L’innovazione in Italia: priorità e percorsi

“Non è che in Italia non abbiamo innovatori validi; abbiamo al contrario punte di eccellenza assoluta, in alcuni casi addirittura visionarie. Il problema è che qui la polarizzazione tra innovatori e ritardatari è assai più forte che negli altri paesi, e ciò vale sia per gli individui sia per le imprese”. Con queste parole Roberto Masiero, president Idc Emea, introduce una breve dissertazione sui principali problemi e le quattro priorità del Paese in tema di innovazione

Pubblicato il 17 Mar 2008

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Cosa serve per fare innovazione in Italia? A questa domanda Roberto Masiero, president Idc Emea, risponde esaltando le caratteristiche positive del nostro Paese, ma nel contempo esplicitandone chiaramente i problemi e, infine, identificando quelle che ritiene essere le priorità sulle quali lavorare.

"Non è che in Italia non abbiamo innovatori validi; abbiamo al contrario punte di eccellenza assoluta, in alcuni casi addirittura visionarie. Il problema – sottolinea Masiero – è che qui la polarizzazione tra innovatori e ritardatari è assai più forte che negli altri paesi, e ciò vale sia per gli individui sia per le imprese.
La PA, a sua volta, soffre di tre problemi principali: insufficienza delle infrastrutture e persistenza di un problema interno di digital divide; problemi di governance (il fallimento di Italia.it non è dovuto tanto a motivi tecnici quanto all’inesistenza di meccanismi efficienti di coordinamento tra i vari enti che dovevano fornire le informazioni); “dogane interne”, generate da routine organizzative di tipo difensivo e dalla protezione a oltranza di piccole posizioni di potere da parte della burocrazia.
Secondo noi si tratta di lavorare su quattro priorità:
1. “Liberare lo sviluppo “. Corrado Passera ha recentemente auspicato una Commissione Attali [commissione costituita in Francia a fine agosto 2007 da un decreto presidenziale con l’obiettivo di avanzare delle proposte per “l’eliminazione degli ostacoli alla crescita economica”, per migliorare il funzionamento del mercato e aumentare il potere d’acquisto e l’occupazione-ndr] per il nostro Paese. Per parte nostra riteniamo che l’Industria Ict possa svolgere un ruolo fondamentale mobilitando le proprie risorse e le proprie conoscenze all’interno di un progetto complessivo di rinnovamento del sistema paese.
2. Collegare ricerca e innovazione, sistema pubblico e sistema privato per favorire lo sviluppo del “capitale digitale” di questo paese, risorsa fondamentale senza cui non esiste alcuna possibilità di Innovazione
3. Focalizzare gli investimenti sulle filiere chiave per la nostra competitività internazionale e sulle aree vincenti del Made in Italy
4. Stabilità di lungo termine per consentire di gestire processi di innovazione che devono durare molti anni. Per questo ci aspettiamo che nella prossima fase le forze di maggioranza e di opposizione si impegnino non solo in direzione di riforme istituzionali che diano stabilità al governo del paese, ma anche obiettivi di lungo termine di stabilità del sistema che consentano una continuità del processo di innovazione anche attraverso maggioranze politiche diverse, come accade oggi in altri grandi paesi europei.

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