Microsoft: Satya Nadella vision

Si parla di innovazione e futuro in casa Microsoft: la nuova impronta del Ceo Satya Nadella si percepisce ormai non solo nella vision strategica ma in tutti i lanci di servizi, soluzioni, iniziative. E nella sua prima visita ufficiale in Italia, davanti a sviluppatori, professionisti It e studenti, Nadella non perde occasione per ricordare i pilastri tecnologici su cui si fonda la strategia ‘Mobile first, Cloud first’

Pubblicato il 13 Nov 2015

ROMA – “L’innovazione è l’arte della creazione di nuove opportunità”. Apre il suo intervento con queste parole di stimolo Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, durante Future Decoded, conferenza dedicata a sviluppatori, professionisti It, startupper e studenti.

Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia

“L’Italia ha molto da insegnare in questo senso ma ha bisogno di ritrovare il coraggio di ‘far succedere le cose’. Noi ci stiamo impegnando e abbiamo messo insieme tutte le forze necessarie a creare innovazione nel nostro paese: studenti, startupper, pubblica amministrazione, imprese e professionisti It. Il 2015 è l’anno della svolta perché come italiani siamo tornati ad avere fiducia nel futuro”.

L’ecosistema che Microsoft si è costruita, Purassanta lo descrive così: “1) in un mondo totalmente dipendente dal software quello che serve alla base è una cultura digitale; bisogna quindi iniziare dal ‘sapere’ e lavorare con le scuole; 2) il mondo digitalizzato si costruisce sull’innovazione, ecco perché in Italia abbiamo aiutato l’avvio di 3600 startup; 3) l’Italia è ‘territoriale’ nel suo modello imprenditoriale e cloud e mobility sono grandi risorse: ecco perché andiamo a lavorare sul territorio (per aiutare espansione e internazionalizzazione delle imprese medio piccole); abbiamo un ecosistema di partner qui in Italia che non ha eguali negli altri paesi”.

Il palcoscenico di Future Decode è occasione per il numero uno italiano per presentare anche GrowITup, l’ultima iniziativa a favore di startup, “un progetto realizzato con Fondazione Cariplo e Invitalia il cui obiettivo è creare un network attraverso il quale far crescere le nuove realtà condividendo con gli startupper la cultura d’impresa (strategia, planning, marketing, vendite, organizzazione, ecc.)… insomma, guidare le startup anche nello sviluppo, non solo nel lancio”. Si tratta, in sostanza, di un programma triennale di accelerazione d’impresa che offre servizi di incubazione, mentoring, supporto e apporto capitale alle startup.

Ma è al Ceo, Satya Nadella, che spetta il compito di illustrare vision e linee di sviluppo strategiche.

Dalla Mission ai pilastri della digital technology

Satya Nadella, Ceo di Microsoft

Parte tutto dalla ‘nuova’ mission di Microsoft: “empower every person and every organization on the planet to achieve more”, dove “fare di più” significa innovare tutti insieme. “Con una mission così grande l’opportunità per gli sviluppatori è immensa: possono guidare la digital technology”, sottolinea Nadella. Il ‘come’ lo conosciamo, dato che è stato il primo annuncio del Ceo pochissime ore dopo la sua nomina: ‘Mobile first, Cloud first’. “Ci sarà sempre più computing nella nostra vita, mobile, e sarà sempre più abilitato dal cloud”, spiega Nadella ricordando appunto la vision strategica della multinazionale.

Come Microsoft declini poi tale vision attraverso servizi, soluzioni e iniziative è racchiuso nei tre pilastri tecnologici lungo i quali si snoda l’offerta aziendale:

1) reinventare produttività e processi di business attraverso nuovi tool per la mobile productivity, strumenti di collaboration, accesso e condivisione di knowledge&intelligence. “C’è un nuovo approccio all’utilizzo di tool e soluzioni: l’accesso ai servizi da ogni device, in qualsiasi momento”, declina Nadella. “È attraverso queste opportunità che si cambia modo di lavorare (cambiando dunque i processi)”.

2) costruire una ‘intelligent cloud platform’: “Crediamo in un megascale cloud environment – sottolinea Nadella – attraverso il quale abilitare capacità elastica, infinita, messa a disposizione degli sviluppatori e dei partner per continuare a creare servizi e soluzioni”. Non solo: in questa mega piattaforma va “infusa” sempre più intelligenza [come per esempio, Cortona, software di assistenza e riconoscimento vocale – ndr]. Grazie a questo approccio sono nati progetti e startup quali: Melixa, una startup trentina che ha ideato un sistema per il monitoraggio delle api e sfrutta Azure per l’analisi dei dati; Baby Goldrake, progetto avviato da un team di sedicenni che sfruttando le tecnologie di casa Microsoft (Universal Platform e Azure), con il supporto di un tecnico della multinazionale, hanno sviluppato un lettore a onde celebrali i cui impulsi elettrici sono in grado di azionare diversi giocattoli (il sistema è già stato testato in alcuni ospedali anche con l’aiuto di bambini con gravi disabilità); Heart Watch, progetto nato da alcuni ventenni che con la consulenza dell’Ospedale San Raffaele hanno sviluppato un servizio di alert per la segnalazione di eventuali anomalie cardiache, registrando i battiti del cuore semplicemente integrando i dati da un wearable device e uno smartphone (il servizio è stato costruito su Microsoft Band, tecnologia per il rilevamento dei dati biometrici degli utenti).

3) creare più ‘personal computing’: se il cuore di Microsoft oggi è il software, la multinazionale non intende affatto ‘perdere il treno dell’hardware’, anche perché oggi il personal computing non si abilità più solo dal Pc; “la client innovation passa attraverso wearable device, smart tv, tablet, smartphone, console di gioco, device per la realtà virtuale…”, descrive con entusiasmo Nadella portando al pubblico qualche rapido esempio, il più significativo dei quale Case Western, centro di ricerca universitario che ha adottato Microsoft HoloLens per lo studio della medicina: “si tratta di casco/visore per la realtà aumentata che permette di interagire con ologrammi proiettati nella vita e negli ambienti quotidiani”, spiega Nadella in chiusura. “L’arrivo per gli sviluppatori è previsto per il 2016 [ci vorrà qualche anno in più perché possa arrivare al mercato consumer – ndr] e gli ambiti di applicazioni saranno infiniti: pensate alla progettazione e al design industriale dove si potrà interagire direttamente con l’ologramma anziché creare prototipi o ricorrere alla stampa 3D dei modelli; pensiamo alla ricerca in ambito aerospaziale o cosmologico e alla possibilità per gli scienziati di vedere proiettato in un ologramma il terreno di un pianeta in esplorazione; ma pensiamo anche alla nostra vita quotidiana: potremo vivere una nuova esperienza nell’ambito dell’intrattenimento proiettando la Tv come un ologramma, spiegare come riparare un rubinetto sfruttando l’ologramma per vedere in real-time come procedere…”. Ed è anche in questo modo che il personal computing crescerà!

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