Moving, Moving

Prevedere ciò che accadrà in futuro partendo, da un lato, da una valutazione delle dinamiche macro-economiche in atto sul mercato e, dall’altro, dal tipo di evoluzione di offerta It in risposta a questo scenario è, mai come in questo periodo di forti turbolenze e cambiamenti, davvero arduo.

Pubblicato il 24 Feb 2005

Prevedere ciò che accadrà in futuro partendo, da un lato, da una valutazione delle dinamiche macro-economiche in atto sul mercato e, dall’altro, dal tipo di evoluzione di offerta It in risposta a questo scenario è, mai come in questo periodo di forti turbolenze e cambiamenti, davvero arduo.

Tuttavia si tratta di un periodo molto stimolante in cui le stesse ipotesi evolutive formulate dai principali osservatori di mercato entrano meno di un tempo nel dettaglio dei numeri per affidarsi, soprattutto a inizio anno, a previsioni di scenario interessanti e spesso credibili.

Ci basiamo per queste nostre considerazioni da editoriale, sulla nostra visione evolutiva del mercato che ci deriva dal punto di osservazione che può avere una rivista come ZeroUno e sulle Idc Predictions 2005 formulate dai "Magnifici Trenta", i top analysts mondiali della società (tra i quali anche il nostro Roberto Masiero).

Business strategy e IT sempre più integrati

– Fonte IDC 2004 –

Cosa vedremo allora nel 2005? Alcuni macro fenomeni in corso accentueranno la loro evidenza. Stiamo parlando soprattutto dei fenomeni di consolidamento (l’avvenuta acquisizione di Peoplesoft da parte di Oracle non è che l’ultima conferma, in ordine di tempo, di questo trend) nell’alveo dei fornitori, per essere in grado di meglio focalizzare le proprie risorse e strategie (non dimentichiamoci, sempre a questo proposito, che Ibm non è più un produttore di pc, avendo venduto la propria unit alla cinese Lenovo proprio per focalizzarsi su altro, che vedremo meglio in seguito nel dettaglio). E tutto questo allo scopo di poter sostenere un altro grande fenomeno evolutivo, che forse in Italia vediamo ancora in una forma embrionale ma che in altri paesi industrializzati è davvero molto evidente: il percorso di allineamento business-IT fortemente guidato dalle strategie di sviluppo competitivo delle imprese utenti. Non a caso Idc prevede forti investimenti e movimenti di mercato (leggi ancora acquisizioni e consolidamenti) nella corsa alla messa a punto, da parte di fornitori, di architetture software cosiddette "dinamiche", costituite cioè da una struttura flessibile in grado di riconfigurarsi rapidamente al variare dei processi innescati dalle opportunità di business che l’impresa deve cogliere sul mercato. Un’aspettativa, quindi, di crescita sostenuta nel software infrastrutturale, nel middleware, per favorire quel percorso, prima accennato, di allineamento business-IT che parte da una governance tecnologica per estendersi all’area dei processi di impresa.

Per poter offrire risposte adeguate attraverso un "responsive It" alle variabili di business, i fornitori stanno cambiando le proprie attenzioni di sviluppo e di acquisto di società. Proporre la propria strategia di offerta di soluzioni It in una logica di efficienza e di sviluppo di business per l’utente diventerà infatti fondamentale. Esempi di questi ampliamenti del modello di offerta di fornitori verso una forte componente di intervento sui processi, iniziati magari con un’acquisizione ma che scatenano poi un vero e proprio riposizionamento della strategia aziendale del fornitore, sono numerosi: lo possiamo vedere, ad esempio, con la serie di "acquisti" effettuati da EMC e con la recentissima acquisizione di Veritas da parte di Symantec, per un valore di 13 miliardi di dollari (!). Gli analisti di Idc, tra l’altro, guardano anche a Microsoft per un’acquisizione forte nel 2005 proprio nell’area delle soluzioni business per le imprese.

Più entreremo, come offerta It, nella stretta relazione tra implementazione tecnologica e processi, più elementi come integrazione, componentizzazione delle applicazioni e soprattutto business intelligence saranno centrali nello sviluppo di progetti e nell’utilizzo delle soluzioni stesse. E’ molto probabile, sostiene Idc, l’emergere con forza di una "process intelligence", una business intelligence applicata all’analisi dei processi di business, anche sotto la spinta di supply chain che diventano sempre più dinamiche e da saper adeguatamente riconfigurare, analizzando il demand flow e considerando una progressiva diffusione delle tecnologie Rfid. Sarà interessante vedere come si muoveranno i grandi degli Erp (ormai rimasti a due, Sap e Oracle, oltre alla "promessa" Microsoft) che per tipologia di offerta presidiano l’area delle catene del valore e che potrebbero quindi fare "shopping" tra i big della business intelligence.

Di fatto l’avanzata della "intelligence" nelle imprese è inarrestabile (non a caso anche questo mese ZeroUno dà ampio spazio all’argomento attraverso una propria Storia di Copertina). Si diffonderanno piattaforme orientate alla gestione delle informazioni e delle diverse tipologie di contenuti, indirizzando teoricamente il tutto verso il grande sogno del Bpm, la gestione delle prestazioni di business da tenere sotto controllo, modificare dinamicamente intervenendo sulle diverse aree di impresa grazie ad un’intelligenza diffusa nell’impresa stessa che consente un monitoraggio e un’analisi informativa continua, garanzia di una governance di impresa ottimale. Ripetiamo: è un sogno, ma il punto finale è questo. Le vie per arrivarci sono molteplici e spesso, per impreparazione sia dei fornitori sia degli utenti, più tortuose del dovuto.

Qualche numero, infine, senza pretesa di inquadramento generale dei fenomeni ma, altrimenti, che vision 2005 sarebbe?

A livello mondiale Idc prevede una spesa It 2005 in crescita del 6,1%. Ovviamente le crescite nelle diverse aree sono tra loro molto differenti. Prendiamo ad esempio l’Europa. Nel vecchio continente abbiamo due diversi quadri, uno più chiaro e l’altro più scuro. Nel primo troviamo paesi come Gran Bretagna, Spagna e alcuni paesi nordici nei quali il peso dell’amministrazione pubblica sul Pil è contenuto e le imprese hanno una rapidità al cambiamento maggiore. In questo contesto, la passata recessione è stata vissuta (sulla base del tipo di investimenti It effettuati) soprattutto come un momento di ristrutturazione e di razionalizzazione in previsione di una nuova crescita e il concetto di innovazione, al di là delle parole, ha dietro di sé aziende in grado di investire. Il secondo quadro, meno solare e più "introspettivo", vede paesi come la Germania, la Francia e l’Italia dove, per differenti ragioni economiche e politiche e per una forte incidenza della pubblica amministrazione e delle imprese ad essa correlate nello sviluppo del business, vi sono più difficoltà a risolvere problemi di inefficienza da parte delle imprese e degli apparati, e il cosiddetto "purgatorio post Internet bubble" è stato affrontato intervenendo soprattutto sul contenimento e sul taglio di costi piuttosto che sviluppare, pur in una struttura di costi controllata, progetti innovativi.

Intanto guardiamo all’altra parte del mondo che corre: la Cina spenderà in It +15% sul 2004 e l’India + 22%. L’area Asia/Pacific crescerà, come il 2004, del 10% e spenderà quest’anno in It, escluso il Giappone, 97 miliardi di dollari! Preparatevi: il prossimo editoriale lo scrivo in cinese.

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