Sappiamo ormai fin troppo bene che circa il 70-80% dei budget It nelle organizzazioni viene impiegato per la manutenzione dell’esistente (gestione delle infrastrutture hardware e software, sviluppo software e customizzazioni di applicazioni varie, gestione ciriticità, ecc.). Solo la restante parte (tra il 20 e il 30%) rimane a “disposizione” dell’innovazione e se pensiamo che negli ultimi anni i budget hanno subito alcune contrazioni è facile capire perché le leve su cui si focalizza maggiormente oggi il mondo It (spinto dalle richieste del business) siano:
– riduzione dei costi;
– recupero di flessibilità;
– maggiore disponibilità delle risorse informatiche (oltre i confini aziendali);
– maggiore sicurezza e affidabilità;
– migliori performances (soprattutto quando il mercato è molto dinamico e soggetto a repentini cambiamenti).
Una delle vie per rispondere a queste esigenze si chiama, per ASP Italia (www.asp-italia.com), “It on demand”, ossia usufruire della tecnologia come un vero e proprio servizio liberandosi dalle incombenze di possesso e gestione delle infrastrutture.
ZeroUno ha intervistato Giovanni Longoni (nella foto), General Manager della società, secondo il quale il concetto di It come “servizio on-demand” vedrà sempre maggiori applicazioni all’interno delle aziende. Trend confermato anche dagli analisti. Nel 2008, Claudio da Rold, distinguished analyst di Gartner (www.gartner.com) si esprimeva così al riguardo: “L’It as a service è solo una questione di tempo e conviene che gli IT manager comincino a prestare attenzione ai modelli di delivery alternativi che stanno emergendo nell’offerta di mercato, a capire come funzionano, a provarli e a fare dei progetti pilota in qualche area verticale, e a cominciare a inserirli nel proprio portafoglio di soluzioni e servizi It, prima che li scoprano e comincino a richiederli i business manager e i Cfo”.
ZeroUno: Com’è a suo avviso oggi il mercato dell’It as a service e come risponderanno le aziende ad un modo di usufruire della tecnologia che “stravolge” completamente le abitudini del passato?
Longoni: La nostra concezione di Information Technology cosiddetto “on demand” si basa su una visione molto ampia che, per arrivare al punto più estremo, potrebbe addirittura considerare l’idea di eliminare completamente l’It dall’azienda.
Nelle varie fasi evolutive dell’It si è passati dal “mondo chiuso” del quale non facevano parte né gli utenti aziendali né il top management, a realtà più “aperte” nelle quali gli utenti hanno a disposizione strumenti e soluzioni specifiche per lo svolgimento delle loro operations (basti pensare banalmente alle applicazioni di tipo office presenti sui desktop degli users aziendali). Probabilmente nessuno ha mai quantificato quanto questo tipo di cambiamenti sia costato alle aziende, non tanto per l’acquisto di nuova tecnologia, quanto in relazione ai cambiamenti organizzativi e agli skill professionali. Solo ora si comincia a capire la complessità di gestione di tali sistemi informativi e l’impatto economico che poi hanno sull’azienda. Il nostro “modus operandi” è sempre stato quello di rivolgerci alle aziende proponendo loro di fruire dell’It e della tecnologia come un normale servizio di fornitura, per esempio, dell’energia elettrica o del gas.
Dal punto di vista del mercato credo che l’Italia possa giocare un ruolo importante in questa evoluzione perché caratterizzata da un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese le quali hanno ormai necessità di crescita e sviluppo per poter competere e hanno compreso che la tecnologia è a loro supporto in questa sfida. Non potendo permettersi investimenti ingenti in ambito It, la scelta di un It “virtuale” risulta essere molto vantaggiosa.
Le Pmi si stanno convincendo soprattutto del grande vantaggio che le offerte in modalità “as a service” portano: prima di tutto consentono di poter utilizzare soluzioni evolute, sempre allo stato dell’arte, che non potrebbero permettersi di acquistare, semplicemente con un collegamento a Internet e con il pagamento di un corrispettivo (come un canone di abbonamento); questo rappresenta a mio avviso uno dei driver principali del concetto legato all’It on demand che, nello specifico, si concretizza con un nuovo modello di fruizione delle infrastrutture (come servizio, appunto).
Sono soprattutto le aziende di dimensioni più piccole che trovano conveniente poter sostenere un costo commisurato al consumo e fare a meno di risorse umane con conoscenze informatiche/gestionali specifiche, tanto più che, delegando a terzi gli oneri e le competenze tecnologiche legate all’It, hanno la possibilità di concentrarsi sul proprio core business.
ZeroUno: Guardando alla complessità di gestione degli ambienti It e alla sempre crescente necessità di avere sistemi efficienti che siano realmente di supporto al business, quali sono a suo avviso i principali driver per una scelta di fruizione dell’It come servizio?
Longoni: In questo momento particolarmente delicato, sia per gli andamenti economici globali sia per i grandissimi cambiamenti che stiamo vivendo (anche culturali) emergono con forza tutte le logiche di risparmio dei costi e di aumento dell’efficienza (anche se sono temi che sono sempre stati e saranno “caldi”).
Dal nostro punto di vista l’Asp (Application Service Provisioning o Providing) e i nuovi concetti, un po’ più moderni, legati al Software as a Service stanno avendo un rapido sviluppo grazie soprattutto alla semplicità con la quale si mette a disposizione la tecnologia alle aziende. La riduzione dei costi fissi, benché elemento importante, non rappresenta, secondo la nostra esperienza, la motivazione principale che spinge le aziende a scegliere l’It on demand. L’elemento risparmio è sicuramente necessario ma non è lo stimolo prevalente dato, invece, dalla possibilità di accedere alle applicazioni più evolute in modo rapido e semplice.
In ASP Italia abbiamo provato a fare una sorta di lista dei vantaggi che derivano da una scelta di It as a service e riteniamo che i principali siano: focalizzazione delle risorse umane solo sul core business aziendale; eliminazione del costo di acquisto del software gestionale, nonché del software di base tipico in ambiente client/server; eliminazione del costo di aggiornamento del sistema; riduzione del livello di rischio dell’iniziativa (finanziario e funzionale); durata contrattuale flessibile; ROI più rapido; pricing strutturato su canoni periodici e comunque commisurati all’effettivo utilizzo; diminuzione delle barriere di ingresso per l’utilizzo di soluzioni aziendali avanzate; riduzione del TCO; benefici legati alle economie di scala e, infine, riduzione del time to market (l’azienda è operativa in 2-4 settimane).
ZeroUno: Quali sono le tecnologie che vedete meglio “adattarsi” a questi concetti di It on demand?
Longoni: Va sottolineato che una scelta di questo tipo deve essere supportata da una visione e un approccio che sono prima di tutto strategico-organizzativi e che, poi, si concretizzano con scelte tecnologiche. Una delle priorità principali nelle agende dei Cio, emersa dalle indagini di quasi tutti gli analisti, è la riduzione dei costi delle operazioni connesse alla gestione dell’It, con un chiaro riferimento, dunque all’automazione dei processi come mezzo per migliorare l’efficienza delle infrastrutture It ed ottimizzarne la relativa spesa. Ebbene, l’It on demand si colloca favorevolmente proprio qui. Volendo parlare nello specifico di soluzioni tecnologiche, ASP Italia propone un’offerta orientata verso un modello di applicazioni fruibili in modalità pay-x-use. In concreto, i servizi che proponiamo vanno dalla possibilità di fruire di sistemi Erp, di VPS (Virtual Private Server), Virtual Office, fino a servizi di gestione documentale, archiviazione sostitutiva, sicurezza e disaster recovery.
ZeroUno: Quali sono, a suo avviso, le prospettive evolutive del fenomeno “pay per use”?
Longoni: Dopo una prima fase in cui a guidare gli investimenti in questa direzione sono stati i servizi legati alla gestione dei data center e delle infrastrutture hardware, credo che andrà a svilupparsi sempre più il Software as a Service e, in particolare il cosiddetto “virtual office”. ASP Italia, da tempo propone un servizio che consente di fruire del proprio ambiente di lavoro (Office, posta elettronica, web browser ed eventualmente tutte le applicazioni aziendali), da qualsiasi postazione (client, Thin Client, smart phone, palmare, ecc.). Il servizio può essere tanto temporaneo quanto permanente, ed è utilizzabile sia all’interno sia all’esterno dell’azienda (da qualsiasi location è possibile, con una connessione a banda larga, accedere al proprio ufficio virtuale e lavorare come se si fosse seduti alla propria scrivania).
Secondo la logica dell’It come servizio, tale soluzione non richiede investimenti in hardware e nemmeno in software. E’ sufficiente una connessione ad Internet; l’utente aziendale lavora su una postazione virtuale senza accorgersi della differenza e ignorando “ciò che c’è dietro” ma utilizzando le soluzioni esattamente per ciò che davvero gli serve.
ZeroUno: Quali sono i vantaggi che un’azienda potrebbe avere scegliendo di usufruire di un ambiente office “virtuale” (cioè come servizio)?
Longoni: Quando abbiamo pensato a questo tipo di servizio, l’idea era di dare un’opportunità “diversa” ad aziende che si trovano in svariate situazioni come, ad esempio, la sostituzione dei Pc obsoleti, l’acquisto di nuove postazioni di lavoro solo per un periodo limitato o per specifici progetti, l’espansione di alcune attività senza dover sostenere altri costi fissi; o ancora, dover organizzare una workstation per una risorsa che lavora all’esterno dell’azienda (a casa o in sedi remote) e così via. Scegliendo di ricorrere al nostro servizio Virtual Office oltre ai vantaggi economici di cui abbiamo già parlato, ciò che è più importante sottolineare sono i benefici legati alla gestione: la postazione è subito operativa; l’utente utilizza applicazioni sempre aggiornate e senza confini, cioè accede ovunque si trovi; e soprattutto quelli legati alla sicurezza e alla riservatezza dei dati (ASP Italia gestisce back up e disaster recovery).
Dalla nostra esperienza, abbiamo notato che notevoli benefici si evidenziano, per esempio, in realtà con sedi distribuite e utenti con elevata mobilità che richiedano l’accesso alla propria postazione da qualsiasi location; organizzazioni risultato di fusioni o acquisizioni che debbano fare convergere diversi ambienti It in un lasso
temporale molto ristretto; ambienti critici per la sicurezza e la protezione dei dati; ambienti soggetti ad una elevata esposizione ai virus e agli attacchi esterni; uffici temporanei o quelli in cui la criticità delle condizioni ambientali impone considerevoli investimenti nella manutenzione e sostituzione dell’hardware; ambienti caratterizzati da una elevata complessità di gestione delle licenze o da caotiche e dispendiose archiviazioni e condivisioni dei documenti in locale.