Il sistema delle utility italiane supera il periodo critico dovuto alla pandemia e punta a un futuro di investimenti in digitalizzazione e innovazione: 7,2 miliardi gli investimenti nel 2020 nonostante la crisi e un fatturato in ripresa nel 2021 rispetto al crollo dell’anno precedente da 102 a 88 miliardi. Questo è quanto emerge dal rapporto “Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti” presentato da Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e capo del team di ricerca, durante la decima edizione del Top Utility, l’evento organizzato con Utilitalia e che premia le migliori società di servizi per categoria. Il premio assoluto è stato assegnato al Gruppo Hera.
Al centro di strategie e investimenti per definire la trasformazione del settore delle utility ci sono smart metering, produzione decentralizzata e interfacce digitali. Ma, soprattutto, la gestione dei processi interni attraverso manutenzione predittiva, soluzioni IoT e sistemi digitali di gestione delle flotte dei veicoli, come quelli per la raccolta dei rifiuti o per le la gestione e il controllo delle squadre di pronto intervento.
Utility: cosa è cambiato in un decennio
“Il settore delle utility ha dimostrato di essere resiliente in un periodo così difficile come quello della pandemia anche grazie ad un costante sviluppo e ammodernamento di reti e servizi che non si è mai interrotto”. Questa la premessa di Alessandro Marangoni, che ha presentato i risultati del rapporto Top Utility Analysis, mostrando come nonostante i ricavi siano calati progressivamente dalla prima edizione del report (si passa da 111 miliardi del 2011 a 102 del 2019, 6% del Pil e poi, al crollo del 2020 con 88 miliardi) il settore abbia realizzato in generale buoni margini e si può quindi definire in buona salute.
In particolare, le utility italiane hanno visto un miglioramento delle performance con la riduzione delle perdite idriche: il valore registrato nel 2020 (29%) è il più basso del decennio e, per i rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata passata in media dal 52% (2011) al 66% (2020). Pochi, invece, sono i miglioramenti per la depurazione. La percentuale di utenti collegata ai depuratori nel 2020 è dell’85% vicina alla media del decennio. Le multiutility sono rimaste costanti e le operazioni di acquisizione e/o fusione hanno portato ad aggregazioni nei settori dell’energia elettrica e del gas.
Sempre riguardo alle performance di servizi, nel settore gas i lavori vengono svolti con una media di 4,4 giorni (solo qualche anno fa ne servivano più di cinque) mentre nell’energia elettrica, sia per l’attivazione che per il ripristino della fornitura, si registra un aumento dei tempi.
I trend per il futuro delle utility
Il 60% delle aziende redigono il rapporto sulla sostenibilità, il 90% ha un codice etico e il 73% chiede ai fornitori di aderire a codici di condotta ESG (Environmental, Social, Governance) impegno prioritario per le utility operanti nell’idrico, nei rifiuti e nell’energia. Per la sostenibilità sociale, i dipendenti stabili sono passati dal 94% al 97% mentre l’88,5% ha svolto formazione e si sono ridotti gli incidenti sul lavoro: l’indice di frequenza è sceso del 36% mentre l’indice di gravità del 25%. Ricerca e sviluppo è un tema affrontato per il 90% delle utility con un’incidenza sul fatturato 2020 dello 0,26% in aumento rispetto all’anno precedente. Le aziende intervistate hanno tutte collaborazioni o contatti diretti con università e centri di ricerca.
Leva della modernizzazione è la digitalizzazione, che trasformerà nei prossimi anni i rapporti con i clienti e i processi interni. Su questi ultimi saranno determinanti la manutenzione predittiva, i servizi a rete dotati di sensoristica IoT e flotte di veicoli intelligenti, con sistemi digitali di gestione come quelli per la raccolta dei rifiuti o per le squadre di pronto intervento. Il 78% delle aziende ha già adottato progetti per la digitalizzazione dei rapporti con la clientela e l’84% di utility operanti nei comparti gas, acqua ed energia elettrica ha attivato un sistema di smart metering, mentre il 69% delle aziende afferma che il budget per la digitalizzazione è destinato ad aumentare nel prossimo triennio.
Il 58% delle utility ha avviato per i processi interni soluzioni basate su big data, machine learning, blockchain, tecnologie cloud e reti neurali. Circa la metà delle utility utilizza soluzioni avanzate come predictive maintenance ma anche droni, robot o realtà aumentata per la manutenzione costante. L’85% delle utility operanti nel settore idrico ha munito di sensoristica gran parte della rete fognaria per la riduzione di perdite ed inefficienze. E come spiega Giuseppe Russo Rossi Public Utility Manager Xylem Italia: “La digitalizzazione del settore idrico consente di rispondere a sfide come il problema delle perdite e ottenere vantaggi importanti per il controllo e la resilienza dell’impianto. Nonostante ci sia ancora il 47% di water utility che non ha il controllo avanzato della rete idrica”.
Un tema rilevante (e decisamente crescente) è quello della cybersecurity. In tre anni sono stati rilevati 287 attacchi alle utility italiane – il Centro-Nord e aziende multiutility tra le più colpite – mentre il 53% tra le imprese intervistate ha dichiarato di avere un’unità dedicata alla cybersecurity e il 90% prevede investimenti in arrivo. Infine la comunicazione, dove l’80% usa i social, il 50% ha un servizio di newsletter e il 70% offre servizi su mobile.
Il PNRR tra investimenti e sostenibilità
Il PNRR rappresenta un passo importante per migliorare i servizi, ma tempistiche e patto territoriale sono punti cardine per compiere gli investimenti. E mentre Giordano Colarullo, Direttore generale Utilitalia, durante l’evento ha sottolineato come gli enti locali vanno coinvolti e responsabilizzati, a sua volta Gianni Vittorio Armani, Vice Presidente Elettricità Futura, ha voluto ribadire come il contesto attuale, riferito al conflitto tra Russia e Ucraina, rende ancora più importanti le scelte future: “L’Europa non può assolutamente trascurare l’autonomia energetica, le scelte di lungo termine sono quelle che rendono libero il continente” ha affermato.
A conclusione dell’incontro, Massimiliano Atelli, Presidente della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS, ha spiegato come la commissione da lui presieduta abbia preso in carico tutti i dossier giacenti e quelli di nuova presentazione. Ha poi auspicato, per fronteggiare la situazione attuale, provvedimenti di austerity e una ripresa del settore idroelettrico, da tempo penalizzata da normative e burocrazia.
Atelli, dal 18 gennaio di quest’anno, è anche a capo della Commissione Tecnica PNRR PNIEC, organismo che dovrà svolgere le funzioni di valutazione ambientale di competenza statale dei progetti compresi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei progetti attuativi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) e che soprattutto dovrà garantire un’ulteriore accelerazione nella realizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, indispensabili per il compimento della transizione ecologica.
La classifica delle utility premiate
Ad aggiudicarsi il premio Top Utility assoluto è stato il Gruppo Hera, risultata così la migliore impresa utilities italiana secondo 220 indicatori di performance economiche, ambientali e sociali utilizzati dal team di ricerca. Un riconoscimento in occasione della decima edizione, invece, è andato al Gruppo Cap, la società che ha ricevuto più premi in questi dieci anni.
Il premio Comunicazione è andato alla veneziana Veritas (Aimag, A2A, Gruppo CAP e MM le altre in gara); Marche Multiservizi si è aggiudicata il premio Sostenibilità (scelta tra A2A, Gruppo CAP, Enel e Estra); Viva Servizi, sempre Marche, si è vista premiare nella categoria Consumatori e Territorio (scelta tra Acea, Hera, Lario Reti e MM); ad Alperia di Bolzana è andato il premio Performance Operative (scelta tra Contarina, Publiacqua, Savno e Silea). Infine, il Gruppo Iren multiutility con sede a Reggio Emilia è stato premiato per la categoria Ricerca e Innovazione (A2A, Acea, Enel e MM le altre) e Acquevenete ha vinto per la categoria Diversity (in lizza con Alia, Acqualatina, Gruppo SGR e Publiacqua).