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Litio in Iran: timori in USA, vantaggi in Cina

Una enorme riserva di litio è stata rinvenuta in Iran. Un Paese non certo amico degli USA e che ha un largo accordo di collaborazione con la Cina per un quarto di secolo. È inevitabile che le “nuove” 8,5 tonnellate di minerale scoperte andranno a pesare sugli equilibri geopolitici e tecnologia tra le due potenze. 

Pubblicato il 27 Mar 2023

litio in iran

Sono sempre più numerosi i “campi di battaglia” che vedono USA e Cina contrapposte, impegnate in un vigoroso braccio di ferro a distanza. Guerre invisibili, di posizionamento, quasi tutte nell’ambito della tecnologia e dell’innovazione, tutte non ignorabili. Sia da “consumatori” di tecnologia, sia da Paese produttore di tecnologia, non possiamo restare impassibili di fronte a queste tensioni evidenti.

A quelle già esistenti, dai chip alla privacy dei dati, fino al quantum computing, nelle scorse settimane si è aggiunta la battaglia sul litio.

In Iran la quarta scorta di litio più abbondante al mondo

Tutto è partito dal ritrovamento di una scorta di questo metallo nel territorio dell’Iran, a Hamedan, località situata nella parte occidentale del Paese. Si parla di una riserva di 8,5 milioni di tonnellate, quindi una scorta enorme, paragonabile con le più grandi scoperte finora.

Nella “classifica” realizzata proprio dal Servizio Geologico degli Stati Uniti, infatti, prenderebbe il quarto posto, dopo quelle in Bolivia, Argentina e Cile (rispettivamente di 21, 20 e 11 milioni di tonnellate). Sarebbe però più abbondante della scorta australiana da 7,9 milioni di tonnellate, e di quella in territorio cinese, da 6,8 milioni di tonnellate.

Queste top5, i confronti tra ritrovamenti e la loro mappatura geopolitica sono e saranno più che mai importanti per l’ecosistema dell’innovazione.

Da un lato bisogna fare i conti con una domanda globale di litio che non farà che aumentare. Secondo uno studio di Albemarle Corporation, infatti, passerà da 1,8 milioni di tonnellate nel 2025 a 3,7 milioni di tonnellate nel 2030. Dall’altro lato va preso atto della crescita, in numero e in settori, dei soggetti che diventano “litio-dipendenti”. Non si tratta infatti dei soli veicoli elettrici, ma di qualsiasi device alimentato da batterie, sistemi di difesa portatili statunitensi compresi. È la stessa Casa Bianca ad ammetterlo, includendo il litio tra metalli essenziali per la propria sicurezza nazionale e la propria prosperità economica.

Cala il prezzo del litio, ma cresce la sua importanza strategica

Nelle tensioni tra USA e Cina, questo nuovo serbatoio di litio iraniano diventa un problema, una volta contestualizzato politicamente e non solo geograficamente. Due anni fa, infatti, Iran e Cina hanno firmato un accordo di cooperazione strategica di 25 anni. Un’alleanza che oggi sembrerebbe rafforzare il già esteso controllo sulla catena di approvvigionamento di minerali strategicamente ed economicamente importanti da parte del Regno di Mezzo.

Una preoccupazione in più per gli USA, nonostante il calo del prezzo del litio, legato alla recessione economica globale e al rallentamento della produzione di veicoli elettrici.

Nei prossimi anni, per i medesimi motivi, non si prevedono rialzi di prezzo, ma non per questo si avranno cali di interesse per un metallo cruciale per la sicurezza delle supply chain più strategiche. A dimostrarlo anche la recente mossa statunitense per incrementare la produzione nazionale di litio. In California, la Berkshire Hathaway Energy Renewables, avvierà a breve un progetto per estrarre il litio dalla salamoia geotermica. La speranza sarebbe quella di arrivare a 90.000 tonnellate metriche di litio all’anno entro il 2026.

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