Secondo l’indagine dell’Institute for Business Value (IBV) di IBM, svolta in collaborazione con Oxford Economics (condotta coinvolgendo 1.500 tra CSCO – Chief Supply Chain Officer e COO – Chief Operating Officer di oltre 35 Paesi e 24 settori industriali) sono in aumento gli investimenti in automazione, AI e flussi di lavoro intelligenti, ecosistemi e sostenibilità e si stanno re-immaginando le operazioni legate alla supply chain.
Una risposta agli attuali problemi della supply chain
L’analisi di IBV è stata svolta per capire come i C level stiano affrontando le importanti sfide relative alla supply chain causate dalla pandemia globale di Covid-19, dall’inflazione, dal cambiamento climatico, e dagli eventi geopolitici, e come intendano mettere alla prova le loro supply chain in futuro.
“Per combattere efficacemente i fattori di stress senza precedenti della supply chain – dichiara Jonathan Wright, IBM Consulting Global Managing Partner, Sustainability Services and Global Business Transformation – come l’inflazione, è imperativo che i CSCO si concentrino sull’attuazione di iniziative di analytics, AI e automazione per costruire supply chain intelligenti, resilienti e sostenibili. Automazione e AI possono consentire ai CSCO e alle loro organizzazioni di raccogliere dati, identificare i rischi, convalidare la documentazione e fornire audit trail, anche in periodi di forte inflazione, contribuendo nel frattempo alla gestione dei rifiuti e dei consumi di carbone, energia e acqua”.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Quasi la metà (47%) dei CSCO intervistati ha dichiarato di aver introdotto nuove tecnologie di automazione negli ultimi due anni, un approccio che può aggiungere prevedibilità, flessibilità e intelligenza alle operazioni della supply chain. Inoltre, hanno detto di utilizzare l’intelligenza artificiale per monitorare e tracciare le prestazioni.
Il driver sostenibilità
I CSCO intervistati classificano la sostenibilità come la terza sfida più importante nel prossimo futuro, dopo le interruzioni della supply chain e l’infrastruttura tecnologica.
Il 52% pone, dunque, la sostenibilità in cima alla lista delle priorità o quasi.
Il 50% dichiara che i propri investimenti in sostenibilità accelereranno la crescita aziendale.
Nella ricerca è emerso che le pressioni più dirette verso la trasparenza della sostenibilità provengono da: investitori (56%), membri del consiglio di amministrazione (50%) e clienti (50%).
Cosa stanno facendo gli innovatori
“Gli Innovatori” sono risultati essere il 20% degli intervistati. Essi si distinguono per la capacità di accelerazione dell’innovazione, guidata dai dati, per prepararsi a un futuro incerto.
Questo gruppo sta già superando i colleghi su parametri chiave tra cui una crescita del fatturato annuo superiore dell’11%. I parametri sono, in primo luogo, l’integrazione di flussi di lavoro automatizzati tra le funzioni organizzative e con i loro partner per ottenere visibilità, approfondimenti e azioni in tempo reale (il 95% in più rispetto agli altri CSCO).
Inoltre, gli innovatori si contraddistinguono per la modernizzazione della loro infrastruttura tecnologica: il 56% opera attualmente su cloud ibrido e il 60% sta investendo in infrastrutture digitali per scalare e fornire valore.
D’altra parte, l’ampliamento delle loro iniziative di sostenibilità creano nuovi prodotti e servizi. E il 58% vede l’opportunità di migliorare il coinvolgimento dei clienti attraverso gli imperativi di sostenibilità.
Infine, questo sottocampione ha dichiarata una maggiore attenzione alla cybersecurity (quasi il 20% in più rispetto agli altri CSCO).