Gli Agile Teams, molto probabilmente, rappresentano il modello di lavoro di squadra che, più di altri, è destinato a prosperare anche nel next normal, andando oltre una mera metodologia di sviluppo software per diventare il paradigma della trasformazione digitale complessiva dell’azienda. Lo si intuisce da diversi indicatori, uno dei quali può essere rinvenuto negli Hype Cycles di Gartner. Ogni anno la società di analisi crea più di 100 rappresentazioni grafiche visualizzate su un piano cartesiano in cui l’asse delle ordinate coincide con le aspettative (expectations) e quello delle ascisse con il tempo. Quest’ultimo, a sua volta, è suddiviso nelle varie fasi di crescita o decrescita di una tecnologia o una innovazione in senso lato. Si va dall’innovation trigger, che è il momento in cui nasce l’interesse per un prodotto o una nuova tecnologia, al peak of inflated expectations, la “bolla” di aspettative che può coinvolgere determinate novità (il web e i social media ne sono un esempio evidente), alla disillusione, fino all’eventuale ripresa e al plateau of productivity che corrisponde alla crescente adozione della tecnologia o dell’innovazione da parte delle aziende. Nel caso dell’Hyper Cycle for supply chain strategy 2020 gli Agile Teams si collocano nella parte ascendente della curva. Se si confronta questo Hyper Cycle con quelli degli anni precedenti, si scopre che si fa menzione degli Agile Teams soltanto nel 2020. Basta questo a far capire l’importanza che ha assunto il modello del lavoro Agile in ciò che è forse l’ambito più critico alla luce della crisi pandemica, quello appunto della supply chain vista come fattore strategico di tutta la catena del valore.
Perché Agile Teams e supply chain vanno insieme
Ovviamente il ruolo degli Agile Teams non si limita all’ambito, per quanto cruciale, della supply chain. Tuttavia è sempre Gartner che, anche prima dell’arrivo del Coronavirus, ha cominciato ad associare i due mondi in maniera sempre più forte e, addirittura, “imperativa” come si evince da un rapporto pubblicato nel 2019 dal titolo The Agile Supply Chain Imperative: Empowering Agile and Self-Forming Teams. La reattività e l’adattabilità, infatti, sono gli elementi cruciali di una supply chain che voglia essere Agile. Ed è qui che entrano in gioco le persone che, secondo Gartner, devono essere al centro delle aziende, spesso troppo sbilanciate a favore della tecnologia come leva principale per vincere la sfida dell’agilità. Mentre sarebbe corretto un equilibrio dell’investimento in persone e tecnologia per evitare uno dei principali ostacoli all’agilità, cioè la gerarchia e il suo focus sull’esecuzione dei processi.
C’è anche un altro ostacolo che ha rischiato l’anno scorso di mettere in crisi il modello consueto degli Agile Teams, cioè quello del remote e dello smart working. Ostacolo superato, anche a giudicare dalla loro posizione sulla parte on the rise dell’Hyper Cycle for supply chain strategy 2020. Un approfondimento di McKinsey si è soffermato sullo stress test che questi tipi di team hanno dovuto subire a causa dei vari lockdown, passando da un’attività che vedeva spesso i membri operare fianco a fianco nello stesso luogo, a una collaborazione forzata a distanza. Una circostanza che non ha fatto altro che rendere ancora più trasparenti 2 dei 4 principi del manifesto Agile: gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti; rispondere al cambiamento più che seguire un piano.
Il futuro degli Agile Teams nel next normal
In realtà, non tutti gli Agile Teams sono stati presi alla sprovvista dalla remotizzazione del lavoro comune. Alcuni lo facevano già da prima dell’emergenza, riuscendo a gestire fusi orari diversi in un ambiente virtuale che consentiva di velocizzare i feedback dei clienti sui prototipi e di governare in modo efficace priorità flessibili. La domanda, semmai, è se i mutamenti impressi nelle forme tradizionali di cooperazione incideranno sulle caratteristiche degli Agile Teams così come le abbiamo conosciute finora. Secondo Bain & Company nel next normal non si assisterà a un ritorno al passato ma, come avvenuto nel settore retail che ha introdotto strategie omnicanale per combinare il meglio del mondo fisico con quello digitale, anche gli Agile Teams faranno lo stesso. Tanto più che gli strumenti utilizzati in funzione dello smart working possono essere adoperati analogamente per attività colocated. La società di consulenza ha fatto un elenco delle tecnologie divenute ormai familiari e che quasi sicuramente sono qui per rimanere. Dalla collaborazione virtuale (Microsoft Teams, Slack) alle videoconferenze (Zoom, Webex), dalle lavagne collaborative (Miro, Mural) ai sondaggi virtuali (Poll Everywhere, Qualtrics), fino alla gestione del piano di lavoro (Jira, Trello) e ai modi per catturare la voce del cliente o del dipendente (Remesh, Waggl).
Tendenze e orientamenti della metodologia Agile
La scelta di Gartner di inserire gli Agile Teams nell’Hyper Cycle for supply chain strategy 2020, insieme ai tanti risultati che attestato la capacità del modello di poter essere impiegato anche in una dimensione di lavoro fluido e non centralizzato, stanno guidando le principali tendenze dei tool al servizio della metodologia Agile. Anzitutto, una maggiore semplificazione nelle interfacce per ottimizzare le pratiche Agile.
In secondo luogo, l’abbandono di soluzioni ospitate in locale a favore di quelle cloud-based. Se si pensa alla supply chain e alla sua potenziale estensione globale, è comprensibile questo orientamento, così come se si considera una classe di repository condivisa da un Agile Team distribuito a livello internazionale.
Senza dimenticare che l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning, sempre più in voga anche nei progetti Agile, presuppone la disponibilità del cloud computing. Infine, ciò che emerge nella prassi degli Agile Teams è un orientamento verso i framework che rispondono meglio alle esigenze delle organizzazioni, collocando Scrum negli Agile Teams più piccoli e SAFe (Scaled Agile Framework) soprattutto nelle grandi aziende e per lo sviluppo su scala. Segno, anche questo, di una maturità del metodo Agile che si ricava dalla ricchezza degli ambienti adottati.