Microsoft “apre” Windows, ma non convince

Commenti cauti all’annuncio Microsoft di aprire il codice sorgente di Windows Server. Una mossa che formalmente vuole andare incontro alle richieste dell’Antitrust europeo ma che, a detta di alcuni commissari, non risolve la questione di fondo: consentire a chi sviluppa software non Microsoft la completa interoperabilità con i Pc e i server Windows

Pubblicato il 02 Feb 2006

L’annuncio di Microsoft di mettere a disposizione il codice Windows Server, con lo scopo di rispondere alle richieste dell’Antitrust europeo, lascia fredde non solo le autorità europee, ma anche la maggior parte dei commentatori.
Questa è l’ultima puntata della saga che dura ormai da otto anni e oppone il colosso di Remond a Bruxelles. Lo scorso 22 dicembre 2005, la Commissione aveva invitato Microsoft ad adeguarsi alla sentenza di condanna in cui, oltre al pagamento di una multa di 497 milioni di euro, era stata chiesta l’apertura di Windows all’interoperabilità di aziende terze. Le 12mila pagine di documentazione e le 500 ore di supporto gratuito offerte da Microsoft non erano infatti state ritenute sufficienti dalla Commissione che aveva definito come ulteriore scadenza il 15 febbraio, per rispondere ai rilievi della Ue sulla conformità. Nella stessa occasione la commissione Antitrust europea aveva minacciato a Microsoft sanzioni fino a 2 milioni di euro al giorno per il mancato rispetto di quanto deciso nel marzo 2004, quando le autorità europee, accusando il gigante del software di abuso di posizione dominante nel settore, gli imponevano di condividere il codice con i concorrenti e di offrire una versione di Windows che non contenesse già integrato Media Player.
Il responsabile dell’ufficio legale di Microsoft, Brad Smith, annunciando il 25 gennaio 2006 la scelta volontaria di offrire in licenza il codice sorgente di Windows server, ha espresso la convinzione di dare così risposta a tutte le domande sull’adeguatezza della documentazione tecnica finora fornita. “Abbiamo messo sul tavolo la nostra principale proprietà intellettuale in modo da sgrombrare il campo dagli aspetti tecnici della conformità e poter andare avanti con una seria discussione sulla sostanza della questione”, ha dichiarato Smith, che ritiene che la proposta di Microsoft di “aprire” il sistema operativo Windows vada oltre le richieste della Ue del 2004. Gli sviluppatori saranno in pratica autorizzati a “vedere” gratuitamente il codice per meglio comprendere come sviluppare prodotti interoperabili con Windows, ma senza poterlo copiare. Il timore da parte di Microsoft è che la richiesta di ulteriore apertura da parte della commissione europea, possa rappresentare un varco per la clonazione del proprio prodotto core ossia il sistema operativo Windows residente in pratica ovunque.
Il primo commento Ue, arrivato poche ore dopo l’annuncio di Microsoft, è stato che si potrà decidere se l’offerta sia adeguata solo quando si avranno tutti i dettagli. “Sarebbe prematuro concludere che l’offerta di accedere ai codici sorgente debba necessariamente risolvere il problema dell’adeguamento di conformità da noi richiesto”, ha precisato il portavoce della Ue, Jonathan Todd, che ha successivamente commentato: “Microsoft non ha ancora reso pubblica un’informazione completa ed accurata dell’interfaccia così da consentire a chi sviluppa software non Microsoft la completa interoperabilità con i Pc e i server Windows”. Secondo Neelie Kroes, commissario europeo per la competizione, gli utenti avrebbero bisogno, ben più che del codice, di istruzioni complete per sviluppare software compatibile con Windows.
Concordano con questa posizione anche David Mitchell, Software Practice Leader e Gary Barnett, Principal Analyst di Ovum, che definiscono “superficially appealing” l’annuncio di Microsoft. A loro parere infatti “non c’è dubbio che il codice sorgente per il software rappresenti la documentazione più accurata e attendibile … Tuttavia il codice sorgente è scarsamente utile a chi cerca di sviluppare codice interoperabile: è semplicemente troppo difficile da comprendere”. La loro opinione è dunque che sarebbe preferibile per Microsoft tornare al tavolo delle trattative con la Ue per definire cosa sia errato nella documentazione fornita e fare uno sforzo per rimediare alle inadeguatezze.
Critica anche la posizione della Free Software Foundation Europe (FSFE) sulla decisione di Microsoft di pubblicare il codice sorgente invece dei protocolli, come sottoliena Georg Greve, Presidente della FSFE: "La Commissione Europea ha chiesto a Microsoft di pubblicare i propri protocolli per consentire ad altri di scrivere software interoperabile, in modo da ristabilire la concorrenza. Non sembra quello che è accaduto, visto che i termini in cui i protocolli sarebbero stati resi disponibili sono quantomeno oscuri. Quello che è stato fatto è invece la pubblicazione di codice sorgente, cosa che non era richiesta".
Carlo Piana, legale della FSFE, considera infine l’ultima offerta di Microsoft così: “Peggiora ulteriormente la situazione per il software libero, visto che Microsoft detiene i diritti d’autore su quel codice sorgente: gli sviluppatori che leggessero il codice non potrebbero reimplementarlo sotto forma di software libero, per timore di incorrere in una violazione del diritto d’autore". La saga continua.

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