Lutech, quando l’Ict è al servizio della Sanità

Da un’idea nata da una start up, la società propone un sistema modulare che crea e gestisce una cartella clinica digitale a prova di errore e nel rispetto della Carta regionale dei servizi e del Sistema informativo socio sanitario. A tutto vantaggio dei pazienti e della comunità.

Pubblicato il 14 Mar 2014

Nata in Italia, dove ha il quartier generale a Milano e sedi in altre otto città, e presente con una consociata a Londra, Lutech è una società d’ingegneria che fa parte del gruppo Laserline e che a sua volta è a capo di altre società. Da oltre dieci anni, direttamente o tramite le consociate, opera nell’Ict fornendo soluzioni progettate e realizzate ad hoc nonchè servizi di consulenza e di gestione operativa. Ha sviluppato specifiche competenze in svariati settori: sicurezza e governo It, Crm e gestione contatti, applicazioni aziendali e di mobilità, networking e data center, video digitale. Conta più di 200 clienti, in prevalenza nei settori Telco e media, finanza, energia, sanità e PA centrale e locale.

Lutech è ‘signature partner’ di Emc, e ha partecipato allo scorso Emc Forum di Milano con un workshop dedicato alla Sanità (Implementazione di un sistema operativo clinico per una nuova concezione di fascicolo sanitario nazionale) e la presentazione del sistema wHospital. Questo, nato da un progetto finanziato dalla Regione Lombardia e sviluppato da Laserbiomed, una start up del Politecnico di Milano entrata nel gruppo Lutech nel 2008, è oggi l’unico sistema esistente e operativo che permette a un ospedale di sostituire la cartella clinica cartacea con una soluzione nativa digitale in piena conformità alle specifiche Crs-Siss (Carta regionale dei servizi e Sistema informativo socio sanitario) della Lombardia. Di questa realizzazione e dell’Ict nella Sanità in Italia abbiamo parlato con Raul Arisi, marketing & alliance manager.

Raul Arisi, marketing & alliance manager di Lutech

“Purtroppo, e lo dico anche come cittadino, il settore non è né florido né in espansione. Vi sono però piccole e medie realtà con le quali si lavora bene e si possono fare discorsi di lungo periodo. Perché ci sono delle persone, parlo di direttori sanitari, primari di reparto e altre figure, attente a quello che è il futuro”. Difatti, osserva Arisi, affinché un progetto sia efficace e capace di portare valore bisogna che i suoi principi siano diffusi e condivisi da tutte le persone che lavorano in una struttura: “Che siano in ruoli decisionali od operativi, tutti sono nostri interlocutori”. Quanto al sistema Lutech, prosegue Arisi: “L’idea è stata quella d’intercettare l’80% delle esigenze che sono comuni a tutte le strutture sanitarie, pubbliche o private. Poi si sono fatte delle verticalizzazioni per i vari reparti in partnership con operatori specializzati sugli specifici problemi”. Perciò la soluzione ha una struttura modulare, come modulare è la cartella clinica, per coprire le esigenze del momento così come, aggiungendo moduli, gli sviluppi nel tempo.

Due problemi critici: la necessaria collaborazione tra enti e strutture diverse, trattandosi di un progetto di portata nazionale, e la tutela dei dati sensibili dei pazienti. Per il primo punto si punta ad ottenere la cooperazione tra le diverse strutture facendo leva sui vantaggi del sistema in termini di risk management. La gestione manuale dei dati clinici è soggetta ad errori con un fattore di rischio che si moltiplica con l’intervento di più strutture. Ridurre i rischi è un dovere etico, ma anche un vantaggio economico: “Assicurazioni e cause legali costano e – osserva Arisi – alla fine le paghiamo noi”. Sul secondo punto, premesso che il sistema funziona su infrastruttura cloud ibrida o privata, nel caso si scelga un cloud privato Lutech offre soluzioni di vendor specializzati (a partire da Rsa, la divisione security di Emc) sia per la protezione dei dati sia per la conformità alle rigide normative del settore.

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