In Italia si va attuando la Fase 2 secondo quanto indicato dal Governo, anche se ogni area geografica ha situazioni diverse ed è un incognita capire quali saranno gli effetti della ripartenza dati i differenti numeri del contagio che si hanno nel nostro Paese, le infrastrutture su cui ciascuna città potrà contare eccetera.
In ogni caso, i suggerimenti della società di consulenza EY riguardano 6 azioni imprescindibili per ciascuna realtà al fine di mettersi al riparo dal possibile ritorno del virus Covid-19, eccole qui di seguito.
- Un’organizzazione della risposta sanitaria all’altezza (posti letto negli ospedali, medici di medicina generale, farmacie per la distribuzione dei dispositivi di protezione).
- Infrastrutture di mobilità capienti (in grado comunque di trasportare un certo numero di cittadini senza eccessivo affollamento), flessibili (per esempio integrate con bike e car sharing e anche i monopattini, secondo alcuni il mezzo più indicato nella nuova situazione) e organizzate per la logistica urbana, il tutto supportato da servizi di infomobilità (per esempio app) che ne consentano un più facile e immediato utilizzo.
- Ampia copertura delle infrastrutture di comunicazione a banda ultralarga fissa (fibra ottica) e mobile (5G), wi-fi pubblico capillare, scuole e amministrazioni già connesse in fibra ottica.
- Capacità di tenere sotto controllo la città attraverso la sensoristica e le centrali di controllo urbano (traffico, sicurezza), elementi indispensabili per monitorare in tempo reale i flussi di spostamento dei cittadini, prevenire le situazioni di congestionamento e regolare tempi e orari di spostamento dei cittadini evitando i picchi degli orari di punta.
- Servizi pubblici interamente digitalizzati, che permettono la continuità di erogazione dei servizi evitando l’affollamento agli sportelli.
- Elevata capacità di engagement digitale dei cittadini (comunicazione con app e social network), perché garantisce maggiormente che le app di tracciamento vengano scaricate dalla maggioranza dei cittadini, più abituati a interagire con la PA attraverso gli strumenti digitali.
EY, 4 previsioni su Fase 2 e ripartenza
In vista della Fase 2, sulla base della diffusione del contagio riferita al 20 di aprile, EY aveva classificato le città seguendo 4 cluster della ripartenza, facile, lenta, frenata e critica.
- Ripartenza facile (basso contagio/buona resilienza): sono le città (prevalentemente del Centro e del Sud) dove approfittare della ripartenza è più facile, perché hanno le infrastrutture e le tecnologie già pronte, e possono controllare meglio i pochi contagi sul loro territorio. Tra queste: Cagliari, Bari e Lecce, ma anche alcune città medie del centro-nord, come Siena, Pisa, Pordenone, Udine. In classifica anche Cosenza, Perugia, Potenza, Livorno e Sassari.
- Ripartenza lenta (basso contagio/scarsa resilienza): sono città dove la ripartenza potrebbe avvenire assai presto, dato il basso livello di contagio, ma più lentamente, perché le loro infrastrutture di mobilità e comunicazione non sono di livello elevato e non consentono grandi prestazioni. Molte del Sud: Caltanissetta, Caserta, Crotone, ma anche alcune del Centro Italia come Viterbo e L’Aquila. In classifica anche Prato, Roma, Napoli, Catania e Palermo.
- Ripartenza frenata (alto contagio/buona resilienza): sono le città del Nord tradizionalmente “smart”, come Milano, Bergamo, Brescia, Piacenza, eccetera, che, pur avendo sistemi di mobilità, reti TLC e reti di sensori molto avanzate, appaiono frenate nella ripartenza da alti livelli di contagio (spesso correlati ad elevati livelli di ospedalizzazione e carenza di medici di base sul territorio). In classifica anche Venezia, Torino, Firenze, Genova, Parma, Bologna, Padova, Pavia e Trento.
- Ripartenza critica (alto contagio/scarsa resilienza): sono le città dove la ripartenza appare più critica, perché accanto a situazioni di contagio molto elevate si abbinano livelli di resilienza molto bassi (reti di trasporto pubblico poco capillari e scarsa presenza del car sharing, limitate coperture TLC, pochi sensori sul territorio e mancanza di piattaforme e centrali di controllo dove raccogliere i dati). Sono città come Cremona, Lodi, Lecco, Alessandria, Verbania, raramente ai primi posti nelle classifiche di smart city italiane, dove sembrano mancare le leve delle infrastrutture moderne e delle tecnologie avanzate per potersi risollevare prontamente. In classifica anche Savona, Bolzano, Forlì, Varese, Belluno, Ancona e Como.