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per fare matching, anche se è solo un inizio”.
Il riferimento è all’impegno di Cdp di investire fino a 100 milioni di euro in un fondo di fondi di venture capital, con l’obiettivo di contribuire attivamente alla nascita e allo sviluppo delle start-up innovative in Italia (http://www.cassaddpp.it/media/comunicati-stampa/cdp-350-milioni-di-euro-nei-settori-del-private-debt-e-venture-capital.html) per fare da volano a investimenti per 200 milioni di euro. “Questi interventi vanno nella giusta direzione per superare una carenza di investimenti; è però necessario concentrare le risorse per l’innovazione del Paese e non disperderle in mille rivoli”, avverte Gasperini in conclusione.