I tre mesi di lockdown per contrastare la diffusione del Covid-19, “hanno messo in ginocchio le aziende”. Lo sostiene Alberto Filisetti, country manager di Nutanix Italia. “Il fenomeno non si è verificato in modo identico in tutte le situazioni. Alcune organizzazioni hanno dovuto interrompere completamente le loro attività, altre si sono trovate nella necessità di continuare ad erogare i loro servizi, in particolare le strutture sanitarie e le pubbliche amministrazioni (PA), che si sono anche sentite anche addosso l’attenzione dei cittadini. Molte aziende ed enti pubblici hanno potuto continuare a garantire una continuità del business attraverso il telelavoro”.
Chi già utilizzava VDI e collaboration è stato facilitato
Filisetti, che lavora per “un vendor giovane, che molte persone ancora considerano un fornitore di Virtual Desktop Infrastructure (VDI)”, va ancora più a fondo nell’analisi di come le aziende hanno reagito per perseguire lo smart working: “Alcune, che non avevano ancora investito nell’innovazione delle modalità di lavoro, si sono rivolte a piattaforme di comunicazione e collaborazione cloud pubbliche; altre, che invece avevano già speso in tecnologie e competenze per il lavoro da remoto, hanno dovuto semplicemente girare le chiavi”. Per avviare questi motori, ovviamente.
Due clienti di Nutanix rappresentanti di questa seconda categoria, sono il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione Veneto. In entrambe le PA non si sono registrate grandi difficoltà a supportare, fin da subito, il lavoro da remoto, grazie anche a quanto avevano già realizzato in tempi precedenti la crisi del Covid-19.
Il primo passo? Remotizzare i desktop
Daniele Lunetta, dirigente dell’ufficio Digitalizzazione e innovazione tecnologica del dicastero romano di via Vittorio Veneto ricorda “di avere conosciuto Filisetti nel 2017 e di aver iniziato subito a confrontarmi con Nutanix su tutte le possibilità che la tecnologia poteva offrire per permettere alle persone di lavorare da qualunque posto. Inizialmente ci siamo concentrati su come permettere ai dirigenti di prima e seconda fascia, e ad altri dipendenti dislocati (per attività di vigilanza) presso altri enti, di accedere alle applicazioni del Ministero con i dispositivi mobili. Queste esperienze ci hanno incoraggiato a cercare anche altri modi per consentire il lavoro da remoto anche per altri utenti. Nei tre anni successivi abbiamo iniziato a sviluppare anche applicazioni cloud-native che possono girare sulle infrastrutture Nutanix e che ci permetteranno di estendere ulteriormente la flessibilità del lavoro”.
L’importanza del rinnovamento infrastrutturale e culturale
“Già da due anni avevamo implementato soluzioni HCI di Nutanix e siamo state fra le prime Regioni italiane ad adottare lo smart working per circa 100-150 dipendenti su un totale di circa 3.000 – ricorda invece Luca De Pietro Direttore UO Strategie ICT e Agenda Digitale di Regione Veneto -. Dopo l’8 marzo 2020, quando è stato emanato il primo decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che fra le misure da adottare indicava il lavoro agile, siamo riusciti a permettere a tutti gli altri dipendenti, per i quali era utilizzabile il telelavoro, di continuare le loro attività da casa, una volta ultimate eventuali attività indifferibili in ufficio. In passato avevano già dotato di computer portatili circa 700 dipendenti. Alla maggior parte degli altri abbiamo invece dovuto chiedere di utilizzare i loro dispositivi personali, poiché negli ultimi anni avevamo investito maggiormente nell’innovazione del data center. Me se nei due anni precedenti non avessimo investito nell’innovazione delle le infrastrutture, non saremmo riusciti a remotizzare i desktop per i nuovi telelavoratori in tempi così rapidi”.
Non solo tecnologia comunque. “Durante questa attività – conclude il Direttore UO Strategie ICT e Agenda Digitale di Regione Veneto – abbiamo agito anche sul fronte umano. Per esempio, abbiamo deciso di diffondere, ogni due giorni, una newsletter contenente ‘pillole’ di consigli tecnici – ma non solo – su come abilitare e rendere più efficace lo smart working”.