Caso Utente

L’innovazione illumina iGuzzini

Con una forte sponsorship del top management, iGuzzini, una delle aziende più rappresentative del made in Italy, ha declinato la propria anima innovativa anche all’insegna della trasformazione digitale, rivedendo alcuni processi e introducendo un nuovo approccio nel proprio modello di business. L’opinione di Mario Carrelli, Information Technology Director di iGuzzini.

Pubblicato il 18 Mag 2018

Carrelli-iGuzzini


iGuzzini
è uno dei nomi del made in Italy più conosciuti a livello internazionale. Fondata nel 1959 a Recanati, impiega oggi circa 1500 persone e collabora con i migliori architetti, lighting designer e studi di ingegneria per realizzare progetti di illuminazione innovativi e performanti. Per dare un’idea di quanto l’innovazione di prodotto sia importante per una realtà come iGuzzini, che dedica a Ricerca & Sviluppo il 6% del proprio fatturato, sottolineiamo che il 78% del fatturato (oltre 230 milioni di euro) deriva da nuovi prodotti lanciati negli ultimi 5 anni. Ma per rilasciare soluzioni che rispondano a un mercato sempre più complesso ed esigente, dove oltretutto la funzionalità deve sposarsi con l’estetica, bisogna avere una piena consapevolezza dei cambiamenti che stanno investendo la nostra società: “In primo luogo, nel mondo di oggi i consumatori sono sempre connessi, con un aumento dei touchpoint collegati a Internet e delle aspettative verso un’offerta di mercato che si pretende essere sempre più personalizzata”, esordisce Mario Carrelli, Information Technology Director di iGuzzini, nell’intervista rilasciata a ZeroUno, che prosegue: “Il secondo fenomeno che ha un forte impatto nella vita delle aziende è l’aumento vertiginoso delle informazioni disponibili: questo implica il doverle raccogliere, gestire, analizzare. Infine ci troviamo nell’era della digital disruption dove la pervasività del digitale, con la disponibilità di tecnologie innovative, sta trasformando un po’ tutte le aziende, ridefinendo i modelli di business”.

Il valore della contaminazione

Trasformazione che ha quindi investito anche l’azienda marchigiana: “Poco più di un anno fa abbiamo costituito un gruppo di dirigenti, capitanato dal nostro amministratore delegato, e siamo andati a visitare alcune realtà primarie del mondo digital come Google e Microsoft per capire come stanno declinando il concetto di trasformazione digitale. E questo ci ha consentito di portare a casa diverse idee. L’estate scorsa abbiamo poi realizzato il primo hackathon dal quale sono sortiti due progetti che stiamo sviluppando”. Ma al di là dei progetti, l’aspetto veramente importante dell’hackathon e degli incontri con le aziende in prima linea nella digital Era sottolineato da Carrelli è la “contaminazione”: “Questi confronti ci hanno permesso di essere contaminati da idee, da modelli, dalla capacità di innovazione e anche grazie a questa esperienza abbiamo capito che l’innovazione si raggiunge lavorando su almeno tre aspetti: una revisione dei processi, che investe tutte le componenti aziendali e della catena di fornitura, che ponga al centro la customer experience; l’individuazione delle soluzioni tecnologiche integrate che abilitino questa customer experience; le persone, che devono operare con quella che abbiamo definito una vera e propria customer obsession”.

L’azienda ha quindi intrapreso un processo di revisione organizzativa che ha visto un assessment degli skill presenti in azienda e un rivisitazione del ruolo dell’IT, composto da uno staff di 25 addetti: “Alla fine del 2017 abbiamo concluso questo progetto di revisione, che abbiamo chiamato Digital Transformation Startegy e che riconosce all’IT un ruolo strategico nell’azienda, dove ai due tradizionali team, sistemistico e applicativo, abbiamo affiancato un terzo team, denominato ‘digital’ e composto da professionalità diverse, che svolge la funzione di demand management per tutti i progetti digital dell’azienda”.

Fondamentale il supporto, anzi, la spinta, del top management: “L’amministratore delegato è il ‘platinum sponsor’ di questo progetto: siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda e questo è molto importante per il successo dell’iniziativa” .

Servizi affiancati ai prodotti

Una linea trasformativa tracciata da iGuzzini è quella che vede l’affiancarsi dell’offerta di servizi alla vendita dei prodotti e questa opportunità si è aperta proprio grazie alla possibilità di “vestire” i prodotti con soluzioni digitali; Carrelli porta alcuni esempi: “Pensiamo a un’opera d’arte all’interno di un museo illuminata dalla nostra tecnologia che, tramite bluetooth, possa inviare agli smartphone dei visitatori informazioni sull’opera stessa; lo stesso può avvenire all’interno di un negozio, dove il cliente può essere riconosciuto al proprio ingresso per ricevere offerte personalizzate; o ancora la definizione di un tracciato luminoso per indicare la direzione all’interno di edifici come ospedali, musei ecc. Insomma, il limite all’offerta dei servizi che possiamo offrire è dato solo dalla fantasia”.

Una scelta che portato alla parziale revisione del modello di business, prima esclusivamente orientato alla vendita di prodotti, che significa anche identificare nuovi partner, esplorare nuove tecnologie, rivedere anche l’organizzazione interna.

Il ruolo della tecnologia

Come detto all’inizio, per soddisfare la customer experience è necessario individuare le tecnologie che la abilitano e iGuzzini ha prima di tutto effettuato un assessment del panorama applicativo: “Da questa analisi ci siamo resi conto che lato front end avevamo solo alcuni servizi tradizionali e che la parte di CRM e di digital marketing era costituita da applicazioni poco integrate fra loro. Abbiamo quindi varato un piano triennale di revisione di queste applicazioni e contestualmente abbiamo avviato un progetto molto impegnativo che però è fondamentale per abilitare la trasformazione che abbiamo intrapreso: la sostituzione del nostro ERP tradizionale con SAP for Hana. Stiamo parlando di un database molto veloce, grazie al quale è possibile sviluppare capacità analitiche in tempo reale, lavorando anche in mobilità. Inoltre – aggiunge Carrelli – l’utilizzo di questa soluzione facilita l’approccio collaborativo, e questo è un modello importante per diffondere l’innovazione in azienda, rendendo le informazioni fruibili da tutti”.

Un tipico caso, quindi, dove la scelta di un ambiente applicativo abilita nuovi modelli organizzativi per sostenere l’innovazione.

Dal punto di vista infrastrutturale, iGuzzini ha sposato il cloud: “Abbiamo scelto come partner Google, ma abbiamo alcuni servizi anche su Microsoft Azure e presso altri provider. La nostra filosofia è quella di utilizzare sempre più il cloud, anche se abbiamo comunque due server farm in business continuity on premise”. L’azienda trova quindi nell’approccio multicloud la risposta ideale alle proprie esigenze di flessibilità e rapidità “è chiaro – come afferma Carrelli – che non esiste ancora un sistema di governance ideale, ma stiamo lavorando a una soluzione che ci consenta di governare i diversi cloud in modo semplice e completo”.

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