Da sempre il focus di Bmc è la governance dell’It, per la quale propone la piattaforma Bsm, evoluzione della storica piattaforma di Help Desk Remedy, sulla quale sono costruite tutte le applicazioni idonee a supportare le best practice di Itil V3. “Per Bmc – spiega Gianfranco Naso, Country Manager di Bmc Italia – It governance è l’insieme dei processi in virtù dei quali sono erogati servizi al business da parte dell’infrastruttura It intesa nel suo senso più ampio (dai dispositivi client, rete, ai server o mainframe, ad applicazioni e middleware, a base dati e storage) e si articola in tre classi di processi: pianificazione, supporto, e operazioni, che rispettivamente gestiscono il ‘business dell’It’, le funzioni e i processi It, e l’infrastruttura aziendale”.
Roadmap per il Cio, automatizzare
In senso lato, Bmc identifica l’It governance con la “trasformazione in processi e practice efficaci” in termini di supporto, automatizzazione o assurance, affinché i servizi erogati al business siano di livello industriale. E dunque “è” il percorso che propone al Cio per vincere la sua duplice sfida di ottimizzare il servizio al business, riuscendo nel contempo a “efficientare” la macchina It. La governance rimane ancora oggi spesso imbottigliata su silos funzionali disparati, nelle varie corse dal batch all’online, alla multicanalità, al time to market. Industrializzare il governo dell’It è una missione molto difficile, quasi impossibile e questo proprio quando si consolida la strategia di un It as a service.
L’It ha informatizzato i processi aziendali, ma non riesce a uscire dal livello artigianale dei suoi processi di governo che rimangono molto costosi in quanto human intensive e sono sempre a rischio di perdita di controllo: “il calzolaio va in giro con le scarpe rotte”. Se il numero di addetti It cala con il budget, non rimane che automatizzare i processi di governo It.
Con l’aiuto di Naso riassumiamo in sette punti gli elementi caratterizzanti l’offerta di Bmc.
Primo, l’automazione stessa; la piattaforma Bms consente di eliminare le operazioni manuali e isolate tramite l’adozione di un approccio completo all’automazione dei processi e delle attività di gestione dei data center. Secondo, il governo in multitenancy di vari silos funzionali o di diversi profili di utenza in un unico ambiente integrato, con un’unica base di informazione (il Cmdb): è il core business di Bmc, con molte referenze specialmente negli Usa. Terzo, nel cloud computing, governo di ‘grana fine’ della componibilità e configurabilità a menu delle risorse (nell’approvvigionare just in time un loro insieme, in modo automatizzato, self service e granulare). Quarto, governo della fruizione automatica anche del deployment applicativo Cloud (Application Release Management), oltre che di risorse infrastrutturarali. Quinto, monitoraggio proattivo di disponibilità e performance dei sistemi (integrando in tempo reale analisi predittive con tecniche di automazione preventive, la piattaforma Bmc consente di intervenire a priori su prevedibili interruzioni di servizio, invece di reagire al verificarsi del problema). Sesto, copertura di ambienti ibridi (fisici e virtuali). Settimo, la Next generation platform di Bmc, che monitora la sicurezza mirata a una singola istanza (per definizione mobile come virtual machine in server fisici diversi, proteggendola dalla coesistenza nello stesso server con altre virtual machine con meno stringenti livelli di sicurezza).