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Da Google I/O 2022 nuove opportunità B2C e indizi di futuro su AI e sicurezza

Libera da vincoli fisici, ma obbliga a conoscere le dinamiche del web e come il proprio target lo utilizza. La digitalizzazione è un processo che, spesso causa pandemia, quasi tutti hanno ormai affrontato e che rende i recenti annunci di Google I/O 2022 meritevoli di acuta attenzione. Nell’evento dedicato ai developer, infatti, la società oltre alle tante novità hardware ha offerto numerosi spunti software che il B2C può sfruttare per aumentare la propria competitività. Non solo il retail ma anche il turismo, la ristorazione, l’e-commerce, il finance e chiunque voglia farsi notare in modo disruptive e creativo, se dotato dei talenti tecnologici per permetterselo.

Pubblicato il 17 Mag 2022

Google

Molte sono le aziende sbarcate nel digitale per sopravvivere ai lockdown e alla pandemia. Una mossa funzional,e ma che ha vincolato la loro visibilità agli algoritmi dei motori di ricerca e alle volubili abitudini online degli utenti. È quindi fondamentale approfondire gli annunci del recente Google I/O.

Mentre la funzione search continua a evolvere e gli utenti diventano sempre più attivi, emergono spunti da trasformare in opportunità di marketing. Destreggiandosi quindi tra le numerose novità del gigante di Mountain View, le aziende possono trovare interessanti elementi da integrare nelle proprie strategie. Chi prima se ne accorge, prima potrà farvi leva conquistando un vantaggio competitivo notevole.

Nuova search più visuale e “intelligente”

Per rendere la sua “search” più intuitiva e semplice, Google la innova di continuo, “costringendo” il mondo del web a seguirne le evoluzioni. Presto introdurrà la possibilità di scattare foto o catturare schermate di prodotti come abbigliamento, cibo ed elettrodomestici e recuperare un elenco di tutti i ristoranti e negozi nelle vicinanze che li vendono. Una ricerca più visiva e locale, abilitata da una barra con fotocamera e microfono, obbliga chiunque si promuova su web a fornire i nuovi elementi necessari per farsi trovare.

Chi possiede un punto vendita fisico, potrà anche sfruttare l’opportunità data agli utenti di effettuarne una “visita immersiva” per potenziare la propria attrattività. Questo può fortemente impattare anche sul mondo del turismo: sempre più luoghi e monumenti saranno visitabili on line. Diventa necessario offrire nuovi motivi per andarli a vedere di persona o monetizzare questo flusso di visitatori virtuali.

I negozi saranno frequentati “con occhi nuovi” dai clienti fisici grazie alla funzione “scene exploration”. Inquadrando e scansionando interi scaffali, sarà infatti possibile recuperare più rapidamente informazioni e dettagli su tutti gli oggetti esposti, contemporaneamente. Un’esperienza di acquisto rivoluzionata che richiede spazi fisici performanti e innovativi.

Google ha confermato anche il proprio continuo impegno sull’intelligenza artificiale, per mettere già oggi le basi della “search” di domani. Tramite la nuova app AI Test Kitchen darà ad accademici, ricercatori e politici l’accesso ai propri più recenti modelli linguistici per verificarne gli errori. Un beta test per il futuro di Google da cui aspettarsi novità AI-based impattanti, “introdotte gradualmente”. Google non ne dichiara né i tempi, né le modalità di implementazione, lasciando alla prudenza e alla proattività di ogni attore lavorare in quella direzione.

Più potere di scelta agli utenti, una sfida per il B2C

Lo stesso approccio open scelto per l’AI si ritrova nell’ambito sicurezza con le numerose tecnologie per la conservazione della privacy rese open source, tra cui l’apprendimento federato e la privacy differenziale. Gli sviluppatori potranno così esplorare le opportunità offerte dal “protected computing”. Tra le più immediate e preziose, ad esempio, la creazione di insiemi di dati aggregati e anonimizzati ancora più solidi per costruire business data driven più sicuri.

Di impatto più immediato sulle aziende, l’introduzione di My Ad Center, per lo meno per chi sta investendo in annunci. Google permetterà presto di

  • scegliere marchi e argomenti da seguire
  • escludere argomenti sensibili
  • controllare le fonti dati utilizzate per personalizzare gli annunci
  • modificare o ottenere chiarimenti sul targeting direttamente all’interno dell’annuncio
  • mettere “Mi piace”, bloccare o segnalare un annuncio
  • Capire il motivo per cui gli utenti stanno vedendo l’annuncio
  • sapere chi sta pagando per l’annuncio

Tutto questo “potere” dato in mano agli utenti può spaventare, ma si nascondono anche dei vantaggi per gli inserzionisti più proattivi e abili.

Non meno pronti a cogliere la palla al balzo devono essere gli e-commerce. Nel loro caso, per sfruttare la carta virtuale introdotta, separata da Google Pay e utilizzabile su tutti i dispositivi Android e nel browser Chrome. Questo strumento, lato utente, regalerà un ulteriore livello di sicurezza, lato vendor semplificherà l’acquisto sicuro su siti che non supportano opzioni come Google o Apple Pay.

A tenerne conto, dovrà essere anche tutto il mondo fintech e bancario, per cavalcare la novità e non subirla. Questo approccio può essere esteso a tutti gli annunci fatti da Google lato hardware. Per alcuni settori, sono infatti possibili “vettori di innovazione” che sfidano la creatività e l’abilità tecnologica di tutte quelle realtà desiderose di essere classificate “cutting edge”.

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